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CR: legge tutela friulano, dibattito generale (8)

24.10.2007
19:44
(ACON) Trieste, 24 ott - DT - Nessuno vuole costituire una sorta di nazione-Friuli, non c'è scritto da nessuna parte in questa legge. Per Kristian Franzil (PRC-SE) quel che si intende fare, invece, è elevare il friulano a dignità di lingua e non imporre nulla a nessuno, prendendo il meglio che c'è in Europa in materia e facendo qualcosa in più rispetto a quanto disposto dalla legge nazionale 482. E chi è contrario al provvedimento, vada pure nelle tante scuole, nei tanti Comuni, perfino alle Aziende sanitarie (anche in quella di Trieste) che hanno fatto domanda per aderirvi.

Un provvedimento sensato, costruttivo, ma con qualche perplessità. Mirio Bolzan (DS-PD) avverte: c'è qualche timore sul voler creare, dopo questo passo, la superprovincia friulana. Noi dobbiamo essere consapevoli della delicatezza della struttura, politica e storica, di questa Regione - ha sostenuto - che deve avere come primo obiettivo l'integrazione, la convivenza, il rispetto del diverso. Questo territorio ha bisogno, insomma, di una gestione attenta. La legge sul friulano la dobbiamo fare, ma guai a tradire la missione di una politica responsabile che vuole mantenere la complessità del Friuli Venezia Giulia. Che è poi la vera ragione della nostra specialità. Che la nostra sia una Regione martoriata, geopoliticamente particolare, è un dato di fatto, riflette Giancarlo Tonutti (Margh-PD). Oggi, però, abbiamo perso un patrimonio culturale, tant'è che a Gorizia e a Trieste si parlavano quattro lingue. Questa complessità deve essere il motivo, storico, per ricostruire quella che era la fortunata situazione di un tempo che oggi si ripresenta. I friulani sono perfettamente bilingui, e ciò significa che questa legge ha un altro sapore: riconoscere, cioé, non più una lingua intesa come luogo dell'emarginazione ma come portatrice di cultura, e ridare dignità alla forma espressiva di un popolo che si riconosce in essa. Questa legge, infine, può esser l'occasione per lavorare sulle vicende dell'ultimo secolo, per far diventare il Friuli Venezia Giulia una terra dove gli scontri si trasformano in incontri.

E' paradossale che la questione della lingua friulana venga affrontata a fine legislatura grazie a una scelta precisa di un presidente triestino quale Riccardo Illy, fa notare la capogruppo della LN, Alessandra Guerra. Ricordo - ha detto - che oggi si sono iscritti a parlare 28 consiglieri: per fortuna che questa legge era una sciocchezza, era provincialismo. Eppure il tasso di cultura democratica di un Paese si rivela dalla pari dignità data ai diritti della maggioranza e delle minoranze. Il problema è che il veleno del nazionalismo fascista, che qui è sempre stato storicamente forte, ha contaminato moltissimi di quelli che sono stati gli interventi di questi mesi, di destra e di sinistra. Che dire poi del riconoscimento del diritto a parlare e imparare friulano nella scuola? E' un diritto che discende dalla nostra Costituzione, noi oggi solo applichiamo questo diritto rivendicato da 40 anni mentre in Italia è prevalsa la cultura nazionalista che identifica cittadinanza e nazionalità.

(segue)