Tesini: ruolo Regioni nei processi normativi comunitari
(ACON) Udine, 07 nov - MPB - La riforma costituzionale del 2001
e l'approvazione della legge 11 del 2005 hanno modificato la
dinamica dei rapporti tra lo Stato e l'Unione europea e in questo
contesto anche le Regioni hanno visto mutare e crescere il loro
ruolo nel rapporto con le istituzioni europee.
Un convegno a Udine, nella sala Tomadini della facoltà di
economia dell'Università, per presentare il libro curato da Guido
Carpani, Tania Groppi, Marco Olivetti e Arturo Siniscalchi "Le
Regioni italiane nei processi normativi comunitari" ha offerto -
alla presenza del presidente del Consiglio regionale Alessandro
Tesini (anche in veste di coordinatore della Conferenza dei
presidenti delle Assemblee legislative italiane) e del presidente
della Regione Riccardo Illy - il terreno per una panoramica degli
strumenti organizzativi centrali e periferici di raccordo tra i
ministeri, tra lo Stato e le Regioni e le altre autonomie locali
e per analizzare le esperienze più significative maturate dalle
Regioni, in primis le leggi comunitarie del Friuli Venezia Giulia
che nel 2004 si è dotata di una legge sulla partecipazione della
Regione ai processi normativi dell'Ue, e sulle procedure di
esecuzione degli obblighi comunitari, con la quale
nell'ordinamento regionale è stata introdotta la legge
comunitaria annuale.
Una legge, questa, licenziata a inizio legislatura con uno
sguardo all'Europa che fa del Friuli Venezia Giulia una regione
apripista e prototipo, ha affermato Tesini sottolineando che, a
distanza di tre anni, si presenta come una grande occasione di
bilancio scadenzato e che si è tradotta in un vantaggio per la
qualità degli atti e in una accresciuta ricaduta positiva nelle
politiche economiche e sociali.
La ricerca, che fa positivi riferimenti a questa legge, è uno
studio innovativo di grande interesse, che - ha detto Tesini - si
pone come strumento di lavoro aperto non solo al dibattito
giuridico, ma che aiuta a orientare e a orientarsi nei passi da
compiere.
L'Europa ci ha abituato ad avvertire la relazione tra i livelli
istituzionali, nel principio sussidiario della leale
collaborazione, con una pari dignità istituzionale che non sempre
è uguale a equiordinazione e che non significa che tutti fanno le
stesse cose. Anzi, dentro le nuove materie ciascuno deve fare la
propria parte, abituandosi a capire e a recepire le direttive
comunitarie e a concorrere alla formazione di esse - ha affermato
ancora Tesini sottolineando che il Friuli Venezia Giulia ha
saputo vedere nell'Ue una grande opportunità prima ancora che un
nuovo livello istituzionale.
Come partecipare alla fase legislativa ascendente è il vero
problema quando la capacità di relazione è affidata anche al modo
in cui le proprie responsabilità vengono pensate ed esercitate e
proprio per questo, per Tesini, occorre dare vita a un sistema di
relazioni essenziale e mirato alle questioni cruciali,
consapevoli che non tutto può essere normato. Un discorso che
evidenzia l'importanza della relazione tra parlamenti nazionali e
assemblee legislative locali, tra governi nazionali ed esecutivi
regionali, e anche l'importanza che in questo processo gli
esecutivi siano rafforzati e che parallelamente sappiano
relazionare con i legislativi.
Al convegno, aperto dal rettore Furio Honsell, sono intervenuti
Maurizio Maresca, ordinario di diritto dell'Unione europea e
Laura Montanari, ordinario di diritto pubblico comparato,
dell'università di Udine; Arturo Siniscalchi, coordinatore del
progetto Governance - Formez; Guido Carpani, consigliere della
presidenza del Consiglio dei Ministri.
(immagini alle tv)