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CR: procedimento elettorale, relatore min. Battellino (3)

20.11.2007
11:54
(ACON) Trieste, 20 nov - DT - Una legge poco trasparente, che stabilisce ma non assicura alcuna pari visibilità e dignità (e infatti l'obbligo della lista rosa non c'è) tra candidato uomo e candidata donna. Un provvedimento grazie al quale le donne non avranno modo di farsi notare. Un disegno di legge che non garantisce la legge, approvata, con la quale il Friuli Venezia Giulia ha deciso forma di governo e sistema di elezione del presidente della Regione e del Consiglio.

Alessandra Battellino (IpR-SD), relatore di minoranza, critica innanzitutto quello che considera il mancato rispetto delle pari opportunità. Che sia giusto che l'elettore abbia potestà di esprimere la propria preferenza, afferma, è ampiamente condiviso. Ma la condizione di base è che i candidati dovrebbero godere delle stesse opportunità: così oggi non avviene, e per quanto riguarda le donne la differenza è abissale. Il risultato è che in quanto a presenza femminile, in Aula, il Friuli Venezia Giulia è ultimo in Italia (che a sua volta è, dopo Malta, ultima in Europa).

In che modo si è risolto il nodo della sottorappresentanza femminile? Fa notare ancora. Imponendo l'obbligo, nella composizione delle liste, dell'alternanza tra uomo e donna e un rapporto minimo di genere del 40%, pena l'inammissibilità della lista e quindi l'esclusione dalla competizione elettorale. Questo ddl ha confermato l'alternanza di genere, ma vengono fissate deroghe che permettono di non escludere quelle liste poco rispettose delle regole nel caso in cui il rapporto uomo-donna dovesse variare per decadenza inaspettata di candidature.

Disattesa, poi, la presenza paritaria dei candidati nella comunicazione politica, né si parla di sanzioni per i soggetti politici che non la ottemperino, e non c'è nemmeno alcun richiamo ai media che dovessero continuare a offrire i loro spazi esclusivamente ai candidati uomini. Infine, la Battellino contesta anche i limiti fissati per i costi della singola campagna elettorale: troppo inferiori a quanto mediamente si spende, col risultato di molte campagne in nero.

(segue)