FI: Camber, Carta famiglia con troppi costi per i Comuni
(ACON) Trieste, 15 ott - COM/DT - La Carta famiglia è
indubbiamente una misura interessante e innovativa nel panorama
delle iniziative dirette a promuovere e sostenere le famiglie con
figli a carico, ma proprio per questo non la si può lasciare
all'improvvisazione o, peggio, a uno spot elettorale. A
dichiararlo è Piero Camber, consigliere regionale di Forza
Italia.
Il finanziamento, annota Camber, è inadeguato: a fronte di 10
milioni di euro previsti per il 2008 vi è una potenziale platea
di 175 mila famiglie con figli: ciò significa 57 euro all'anno
per ciascuna, neanche 5 euro al mese.
Pur a fronte di un così ridicolo contributo, le strutture
organizzative dei Comuni non sono in grado di reggere il notevole
carico di lavoro derivante dalla gestione dei procedimenti
connessi alla Carta.
A titolo esemplificativo, il Comune di Trieste - dove Camber è
capogruppo di FI - potrebbe trovarsi a gestire sino a un massimo
di 33.760 domande. Dovrebbe dunque predisporre una struttura
organizzativa dislocata su tutte e 7 le circoscrizioni in grado
di far fronte adeguatamente, in primis, a ogni richiesta di
informazione da parte dei potenziali interessati in merito
all'accesso alle agevolazioni; poi, dovrebbe essere in grado di
ricevere le istanze presentate provvedendo, dopo aver verificato
i presupposti di legge, all'assegnazione degli identificativi,
della corrispondente intensità del beneficio, all'effettuazione
dei controlli sulle dichiarazioni presentate, all'attivazione e
gestione dei benefici e delle agevolazioni inserite nel catalogo
comunale.
Ipotizzando almeno 10 dipendenti che si distribuiscono almeno
1000 (ma potrebbero essere oltre 3000) domande a testa, la spesa
per il Comune di Trieste ammonterebbe a circa 400 mila euro a
carico del bilancio comunale: uno 0,1% di Ici in più.
La seconda importante criticità, continua Camber, consiste
nell'incertezza dei meccanismi di determinazione preventiva della
spesa che rimane a carico dei Comuni a seguito della stipulazione
delle convenzioni con soggetti pubblici e privati per la
fornitura di beni e servizi a prezzi scontati, ovvero per
l'applicazione di riduzioni di tariffe dei servizi pubblici
locali erogati direttamente o indirettamente nonché per la
concessione di agevolazioni o riduzione di imposte e tasse
locali. E' quasi impossibile insomma, conclude Camber, prevedere
anticipatamente le minori entrate di Ici e Tarsu nel momento in
cui viene redatto il bilancio di previsione.