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CR: DPEFR, dibattito generale (9)

17.10.2007
15:45
(ACON) Trieste, 17 ott - RC - Documento frettoloso, per Paolo Ciani (AN), che trova diverse cose irrealizzabili, scritte solo per riempire pagine, non per dare una reale prospettiva al territorio (ad esempio allargare a tutti i Comuni il sistema tavolare). Il consigliere ha quindi accusato la maggioranza di non utilizzare la potestà primaria che il Friuli Venezia Giulia ha quanto ad Enti locali e trasferimenti finanziari, se non per creare enti doppione come le Comunità montane che vanno a sovrapporsi alle ASTER. Duro l'attacco anche alle politiche per le imprese (il sistema non è aiutato) e per il turismo (Turismo FVG è uno sperpero di denaro pubblico).

Renzo Petris (DS-PD) ha affermato che la Regione non ha il potere di aumentare o creare nuove tasse; l'IRAP è al minimo, lo 0,9%, e la montagna ha ottenuto il massimo sostegno che poteva ottenere; è strumentale parlare di aumenti causa ticket sanitari che sono solo nella testa del centro-destra. Quanto alla parità scolastica, non risulta che le scuole private e quelle confessionali non siano state sostenute tanto quanto quelle statali. L'affermazione di principio espressa nel Documento sugli Enti locali non va modificata e si sostiene l'aspetto sperequativo tra Comuni piccoli e Comuni grandi. Ambiente e tutela delle acque sono un capitolo che, in effetti, andrebbe approfondito.

DPEFR perfettibile, per Uberto Fortuna Drossi (Citt), che ritorna a chiedere, dopo averlo già fatto in I Commissione, che sui siti di bonifica nazionale si possano insediare solo le imprese con emissioni tendenti a zero e non quelle che presentano criticità: solo così si andrà verso un'industria pulita, senza camini. Per le ATER e l'edilizia pubblica popolare non si prevedono nuovi percorsi come gli investimenti chiusi che permettono che l'inquilino sia anche finanziatore del fondo immobiliare, cosa che già avviene in Germania. Inesistente un Piano dei rifiuti regionale: ci sono solo quelli provinciali, che però andrebbero aboliti in favore di accordi per tutto il territorio, magari con altre Regioni e anche con realtà confinanti.

Scarsa la stima del fabbisogno complessivo, per Massimo Blasoni (FI). Si legge che l'indebitamento non sarà aumentato, però poi la Giunta si contraddice istituendo un fondo per la sanità di 1,7 miliardi costituito dai beni immobili della sanità al fine di fare un indebitamento di 1,4 miliardi per fare altri investimenti: d'accordo, ma si ammetta che la manovra rientra nell'indebitamento. Si afferma che si è bravi in sanità, ma si evita di dire che le liste di attesa sono più lunghe da noi che in altre regioni vicine. Per la Carta Famiglia, in due anni non si è speso un solo euro; si dice che a gennaio si metteranno 10 milioni, ma i conti parlano di un bisogno minimo di 69 milioni.

(segue)