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FI: Camber, no all'accorpamento Ass di Trieste con Gorizia

06.11.2007
17:10
(ACON) Trieste, 06 nov - COM/DT - La Giunta regionale ha approvato il disegno di legge sulla riduzione da 6 a 3 delle Aziende sanitarie regionali e, conseguentemente, sull'accorpamento dell'Ass di Trieste con quella di Gorizia.

Lo mette in evidenza, in una nota, il consigliere regionale di FI Piero Camber che aggiunge: ora la parola passerà prima al Consiglio delle Autonomie locali e poi al Consiglio regionale. L'esito (6 voti favorevoli, 4 contrari e 11 assenti) della Conferenza regionale sulla programmazione sanitaria sulla riforma delle Aziende per i servizi sanitari - dichiara Camber - è l'esempio emblematico dell'ennesima riforma sanitaria perseguita dalla sinistra.

Una riforma del sistema sanitario regionale dovrebbe essere indirizzata all'ammodernamento delle strutture ospedaliere e di quelle dedicate alla ricerca, al personale, all'incremento delle prestazioni ambulatoriali, alle strutture territoriali (quelle più vicine agli utenti-cittadini), alla prevenzione capillare, all'azzeramento delle liste di attesa per le prestazioni sanitarie per acuti (sia ambulatoriali che di ricovero ospedaliero) e per post-acuti (RSA e riabilitative), agli investimenti in attrezzature tecnologicamente adeguate. Qui, invece, ci si trova solo di fronte a una sfrenata centralizzazione burocratica, già anticipata con il Centro servizi condivisi, con le Aziende ospedaliero-universitarie e ora con l'accorpamento delle Aziende per i servizi sanitari.

Tutto ciò, annota Camber, in base all'assunto per cui è necessario accentrare per ridurre le spese. Invece i cittadini di questa regione vedono aumentare la spesa sanitaria (oggi a oltre 2.000 milioni di euro) senza effettivi e tangibili miglioramenti dei servizi. Anzi, si prevede l'accorpamento delle Ass di Trieste e Gorizia.

L'unico risultato certo è che questo disegno di legge non tocca i veri problemi della sanità triestina; non palesa quali siano gli obiettivi di miglioramento dei servizi sanitari; non coinvolge nella riforma i dipendenti della sanità (circa 3.000) né i direttori delle strutture interessate all'accorpamento; non dimostra gli eventuali risparmi ottenibili (la riforma della Regione Marche è lì a dimostrarlo); non rassicura e non coinvolge né i cittadini né i sindaci; non vede favorevoli nemmeno le organizzazioni sindacali.

Questo disegno di legge rappresenta una delega in bianco alla Giunta regionale, senza alternativa e concertazione alcuna; pertanto, conclude Camber, presenterò un'apposita mozione anche in Consiglio comunale a Trieste contraria all'ipotesi di piano di riordino del Servizio sanitario regionale in modo che sia chiara la voce di Trieste e dei triestini.