CR: legge tutela sloveno, dichiarazioni di voto (5)
(ACON) Trieste, 23 ott - DT - Voto favorevole su questa legge
anche e soprattutto a nome di Mirko Spacapan. Cristiano Degano
(Margh-PD), intervenendo nella discussione generale, ricorda il
collega (assente dall'Aula per malattia) e il suo importante
contributo sul provvedimento. Sappiamo quanto ci teneva ad essere
presente per l'approvazione della legge, afferma. E poi fa
notare, riferendosi al centrodestra, come certi atteggiamenti
difficilmente potranno convincere coloro che guardano al futuro,
alla nuova Europa: alcuni in questo Consiglio, dice, sanno
guardare solo al passato e fanno vecchie battaglie di
retroguardia.
Igor Kocijancic (PRC-SE) non ricorda un clima così teso come
quello sperimentato su questo provvedimento. I milioni di euro di
cui si parla?, aggiunge. Sono soltanto 5, invariati da anni e
nemmeno indicizzati. Tra le novità della legge, le associazioni
di riferimento: sono importanti, nessuno può mettere in dubbio il
loro radicamento e il valore di rappresentanza oggettiva. In
merito invece al resiano e al suo riconoscimento, bisogna dare
atto anche alla maggioranza di questa apertura ma non spetta al
Consiglio rilasciare patenti sull'appartenenza linguistica. Non
lo poteva fare prima di questa legge, non lo potrà fare dopo.
Nonostante le dispute, dichiara Mauro Travanut (DS-Margh)
agganciandosi al lungo dibattito sul resiano, le nostre radici
sono quelle, le nostre minoranze sono quelle definite: certo,
esistono delle variabili ma le valutazioni del caso sono compito
della scienza, di chi sa farlo.
Per Paolo Ciani (AN) questa legge è basata su finanziamenti dati
espressamente a precise associazioni del mondo sloveno, sloveni
che intendono imporre la propria logica anche all'interno di un
perimetro che non compete loro per storia, cultura e tradizione.
La nostra è una battaglia di identità, c'è invece chi ha venduto
parte del territorio regionale alla comunità slovena in cambio
della legge sul friulano.
Carlo Monai (Citt) ricorda come ora lo sforzo della Regione debba
andare in direzione anche della minoranza tedesca e delle altre,
seppur piccole, comunità linguistiche presenti in Friuli Venezia
Giulia. Ci sono state delle aperture effettive nei confronti del
resiano, ed è la prima volta che accade. Se oggi noi godiamo di
una specialità regionale, è grazie al plurilinguismo. Insomma,
quello che era considerato, il plurilinguismo appunto, una sorta
di intralcio nonché elemento di divisione, oggi è un'opportunità.
(segue)