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CR: legge tutela friulano, dibattito generale (5)

24.10.2007
16:29
(ACON) Trieste, 24 ott - RC - Il provvedimento ha ingenerato il timore dell'innesto di un processo di separazione - per Maria Cristina Carloni (DS-PD). Alcuni considerano ancora il concetto di diritto alla lingua come persistenza di differenze che potrebbero portare a conflitti tra territori diversi, ma il diritto alla propria lingua è sancito dalla Costituzione italiana e da quella europea. Dobbiamo iniziare a considerare il friulano quale lingua regionale europea. È grazie a essa che la Regione deve il suo continuare a essere speciale. E' compito della Scuola armonizzare culture e lingue.

Bruna Zorzini (PDCI) ha ricordato il suo impegno da sempre alla tutela delle lingue minoritarie, non ultimo per la valorizzazione del friulano. La situazione è ancora precaria - ha aggiunto. C'è ancora ignoranza sulla materia o comunque c'è la volontà di interpretarla in maniera restrittiva come già ieri si è cercato di fare per lo sloveno. Imparare una lingua locale non toglie nulla all'apprendimento di una lingua internazionale, anzi lo migliora. Dovrebbero sentirsi garantiti tutti quelli che temono imposizioni e forzature. L'autonomia scolastica è giusta, ma non se ciò significa restare immobili.

La questione essenziale è chi deve stare nella legge e chi ritiene di doverne restare fuori: questo è l'unico punto su cui ci deve essere un accordo bipartisan politico, tutto il resto riguarda i cittadini, i Comuni - ha esordito Isidoro Gottardo (FI). Chi non ravvisa la necessità di questa legge, la vede come una complicanza. Una volta la questione girava intorno ai fondi ai quali i Comuni potevano accedere solo se inseriti in un certo contesto: questa legge elimina il problema. Il presidente della Regione, se vuole che la legge arrivi in porto rapidamente, cerchi un consenso concordato.

Bruno Di Natale (AN) si è espresso in lingua friulana affermando che non è contro il friulano, ma contro ciò che questa legge significa veramente. E' contro i furbi che vogliono far credere che sia il friulano che si tutela, invece questa legge è un cavallo di Troia per far entrare lo sloveno in una parte del Friuli dove lo sloveno non c'è mai stato. Si tratta di un trucco studiato da tempo per entrare nel sistema e avere le leve per avere in mano tutto: l'organizzazione, la scuola, gli enti locali. Avremo un sistema dell'amministrazione e dell'insegnamento a macchia di leopardo. Ma allora il vero friulano qual è?

Tema che si presta a speculazioni, per Antonio Pedicini (FI). La difesa dei propri valori è di quanto più nobile possa fare un uomo. Non occorre un brevetto a parlare in friulano, per poter rispondere a dovere a chi interloquisce in questa lingua: non c'è un reale problema, sul territorio, di spendere la lingua friulana. Dire che si deve recuperare il patrimonio di questa lingua è sacrosanto, è necessario che si studi e si lasci al futuro la poetica e i sentimenti di una vita che si esprime anche attraverso la lingua. Ma costruire un circo intorno a questo, sarà il peggiore servizio che si potrà fare.

(segue)