UDC: Molinaro, legge friulano, spot elettorale ideologico
(ACON) Trieste, 23 nov - COM/DT - Siamo e continuiamo a
essere per la tutela e la valorizzazione della lingua friulana.
Riteniamo che fosse necessaria una nuova legge regionale, ma non
una legge compromessa come quella approvata dal Consiglio
regionale. Il capogruppo dell'UDC Roberto Molinaro motiva così il
voto contrario del gruppo alla legge sulla valorizzazione del
friulano.
Diverse le ragioni. Innanzitutto, spiega, la questione tanto
discussa dell'introduzione del silenzio assenso per
l'insegnamento del friulano nelle scuole che, secondo Molinaro,
"viola il diritto delle famiglie di dire sì o no, oltre alla
normativa nazionale. C'è stata una rincorsa a una posizione
estrema ideologica, che sicuramente non porterà bene al Friuli,
per meri scopi elettorali del presidente. Il contenzioso che
nascerà sarà ampio e metterà a rischio la stessa introduzione del
friulano a scuola".
Altro motivo di critica è l'uso pubblico del friulano che esce
"annacquato" con questa legge. "Si sono fatte grandi previsioni -
sottolinea Molinaro - che, di fatto, troveranno applicazione solo
con l'attivazione dei piani linguistici, ma nessuna risorsa
finanziaria è stata stanziata per la loro attuazione".
Secondo il consigliere, poi, c'è anche una forzatura della
potestà legislativa con la previsione, tra l'altro, degli
obblighi per i concessionari dei pubblici servizi e del concerto
obbligatorio con la direzione scolastica regionale in materia di
elenco dei docenti, assumendosi competenze proprie del
legislatore statale.
Con la possibilità di modificare, infine, il perimetro entro il
quale le norme trovano applicazione, sì è creata una pericolosa
complicazione, dato che ora avremo due perimetri, uno per le
norme statali e uno per quelle regionali.
La maggioranza - prosegue il capogruppo UDC - non ha tenuto in
considerazione le decine di proposte migliorative e correttive
che avevamo presentato il aula, privilegiando la coesione della
stessa e il rapporto con la Lega Nord. Avevamo proposto, tra
l'altro, l'istituzione di uno sportello dell'Arlef per l'ascolto,
l'informazione la consulenza sui diritti linguistici e la
costituzione di una Commissione scuola rappresentativa di tutto
il mondo scolastico. Volevamo poter esprimere un voto non
negativo, conclude Roberto Molinaro. Invece la maggioranza ha
scelto una intesa privilegiata con chi condivide posizioni
estreme. Da ciò, giocoforza, un voto negativo, accompagnato dalla
preoccupazione per il destino di una legge che si è voluto
compromettere fin dall'approvazione.