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UDC: Molinaro, stop a fondo immobiliare per sanità

15.10.2007
14:32
(ACON) Trieste, 15 ott - COM/MPB - "Stop alla costituzione del fondo immobiliare per la razionalizzazione degli investimenti in sanità perché i margini di incertezza operativa sono troppi, la gestione si profila poco trasparente e i risparmi annunciati sono tutti da dimostrare. Le soluzioni possono essere altre, basta operare con realismo e senza secondi fini".

Lo sostiene il capogruppo dell'UDC in Consiglio regionale, Roberto Molinaro, a pochi giorni dall'esame della delibera della Giunta da parte della Commissione competente.

"Il decisionismo e la tabella di marcia che il presidente Illy vuol imporre non possono nascondere le perplessità di tanti, ancora più cresciute dopo l'illustrazione delle caratteristiche dello strumento fatte in Commissione - afferma l'esponente UDC - anche da parte di numerosi esponenti della stessa maggioranza per una scelta che, attuata a fine legislatura, compromette ogni diversa decisione di futuri governi regionali che la pensassero diversamente. Infatti, la cessione di tutti gli ospedali e presidi sanitari al nuovo soggetto è di fatto irreversibile per trent'anni, pena costi rilevanti per nuove procedure di trasferimento, che volessero ristabilire l'attuale situazione".

"Della vicenda colpiscono diversi aspetti, a partire da quello del contenuto della norma legislativa di riferimento - precisa il capogruppo UDC - dove la sinistra estrema di Intesa democratica ha impedito che nella realizzazione delle strutture ospedaliere intervenissero anche i privati, con apporto di risorse finanziarie, come avvenuto positivamente nel vicino Veneto, con la realizzazione del nuovo e moderno ospedale di Venezia-Mestre".

"La scelta di costituire per la prima volta in Italia un fondo immobiliare per realizzare in sanità nuove strutture, un piano decennale di 1350 milioni di euro, approvato già nel 2006 dalla Giunta regionale - sottolinea ancora Molinaro - presuppone tempistiche e procedure della durata incerta. In realtà, come per il nuovo ospedale di Udine, i ritardi nei tempi sono sotto gli occhi di tutti. Ma è anche prevista la individuazione di un soggetto gestore che dovrà a sua volta delegare ad altri soggetti l'attuazione degli appalti per la realizzazione delle opere, con l'evidente venir meno della necessaria trasparenza, e con un controllo regionale solo formale".

"I risparmi, infine, che sono stati sbandierati a sostegno dell'opportunità del fondo immobiliare sono tutti da realizzare, dal momento che per la stragrande maggioranza sono conseguenti all'accentramento di tutte le manutenzioni ordinarie e straordinarie delle strutture edilizie in capo a un unico soggetto - prosegue il capogruppo UDC - con economie risicate intorno all'1-2% massimo, che si potrebbero ottenere anche direttamente con la gestione delle Aziende sanitarie e dal Centro servizi condivisi. L'ipotizzato minore impegno di 44 unità di personale, sulle 110 attuali, poi, è del tutto teorico dal momento che tale personale resterebbe nell'immediato dipendente del Servizio sanitario regionale, non essendo licenziabile".

"Con queste premesse - conclude Molinaro - la ragionevolezza consiglierebbe di fermarsi e valutare anche le altre soluzioni possibili nell'interesse dei cittadini e dell'intero Servizio sanitario regionale. Ma gli intendimenti sono ancora una volta altri: l'ennesima operazione di neocentralismo regionale e il tentativo di nascondere i debiti per gli investimenti nella sanità, per evitare la modifica del rating di affidabilità, spostandoli dalla Regione, che già ha debiti per 1617 milioni, al nuovo fondo immobiliare".