CR: approvata legge friulano, dichiarazioni di voto (7)
(ACON) Trieste, 23 nov - AB - Il Consiglio regionale ha
approvato la legge sulla tutela della lingua friulana con 33 voti
favorevoli, 17 contrari, 3 astenuti.
I sì sono venuti dal presidente della Regione Illy e da DS-PD,
Margh-PD, Citt, PRC-SE, LN, PDCI, Verdi e Part.Pens; no di FI,
UDC, AN, Aut-Soc e IdV-SD; astenuti Pupulin, Lupieri e Blasoni.
Queste le dichiarazioni di voto:
Sì convinto alla legge da parte di Bruna Zorzini (PDCI), che ha
parlato di dibattito di alto profilo, con momenti di utile
approfondimento attorno ai nodi principali che hanno portato a un
provvedimento soddisfacente.
E' una norma caratterizzante il programma di Intesa Democratica,
così Kristian Franzil (PRC-SE), una legge equilibrata che dà al
friulano il valore di un bene comune, di valore aggiunto per
questa regione.
Una legge che dà certezza e diritti, che non impone nulla ma che
offre invece opportunità. Il giudizio è di Luigi Ferone
(Part.Pens) che ha aggiunto di considerarla un arricchimento per
tutti e che risponde a un'attesa diffusa.
Una legge che volevamo - ha dichiarato Roberto Molinaro (UDC) -
una legge necessaria, che però ci dispiace sia stata compromessa
da alcune forzature e da contenuti inseriti con emendamenti che
hanno più a che fare con la ricerca del consenso.
La Lega Nord ritiene questa una buona legge, di politica
linguistica - a dirlo Alessandra Guerra - un provvedimento che
per la prima volta riesce a portare avanti qualcosa di importante
soprattutto per le nuove generazioni.
Il sì dei Cittadini è stato espresso da Bruno Malattia, con
l'auspicio che in fase applicativa vi sia equilibrio, moderazione
e grande cultura per evitare situazioni di rigetto per quello che
deve invece essere un nuovo rinascimento della lingua friulana.
Libertà - ha affermato Piero Camber (FI) - è poter dire di sì e
non l'obbligo di dover dire di no. I suoi costi, imposti da chi
specula per motivi elettoralistici, verranno pagati dai cittadini
e alla fine la legge non servirà nemmeno al popolo friulano.
Un popolo che deve il suo riscatto alle maniche che si è
rimboccato si merita questa legge, ha detto Giancarlo Tonutti
(Margh-PD). I mezzucci e il provincialismo di alcuni non possono
e non devono attentare alla dignità di una cultura.
I friulani non sono una minoranza, ma parte integrante di questa
regione. Paolo Ciani (AN) ha aggiunto che una lingua sopravvive
se diventa il frutto della propria storia e della propria
cultura. Con questa legge di vincoli e di imposizioni si è
calpestato tutto questo.
E' una delle leggi più complicate della legislatura - ha
ricordato Mauro Travanut (DS-PD) - ma è anche una legge
fondamentale, che dà speranza a una visione politica e culturale
che prima qui non c'era.
Una lingua vive se la si parla - ha detto Alessandra Battellino
(IdV-SD) - ma non mi pare che qui la si parli, noi qui la usiamo
solo per fare proclami. Sono friulana, parlo friulano, ma credo
che nessuna lingua debba essere imposta.
Massimo Blasoni (FI) ritiene che una tutela del friulano sia
dovuta, ma servirà un'applicazione di prudenza e di buon senso.
Il voto di astensione è dovuto al fatto che la legge non impone
obblighi.
Astensione anche per Paolo Pupulin (DS-PD) e Sergio Lupieri
(Margh-PD) che, pur condividendo l'impostazione generale,
dissentono sul silenzio/assenso e sulle modalità di uscita dei
Comuni dalla delimitazione territoriale.
In chiusura, l'assessore Roberto Antonaz ha parlato di dibattito
straordinario, di un altro tassello a completamento del programma
di Intesa Democratica, di una legge di diritti, di civiltà, che
consentirà ai friulani di conoscere e tramandare la propria
madrelingua.
(segue)