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CR: legge friulano, relatore minoranza Camber (11)

23.10.2007
18:03
(ACON) Trieste, 23 ott - DT - Si legifera di corsa, quasi non si debbano ponderare approfonditamente le conseguenze, anche onerose, di ciò che questo Consiglio regionale dovrà votare oggi.

Piero Camber (FI) non sostiene la legge di tutela della lingua friulana. E spiega i suoi sei no. Perché è una legge che tutela solo la lingua e la cultura friulana, innanzitutto, dimenticando come sul territorio regionale ci siano anche altre parlate storiche minoritarie (triestino, bisiaco, gradese, veneto) e relative culture che andrebbero parimenti tutelate, sull'esempio della Sardegna.

E' poi una legge nazionalista in quanto crea un'identità nazionale friulana separata da quella italiana. Ed è anche un provvedimento profondamente iniquo verso le famiglie visto che devono esplicitamente dichiarare, in nome e per conto dei loro figli, che non vogliono far studiare il friulano ai loro ragazzi. Così, coloro che decideranno per il no, rischieranno di emarginarsi rispetto alla comunità dove risiedono.

Ma questa è pure una legge che crea privilegi: i docenti delle altre materie, per poter lavorare, dovranno conseguire un titolo abilitativo di conoscenza della lingua friulana. E chi desiderasse lavorare nelle pubbliche amministrazioni friulane non statali, per partecipare ai concorsi, dovrà conseguire - anche in questo caso - un titolo ad hoc.

Ultimo no, sui costi di un provvedimento del genere: sette milioni di euro annui iniziali posti dalla Regione, e quindi a carico di tutta la comunità regionale anche non friulanofona.

Una legge così, conclude Camber, non rappresenterà assolutamente un volano per lo sviluppo del Friuli. Se non ci sarà uno scatto d'orgoglio, i friulani si avvieranno verso un isolamento inevitabile per, forse, solo dei calcoli elettoralistici.

(segue)