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CR: legge tutela sloveno, dichiarazioni di voto (5)

23.10.2007
17:14
(ACON) Trieste, 23 ott - DT - Voto favorevole su questa legge anche e soprattutto a nome di Mirko Spacapan. Cristiano Degano (Margh-PD), intervenendo nella discussione generale, ricorda il collega (assente dall'Aula per malattia) e il suo importante contributo sul provvedimento. Sappiamo quanto ci teneva ad essere presente per l'approvazione della legge, afferma. E poi fa notare, riferendosi al centrodestra, come certi atteggiamenti difficilmente potranno convincere coloro che guardano al futuro, alla nuova Europa: alcuni in questo Consiglio, dice, sanno guardare solo al passato e fanno vecchie battaglie di retroguardia.

Igor Kocijancic (PRC-SE) non ricorda un clima così teso come quello sperimentato su questo provvedimento. I milioni di euro di cui si parla?, aggiunge. Sono soltanto 5, invariati da anni e nemmeno indicizzati. Tra le novità della legge, le associazioni di riferimento: sono importanti, nessuno può mettere in dubbio il loro radicamento e il valore di rappresentanza oggettiva. In merito invece al resiano e al suo riconoscimento, bisogna dare atto anche alla maggioranza di questa apertura ma non spetta al Consiglio rilasciare patenti sull'appartenenza linguistica. Non lo poteva fare prima di questa legge, non lo potrà fare dopo.

Nonostante le dispute, dichiara Mauro Travanut (DS-Margh) agganciandosi al lungo dibattito sul resiano, le nostre radici sono quelle, le nostre minoranze sono quelle definite: certo, esistono delle variabili ma le valutazioni del caso sono compito della scienza, di chi sa farlo.

Per Paolo Ciani (AN) questa legge è basata su finanziamenti dati espressamente a precise associazioni del mondo sloveno, sloveni che intendono imporre la propria logica anche all'interno di un perimetro che non compete loro per storia, cultura e tradizione. La nostra è una battaglia di identità, c'è invece chi ha venduto parte del territorio regionale alla comunità slovena in cambio della legge sul friulano.

Carlo Monai (Citt) ricorda come ora lo sforzo della Regione debba andare in direzione anche della minoranza tedesca e delle altre, seppur piccole, comunità linguistiche presenti in Friuli Venezia Giulia. Ci sono state delle aperture effettive nei confronti del resiano, ed è la prima volta che accade. Se oggi noi godiamo di una specialità regionale, è grazie al plurilinguismo. Insomma, quello che era considerato, il plurilinguismo appunto, una sorta di intralcio nonché elemento di divisione, oggi è un'opportunità.

(segue)