UDC: Molinaro, stop a fondo immobiliare per sanità
(ACON) Trieste, 15 ott - COM/MPB - "Stop alla costituzione del
fondo immobiliare per la razionalizzazione degli investimenti in
sanità perché i margini di incertezza operativa sono troppi, la
gestione si profila poco trasparente e i risparmi annunciati sono
tutti da dimostrare. Le soluzioni possono essere altre, basta
operare con realismo e senza secondi fini".
Lo sostiene il capogruppo dell'UDC in Consiglio regionale,
Roberto Molinaro, a pochi giorni dall'esame della delibera della
Giunta da parte della Commissione competente.
"Il decisionismo e la tabella di marcia che il presidente Illy
vuol imporre non possono nascondere le perplessità di tanti,
ancora più cresciute dopo l'illustrazione delle caratteristiche
dello strumento fatte in Commissione - afferma l'esponente UDC -
anche da parte di numerosi esponenti della stessa maggioranza per
una scelta che, attuata a fine legislatura, compromette ogni
diversa decisione di futuri governi regionali che la pensassero
diversamente. Infatti, la cessione di tutti gli ospedali e
presidi sanitari al nuovo soggetto è di fatto irreversibile per
trent'anni, pena costi rilevanti per nuove procedure di
trasferimento, che volessero ristabilire l'attuale situazione".
"Della vicenda colpiscono diversi aspetti, a partire da quello
del contenuto della norma legislativa di riferimento - precisa il
capogruppo UDC - dove la sinistra estrema di Intesa democratica
ha impedito che nella realizzazione delle strutture ospedaliere
intervenissero anche i privati, con apporto di risorse
finanziarie, come avvenuto positivamente nel vicino Veneto, con
la realizzazione del nuovo e moderno ospedale di Venezia-Mestre".
"La scelta di costituire per la prima volta in Italia un fondo
immobiliare per realizzare in sanità nuove strutture, un piano
decennale di 1350 milioni di euro, approvato già nel 2006 dalla
Giunta regionale - sottolinea ancora Molinaro - presuppone
tempistiche e procedure della durata incerta. In realtà, come per
il nuovo ospedale di Udine, i ritardi nei tempi sono sotto gli
occhi di tutti. Ma è anche prevista la individuazione di un
soggetto gestore che dovrà a sua volta delegare ad altri soggetti
l'attuazione degli appalti per la realizzazione delle opere, con
l'evidente venir meno della necessaria trasparenza, e con un
controllo regionale solo formale".
"I risparmi, infine, che sono stati sbandierati a sostegno
dell'opportunità del fondo immobiliare sono tutti da realizzare,
dal momento che per la stragrande maggioranza sono conseguenti
all'accentramento di tutte le manutenzioni ordinarie e
straordinarie delle strutture edilizie in capo a un unico
soggetto - prosegue il capogruppo UDC - con economie risicate
intorno all'1-2% massimo, che si potrebbero ottenere anche
direttamente con la gestione delle Aziende sanitarie e dal Centro
servizi condivisi. L'ipotizzato minore impegno di 44 unità di
personale, sulle 110 attuali, poi, è del tutto teorico dal
momento che tale personale resterebbe nell'immediato dipendente
del Servizio sanitario regionale, non essendo licenziabile".
"Con queste premesse - conclude Molinaro - la ragionevolezza
consiglierebbe di fermarsi e valutare anche le altre soluzioni
possibili nell'interesse dei cittadini e dell'intero Servizio
sanitario regionale. Ma gli intendimenti sono ancora una volta
altri: l'ennesima operazione di neocentralismo regionale e il
tentativo di nascondere i debiti per gli investimenti nella
sanità, per evitare la modifica del rating di affidabilità,
spostandoli dalla Regione, che già ha debiti per 1617 milioni, al
nuovo fondo immobiliare".