Pdci: Zorzini su legge tutela sloveno
(ACON) Trieste, 23 ott - COM/ET - La nuova legge regionale di
tutela della minoranza slovena non porta grandi novità nè
cambiamenti, ma si limita a normare diritti già acquisiti, a
fotografare lo status quo.
È quanto sostiene la consigliera dei Comunisti italiani, Bruna
Zorzini, aggiungendo che l'agitazione, la disinformazione e la
demagogia da parte del centrodestra sono perciò del tutto
inspiegabili.
La consigliera elenca poi i lati positivi della legge. Fino ad
oggi la minoranza veniva sostenuta dallo Stato, ora anche la
Regione si assume le sue responsabilità. I contributi del Fondo
regionale saranno più efficaci se lo stesso sarà consistente da
subito, in modo da sopperire con tali risorse alle carenze della
legge 38. Penso soprattutto, continua la Zorzini, alle
trasmissioni in lingua slovena e agl edifici per le attività
culturali.
L'esponente dei Comunisti italiani si dice anche soddisfatta del
fatto che questa norma porrà definitivamente fine ai problemi
finanziari della scuola bilingue di San Pietro al Natisone.
La formulazione degli articoli che riguardavano la promozione
lingua e delle sue parlate è stata particolarmente difficile
perchè anche l'ala destra di Intesa democratica l'ha voluta
leggere in chiave di contrapposizione fra lingua slovena e
dialetti e parlate locali. In questo senso si sono dovuti fare
compromessi.
Contraporre le parlate alla lingua non ha alcun senso. Nessuno ha
mai dichiarato che queste ultime debbano sparire. Esse devono
piuttosto arricchire la lingua ponte che con la prossima caduta
dei confini farà da collante fra di noi - e questa è lo sloveno.
Siccome i linguisti hanno già fatto chiarezza a questo proposito,
spiega la consigliera, il problema rimane prettamente politico
checchè ne dicano i colleghi del centrodestra che in questi
giorni si sono improvvisati "tecnici del mestiere". In effetti
non facevano che ripetere argomenti già usati in altri frangenti
quando si voleva abbassare il livello della discussione o
rallentare le approvazioni di leggi in favore della comunità
slovena. La verità storica vuole che il richiamo ai dialetti e
alle parlate siano stati sempre bandiera di chi, in provincia di
Udine, si opponeva ai diritti delle minoranze.
Se ho votato a favore di questa legge, conclude la Zorzini, è
anche perché adesso che la legislatura sta finendo, non abbiamo
più il tempo per cercare di trovare soluzioni migliorative e
mediazioni di alto profilo. Perciò, quanto fatto, rappresenta
solo il primo passo e sarà la pratica futura a dire se dovremo
migliorarlo.