V Comm: approvata modifica disciplina nomine regionali
(ACON) Trieste, 27 nov - DT - Approvata a maggioranza dalla V
Commissione consiliare la proposta di legge che intende
modificare la normativa regionale che disciplina le nomine di
competenza regionale in enti e istituti pubblici. Favorevoli
Margh-PD, DS-PD, Citt, PRC-SE, AN, UDC e LN; astenuta FI. A
presentarla, lo stesso presidente di Commissione Antonio Martini
(Margh-PD), unico firmatario. Nel corso della discussione
generale, piuttosto approfondita, è stato accolto un emendamento
di Carlo Monai (Cittadini) che modifica il provvedimento.
Nel giugno scorso, ha ricordato Martini, l'Avvocatura regionale
ha segnalato alla Giunta una recente sentenza della Corte europea
dei diritti dell'uomo chiamata in causa dal ricorso di
un'associazione italiana di obbedienza massonica. La Corte ha
accertato la violazione della Convenzione dei diritti dell'uomo:
in sintesi la disposizione regionale, introdotta nel 2000, che
impone ai candidati a nomine e designazioni di competenza
regionale di dichiarare la loro eventuale appartenenza a logge
massoniche così come ad associazioni segrete violerebbe
l'articolo 14 della Convenzione stessa, che obbliga invece gli
Stati contraenti ad assicurare, senza discriminazioni
ingiustificate, il godimento della libertà di associazione.
L'Avvocatura ha quindi ricordato come spetti allo Stato (e alla
Regione per quanto di competenza) introdurre i mezzi adeguati per
cancellare le conseguenze di un tale pregiudizio discriminatorio.
Pertanto, la Commissione ha dato seguito alla sentenza abrogando
quella parte - un comma - che prevede l'obbligo di dichiarare
l'appartenenza a società massoniche. Rimane in vigore invece,
come suggerito da Monai, l'obbligo da parte dei candidati di
dichiarare la loro eventuale appartenenza a società a carattere
segreto. La mancata dichiarazione, si specifica, costituisce
condizione ostativa alla nomina.
Nel corso del dibattito, era stato Igor Kocijancic (PRC-SE) il
primo a sollevare la questione società segrete, facendo presente
che in Italia esiste la mafia ed esistono pure delle leggi
anti-mafia. Da ciò l'intervento di Monai, per il quale
l'appartenenza ad associazioni segrete doveva comportare
l'obbligo della dichiarazione, un dovere giuridico e morale.
Antonio Pedicini (FI) ha ricordato che probabilmente nel passato
non si è stati troppo solerti nel difendere la libertà di
pensiero quando è stata repressa con provvedimenti che hanno
vietato la partecipazione pubblica agli associati di logge
massoniche. Oggi, ha aggiunto, dobbiamo chiedere scusa a loro.
Più categorico il giudizio di Mauro Travanut (DS-PD) su una certa
massoneria: negli anni '70 e all'inizio degli anni Ottanta la
visione politica che afferiva alla P2 poco aveva a che fare con
la democrazia di questo Paese, ha ricordato.
Designati, infine, i relatori per Aula del provvedimento: saranno
Martini per la maggioranza e Pedicini per l'opposizione.