FI: Camber, no all'accorpamento Ass di Trieste con Gorizia
(ACON) Trieste, 06 nov - COM/DT - La Giunta regionale ha
approvato il disegno di legge sulla riduzione da 6 a 3 delle
Aziende sanitarie regionali e, conseguentemente,
sull'accorpamento dell'Ass di Trieste con quella di Gorizia.
Lo mette in evidenza, in una nota, il consigliere regionale di FI
Piero Camber che aggiunge: ora la parola passerà prima al
Consiglio delle Autonomie locali e poi al Consiglio regionale.
L'esito (6 voti favorevoli, 4 contrari e 11 assenti) della
Conferenza regionale sulla programmazione sanitaria sulla riforma
delle Aziende per i servizi sanitari - dichiara Camber - è
l'esempio emblematico dell'ennesima riforma sanitaria perseguita
dalla sinistra.
Una riforma del sistema sanitario regionale dovrebbe essere
indirizzata all'ammodernamento delle strutture ospedaliere e di
quelle dedicate alla ricerca, al personale, all'incremento delle
prestazioni ambulatoriali, alle strutture territoriali (quelle
più vicine agli utenti-cittadini), alla prevenzione capillare,
all'azzeramento delle liste di attesa per le prestazioni
sanitarie per acuti (sia ambulatoriali che di ricovero
ospedaliero) e per post-acuti (RSA e riabilitative), agli
investimenti in attrezzature tecnologicamente adeguate. Qui,
invece, ci si trova solo di fronte a una sfrenata
centralizzazione burocratica, già anticipata con il Centro
servizi condivisi, con le Aziende ospedaliero-universitarie e ora
con l'accorpamento delle Aziende per i servizi sanitari.
Tutto ciò, annota Camber, in base all'assunto per cui è
necessario accentrare per ridurre le spese. Invece i cittadini di
questa regione vedono aumentare la spesa sanitaria (oggi a oltre
2.000 milioni di euro) senza effettivi e tangibili miglioramenti
dei servizi. Anzi, si prevede l'accorpamento delle Ass di Trieste
e Gorizia.
L'unico risultato certo è che questo disegno di legge non tocca i
veri problemi della sanità triestina; non palesa quali siano gli
obiettivi di miglioramento dei servizi sanitari; non coinvolge
nella riforma i dipendenti della sanità (circa 3.000) né i
direttori delle strutture interessate all'accorpamento; non
dimostra gli eventuali risparmi ottenibili (la riforma della
Regione Marche è lì a dimostrarlo); non rassicura e non coinvolge
né i cittadini né i sindaci; non vede favorevoli nemmeno le
organizzazioni sindacali.
Questo disegno di legge rappresenta una delega in bianco alla
Giunta regionale, senza alternativa e concertazione alcuna;
pertanto, conclude Camber, presenterò un'apposita mozione anche
in Consiglio comunale a Trieste contraria all'ipotesi di piano di
riordino del Servizio sanitario regionale in modo che sia chiara
la voce di Trieste e dei triestini.