V Comm: ddl procedimento elettorale, dibattito (2)
(ACON) Trieste, 16 ott - RC - Le garanzie di spazio per le pari
opportunità di genere, ma anche le sanzioni pecuniarie, sono
state al centro del dibattito sollevato dalla capogruppo di IpR,
Alessandra Battellino, che ha chiesto spiegazioni sui candidati
inseriti in lista, sugli spazi pubblicitari e il collocamento dei
manifesti elettorali. Le spiegazioni devono essere più precise,
non interpretabili ad personam - ha chiesto la consigliera.
Antonio Pedicini (FI) ha riaffermato che non si tratta di una
legge minore e dunque va esplicitata in modo puntuale. Positiva
l'idea di un Ufficio centrale regionale - ha detto - ma non può
essere posto alle dipendenze del presidente della Regione che,
magari, ha deciso di ricandidarsi: come minimo si presenta un
dubbio di opportunità. Il testo, poi, non tiene conto delle
frazioni in cui sono suddivisi i Comuni quanto ad affissione
garantita di almeno un cartellone elettorale e solleva dubbi
sull'assegnazione delle quote.
Franco Brussa (Margh-DS) ha sottolineato l'alto profilo
dell'inserire in legge le disposizioni che permettono ai
diversamente abili di votare stando a casa. Perplessità, invece,
sullo scrivere i compensi per presidenti e scrutatori di seggio
(meglio un regolamento a parte per snellire le eventuali
modifiche negli anni futuri); non è poi previsto un ruolo per il
Comitato regionale delle comunicazioni (Corecom) nel controllo
dell'informazione di propaganda; bisogna capire, nel caso di
comportamenti discordanti tra legge regionale e nazionale, quale
delle due norme è prevalente.
Carlo Monai (Citt) si è dissociato da quanto espresso da Pedicini
quando ritiene poco opportuno rifarsi a magistrati a riposo nella
formulazione dell'Ufficio centrale regionale e ne ha
sottolineato, invece, le capacità professionali. Semmai - ha
detto - se si vuole fugare ogni dubbio sull'imparzialità dei
componenti, si può scrivere che la loro scelta non deve ricadere
su chi ha un'attività politica nei partiti che si presentano in
lista. Monai ha quindi chiesto specifiche sulle spese elettorali.
Se non discipliniamo la materia - ha ricordato Maurizio Salvador
(UDC) - tutto resta in capo alla magistratura. Può, quindi,
l'attuale maggioranza regionale assumersi la responsabilità
politica di immaginare la costituzione di un organismo come
l'Ufficio centrale e soprattutto immaginarlo così come vorrebbe
il ddl in esame? L'invito di Salvador è di soppesare molto bene
la sua formulazione. Altre richieste le ha indirizzate alla
tessera elettorale e alle spese per la propaganda elettorale.
Luca Ciriani (AN) ha chiesto se è dettato da un obbligo tecnico
il far dipendere i sei componenti dell'Ufficio centrale dal
presidente della Regione. E' forse la Consulta - ha chiesto - che
ce lo impone dopo aver visto giudizi differenti espressi da
differenti Tribunali su casi simili di candidature dubbie?
L'affidare questo compito a persone che hanno più di 75 anni non
è per lui accettabile, ma soprattutto non è accettabile la loro
dipendenza. Gli organismi elettorali devono, invece,
rappresentare tutto il Consiglio regionale per garantire ogni
espressione politica.
Igor Kocijancic (PRC-SE) e Fulvio Follegot (LN) si sono, infine,
soffermati sulle esclusioni dei candidati in lista e sugli
equilibri da rispettare, riprendendo l'argomento sollevato in
apertura dalla Battellino. Chi formula la lista - gli ha risposto
Mauro Travanut (DS) - è responsabile politicamente se qualcuno in
seguito si toglie per qualunque motivo, fa mancare uno dei
requisiti indispensabili che la lista stessa deve avere e la fa
saltare interamente. C'è un rapporto massimo di rappresentanza di
genere (60%) arrotondato all'unità superiore - ha aggiunto
l'assessore Iacop, che ha rammentato i meccanismi che già
esistono per questi casi.
Se lasciassimo la materia in mano ad organi statali, non potremmo
legiferare in merito - ha poi aggiunto Iacop basandosi su una
specifica sentenza della Corte Costituzionale. Se utilizzassimo
magistrati in servizio, dovremmo ottenere l'autorizzazione del
Consiglio superiore della magistratura. A fini di garanzia, si
potrebbe prevedere che i nominativi dell'Ufficio centrale siano,
ad esempio, elencati dal Consiglio regionale entro un determinato
lasso di tempo. Per la propaganda elettorale, il confine è
incerto tra quanto può essere normato in modo regionale rispetto
a principi nazionali. Per la comunicazione e l'utilizzo di
strumenti di comunicazione, questa materia rientra ancor di più
nelle garanzie individuate dallo Stato attraverso varie
Authority.
Alla ripresa dei lavori, alle 14.30, la Commissione voterà gli
articoli.
(segue)