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V Comm: approvato disegno di legge procedimento elettorale

25.10.2007
16:09
(ACON) Trieste, 25 ott - La V Commissione presieduta da Antonio Martini (Margh-PD) ha terminato l'approvazione del disegno di legge sul procedimento per l'elezione del presidente della Regione e del Consiglio regionale, approvazione che il 16 ottobre scorso era stata interrotta a 82 articoli su 92 totali. La votazione ha registrato il favore di Intesa Democratica e Franco Brussa (Margh-PD) relatore unico di maggioranza; la contrarietà di IpR con Alessandra Battellino relatore di minoranza; l'astensione di LN, UDC, FI con Antonio Pedicini relatore di minoranza e AN con Luca Ciariani pure relatore di minoranza. Diversi i punti che tenterò di modificare in Aula - ha preannunciato la Battellino dichiarando il suo voto contrario - attraverso altrettanti emendamenti che presenterò in quell'occasione.

Gli argomenti su cui la Commissione si era riservata di soffermarsi riguardavano la nomina dei sei componenti dell'Ufficio centrale regionale (nominati con decreto del presidente della Regione, affermava la prima versione dell'articolo 11), la dichiarazione di presentazione delle candidature con l'obbligo di raccolta delle sottoscrizioni (art. 17), la rinuncia alla candidatura alla carica di consigliere regionale (art. 19), i compensi ai componenti degli Uffici elettorali di sezione (art. 63), le sanzioni amministrative pecuniarie (art. 76), le spese per la propaganda elettorale (articoli 77-78) e infine le leggi che saranno abrogate, le norme finanziarie e l'entrata in vigore (artt. 90-91-92).

L'articolo 11 - nonostante le modifiche della Giunta che volevano 12 soggetti eletti dal Consiglio regionale con voto limitato a otto preferenze, e tra questi 12 il presidente della Regione ne sceglieva sei - si è però presentata come una questione ancora aperta.

Inizialmente, Pedicini aveva proposto che la scelta fosse casuale, ovvero avvenisse attraverso un'estrazione da parte della Giunta, ma la soluzione non aveva registrato il favore del capogruppo dei DS-PD, Mauro Travanut, che aveva sostenuto la sensibilità di chiunque rivesta la carica di presidente di Giunta. Chiunque può essere influenzabile - aveva allora affermato il capogruppo di AN, Luca Ciriani, che preferiva l'estrazione a sorte.

Perché - era stata la proposta di Maurizio Salvador (UDC) - non far scendere il numero degli eletti da 12 a 8 e le preferenze da 8 a 4? In tal modo anche se il presidente scegliesse tutti e 4 i preferiti dalla maggioranza, dovrebbe comunque nominare almeno 2 soggetti votati dalle opposizioni. Carlo Monai dei Cittadini, però, ha modificato ulteriormente il numero degli eletti dal Consiglio portandolo direttamente a 6 e i voti di preferenza a 3, così - ha spiegato - il presidente della Regione non potrà che prendere atto dei sei soggetti scelti dall'Aula, senza poter decidere nulla. La soluzione ha così trovato il consenso trasversale dei consiglieri, ad eccezione di Pedicini che si è astenuto e della Battellino che si è espressa contro.

Tra gli altri emendamenti, un punto atteso era quello inerente le conseguenze in caso di rinuncia di un candidato in lista alla carica di consigliere regionale. La Giunta ha stabilito che questa produce effetti sulla composizione delle liste se presentata a uno dei soggetti citati all'articolo 14 del disegno di legge in esame (presidente o segretario del partito o del gruppo politico, o persona indicata) entro il decimo giorno antecedente la scadenza del termine per la presentazione delle candidature con dichiarazione sottoscritta dall'interessato e autenticata.

(immagini alle tv)