CR: legge tutela friulano, dibattito generale (5)
(ACON) Trieste, 24 ott - RC - Il provvedimento ha ingenerato il
timore dell'innesto di un processo di separazione - per Maria
Cristina Carloni (DS-PD). Alcuni considerano ancora il concetto
di diritto alla lingua come persistenza di differenze che
potrebbero portare a conflitti tra territori diversi, ma il
diritto alla propria lingua è sancito dalla Costituzione italiana
e da quella europea. Dobbiamo iniziare a considerare il friulano
quale lingua regionale europea. È grazie a essa che la Regione
deve il suo continuare a essere speciale. E' compito della Scuola
armonizzare culture e lingue.
Bruna Zorzini (PDCI) ha ricordato il suo impegno da sempre alla
tutela delle lingue minoritarie, non ultimo per la valorizzazione
del friulano. La situazione è ancora precaria - ha aggiunto. C'è
ancora ignoranza sulla materia o comunque c'è la volontà di
interpretarla in maniera restrittiva come già ieri si è cercato
di fare per lo sloveno. Imparare una lingua locale non toglie
nulla all'apprendimento di una lingua internazionale, anzi lo
migliora. Dovrebbero sentirsi garantiti tutti quelli che temono
imposizioni e forzature. L'autonomia scolastica è giusta, ma non
se ciò significa restare immobili.
La questione essenziale è chi deve stare nella legge e chi
ritiene di doverne restare fuori: questo è l'unico punto su cui
ci deve essere un accordo bipartisan politico, tutto il resto
riguarda i cittadini, i Comuni - ha esordito Isidoro Gottardo
(FI). Chi non ravvisa la necessità di questa legge, la vede come
una complicanza. Una volta la questione girava intorno ai fondi
ai quali i Comuni potevano accedere solo se inseriti in un certo
contesto: questa legge elimina il problema. Il presidente della
Regione, se vuole che la legge arrivi in porto rapidamente,
cerchi un consenso concordato.
Bruno Di Natale (AN) si è espresso in lingua friulana affermando
che non è contro il friulano, ma contro ciò che questa legge
significa veramente. E' contro i furbi che vogliono far credere
che sia il friulano che si tutela, invece questa legge è un
cavallo di Troia per far entrare lo sloveno in una parte del
Friuli dove lo sloveno non c'è mai stato. Si tratta di un trucco
studiato da tempo per entrare nel sistema e avere le leve per
avere in mano tutto: l'organizzazione, la scuola, gli enti
locali. Avremo un sistema dell'amministrazione e
dell'insegnamento a macchia di leopardo. Ma allora il vero
friulano qual è?
Tema che si presta a speculazioni, per Antonio Pedicini (FI). La
difesa dei propri valori è di quanto più nobile possa fare un
uomo. Non occorre un brevetto a parlare in friulano, per poter
rispondere a dovere a chi interloquisce in questa lingua: non c'è
un reale problema, sul territorio, di spendere la lingua
friulana. Dire che si deve recuperare il patrimonio di questa
lingua è sacrosanto, è necessario che si studi e si lasci al
futuro la poetica e i sentimenti di una vita che si esprime anche
attraverso la lingua. Ma costruire un circo intorno a questo,
sarà il peggiore servizio che si potrà fare.
(segue)