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Pens: Ferone su legge friulano

24.10.2007
17:28
(ACON) Trieste, 24 ott - COM/AB - La lingua friulana è molto diffusa in Friuli Venezia Giulia, viene parlata soprattutto in provincia di Udine, ma anche in molti Comuni della provincia di Gorizia e in alcuni della provincia di Pordenone. Nella vita di tutti i giorni il friulano è usato per comunicare: basti pensare ai cartelli stradali bilingue in provincia di Udine, ai telegiornali in friulano, all'uso della lingua nei rapporti con le istituzioni comunali (vedasi la nascita di sportelli per la lingua friulana in vari Comuni).

Questo fatto - osserva il consigliere regionale del Partito Pensionati Luigi Ferone - non può essere messo in secondo piano e mi sembra doveroso che la Regione tuteli e riconosca la lingua friulana come un diritto per tutti quei cittadini che, per tradizione familiare o interesse personale, parlano il friulano. L'argomento non è sicuramente facile da trattare, ma non per questo va chiuso in un cassetto. Lo Stato italiano ha riconosciuto la minoranza friulana con la legge 482/1999 e questo ne ha permesso l'insegnamento nelle scuole. È un forte segno di democrazia permettere ai cittadini di comunicare, imparare e leggere in friulano e soprattutto permettere che questo avvenga anche nelle scuole; tale argomento, però, ha suscitato molte polemiche. È democratico anche concedere alle famiglie la possibilità di scegliere un percorso educativo che permetta ai loro figli di avvicinarsi, di studiare e conoscere le loro tradizioni linguistiche.

Credo che la parola chiave sia libertà: libertà d'insegnamento e libertà di scelta. Non si toglie nulla a nessuno, si concede solo un diritto in più a qualcuno, a chi lo vuole. Mettere a confronto l'insegnamento del friulano con quello dell'inglese o di altre lingue molto diffuse mi sembra inutile e inopportuno. È utile e costruttivo, per chi lo desidera, conoscere sia il friulano che le lingue straniere maggiormente diffuse, in quanto rispondono a bisogni diversi. Il friulano è legato a tradizioni locali, l'inglese, lo spagnolo e le altre lingue europee aprono le porte del mondo.

Credo che la polemica non serva a nulla, che la discussione sterile possa portare solo a confusione. I nostri interlocutori devono essere i cittadini e se i cittadini chiedono tutela per la loro lingua, la Regione la deve concedere. Ricordando che la cultura non ha confini, si può imparare tutto, un po' di tutto, si può decidere di non usare ciò che si è imparato o di approfondire autonomamente certi temi. Tutto questo nell'assoluta libertà di scelta. Le istituzioni legiferano tenendo conto dei bisogni, dei valori, delle tradizioni delle proprie terre e questa legge va proprio in questa direzione: tiene conto dei suoi cittadini che parlano in friulano e che vogliono che i loro figli lo imparino a scuola.