CR: legge friulano, relatore minoranza Camber (11)
(ACON) Trieste, 23 ott - DT - Si legifera di corsa, quasi non
si debbano ponderare approfonditamente le conseguenze, anche
onerose, di ciò che questo Consiglio regionale dovrà votare oggi.
Piero Camber (FI) non sostiene la legge di tutela della lingua
friulana. E spiega i suoi sei no. Perché è una legge che tutela
solo la lingua e la cultura friulana, innanzitutto, dimenticando
come sul territorio regionale ci siano anche altre parlate
storiche minoritarie (triestino, bisiaco, gradese, veneto) e
relative culture che andrebbero parimenti tutelate, sull'esempio
della Sardegna.
E' poi una legge nazionalista in quanto crea un'identità
nazionale friulana separata da quella italiana. Ed è anche un
provvedimento profondamente iniquo verso le famiglie visto che
devono esplicitamente dichiarare, in nome e per conto dei loro
figli, che non vogliono far studiare il friulano ai loro ragazzi.
Così, coloro che decideranno per il no, rischieranno di
emarginarsi rispetto alla comunità dove risiedono.
Ma questa è pure una legge che crea privilegi: i docenti delle
altre materie, per poter lavorare, dovranno conseguire un titolo
abilitativo di conoscenza della lingua friulana. E chi
desiderasse lavorare nelle pubbliche amministrazioni friulane non
statali, per partecipare ai concorsi, dovrà conseguire - anche in
questo caso - un titolo ad hoc.
Ultimo no, sui costi di un provvedimento del genere: sette
milioni di euro annui iniziali posti dalla Regione, e quindi a
carico di tutta la comunità regionale anche non friulanofona.
Una legge così, conclude Camber, non rappresenterà assolutamente
un volano per lo sviluppo del Friuli. Se non ci sarà uno scatto
d'orgoglio, i friulani si avvieranno verso un isolamento
inevitabile per, forse, solo dei calcoli elettoralistici.
(segue)