UDC: Molinaro su Fondo immobiliare sanità
(ACON) Trieste, 18 ott - COM/ET - "La costituzione del Fondo
immobiliare per la razionalizzazione degli investimenti in sanità
è una scelta irresponsabile e costosa perché i margini di
incertezza operativa sono troppi, la gestione si profila poco
trasparente e i risparmi annunciati sono tutti da dimostrare. Le
soluzioni possono essere altre, basta operare con realismo e
senza secondi fini"
Lo sostiene il capogruppo dell'UDC in Consiglio regionale,
Roberto Molinaro, a giustificazione del parere contrario espresso
nella Commissione competente sulla deliberazione di merito della
Giunta regionale, che ha visto anche la spaccatura della
maggioranza con il voto contrario di PRC-SE, PDCI e Verdi.
"Il decisionismo del presidente Illy non può nascondere le
perplessità e le contrarietà di tanti, ancora più cresciute dopo
l'illustrazione delle caratteristiche dello strumento fatta in
Commissione - afferma l'esponente UDC - e per le quali, a fronte
di puntuali contestazioni circa le incongruenze e le violazioni
di norme in vigore, che tutti i rappresentanti del centro destra
hanno espresso, non è stata data risposta".
"Della vicenda colpiscono diversi aspetti, a partire da quello
del contenuto della norma legislativa di riferimento contenuta
nella finanziaria 2007 - precisa il Capogruppo UDC - dove la
sinistra estrema di Intesa democratica ha impedito che nella
realizzazione delle strutture ospedaliere intervenissero anche i
privati, con apporto di risorse finanziarie, come avvenuto
positivamente nel vicino Veneto, con la realizzazione del nuovo e
moderno ospedale di Venezia-Mestre".
"La scelta di costituire un Fondo immobiliare per la ricerca
delle risorse necessarie a realizzare in sanità nuove strutture è
conseguenza del piano decennale per un valore di 1350 milioni di
euro, approvato già nel 2006 dalla Giunta regionale - sottolinea
ancora il capogruppo Molinaro - e presuppone tempistiche e
procedure dalla durata imprecisata. Questo quando in alcune
realtà, come il nuovo ospedale di Udine, i ritardi nei tempi sono
sotto gli occhi di tutti. Ma perché il Fondo funzioni è anche
prevista l'individuazione di una società di gestione che dovrà a
sua volta delegare ad altri soggetti l'attuazione degli appalti
per la realizzazione delle opere per oltre un miliardo di euro,
con l'evidente venir meno della necessaria trasparenza, e con un
controllo regionale solo formale".
"I risparmi, infine, che sono stati sbandierati a sostegno della
bontà del Fondo immobiliare sono tutti da conseguire e ancora
incerti, dal momento che gran parte di essi sono conseguenti
all'accentramento di tutte le manutenzioni ordinarie e
straordinarie delle strutture edilizie in capo a un unico
soggetto - prosegue il capogruppo UDC - con risparmi risicati
intorno all'1-2 per cento massimo, che si potrebbero ottenere
agevolmente anche direttamente con la gestione delle Aziende
sanitarie e dal Centro servizi condivisi. L'ipotizzato risparmio
per un minore impegno di 44 unità di personale, sui 110
attualmente utilizzati, poi, è del tutto teorico dal momento che
tale personale resterà nell'immediato dipendente del Servizio
sanitario regionale, non essendo licenziabile e quindi mantenendo
la relativa spesa".
"Con queste premesse - conclude Molinaro - la ragionevolezza
consiglierebbe di fermarsi e valutare anche le altre soluzioni
possibili nell'interesse dei cittadini e dell'intero Servizio
sanitario regionale. Ma gli intendimenti sono ancora una volta
altri: l'ennesima operazione di neocentralismo regionale e il
tentativo di nascondere i debiti per gli investimenti nella
Sanità, per evitare la modifica del rating di affidabilità,
spostandoli dalla Regione, che già ha debiti per 1617 milioni, a
un altro soggetto, il nuovo Fondo immobiliare".