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FI: Camber, Carta famiglia con troppi costi per i Comuni

15.10.2007
10:39
(ACON) Trieste, 15 ott - COM/DT - La Carta famiglia è indubbiamente una misura interessante e innovativa nel panorama delle iniziative dirette a promuovere e sostenere le famiglie con figli a carico, ma proprio per questo non la si può lasciare all'improvvisazione o, peggio, a uno spot elettorale. A dichiararlo è Piero Camber, consigliere regionale di Forza Italia.

Il finanziamento, annota Camber, è inadeguato: a fronte di 10 milioni di euro previsti per il 2008 vi è una potenziale platea di 175 mila famiglie con figli: ciò significa 57 euro all'anno per ciascuna, neanche 5 euro al mese.

Pur a fronte di un così ridicolo contributo, le strutture organizzative dei Comuni non sono in grado di reggere il notevole carico di lavoro derivante dalla gestione dei procedimenti connessi alla Carta.

A titolo esemplificativo, il Comune di Trieste - dove Camber è capogruppo di FI - potrebbe trovarsi a gestire sino a un massimo di 33.760 domande. Dovrebbe dunque predisporre una struttura organizzativa dislocata su tutte e 7 le circoscrizioni in grado di far fronte adeguatamente, in primis, a ogni richiesta di informazione da parte dei potenziali interessati in merito all'accesso alle agevolazioni; poi, dovrebbe essere in grado di ricevere le istanze presentate provvedendo, dopo aver verificato i presupposti di legge, all'assegnazione degli identificativi, della corrispondente intensità del beneficio, all'effettuazione dei controlli sulle dichiarazioni presentate, all'attivazione e gestione dei benefici e delle agevolazioni inserite nel catalogo comunale.

Ipotizzando almeno 10 dipendenti che si distribuiscono almeno 1000 (ma potrebbero essere oltre 3000) domande a testa, la spesa per il Comune di Trieste ammonterebbe a circa 400 mila euro a carico del bilancio comunale: uno 0,1% di Ici in più.

La seconda importante criticità, continua Camber, consiste nell'incertezza dei meccanismi di determinazione preventiva della spesa che rimane a carico dei Comuni a seguito della stipulazione delle convenzioni con soggetti pubblici e privati per la fornitura di beni e servizi a prezzi scontati, ovvero per l'applicazione di riduzioni di tariffe dei servizi pubblici locali erogati direttamente o indirettamente nonché per la concessione di agevolazioni o riduzione di imposte e tasse locali. E' quasi impossibile insomma, conclude Camber, prevedere anticipatamente le minori entrate di Ici e Tarsu nel momento in cui viene redatto il bilancio di previsione.