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V Comm: approvata modifica disciplina nomine regionali

27.11.2007
12:34
(ACON) Trieste, 27 nov - DT - Approvata a maggioranza dalla V Commissione consiliare la proposta di legge che intende modificare la normativa regionale che disciplina le nomine di competenza regionale in enti e istituti pubblici. Favorevoli Margh-PD, DS-PD, Citt, PRC-SE, AN, UDC e LN; astenuta FI. A presentarla, lo stesso presidente di Commissione Antonio Martini (Margh-PD), unico firmatario. Nel corso della discussione generale, piuttosto approfondita, è stato accolto un emendamento di Carlo Monai (Cittadini) che modifica il provvedimento.

Nel giugno scorso, ha ricordato Martini, l'Avvocatura regionale ha segnalato alla Giunta una recente sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo chiamata in causa dal ricorso di un'associazione italiana di obbedienza massonica. La Corte ha accertato la violazione della Convenzione dei diritti dell'uomo: in sintesi la disposizione regionale, introdotta nel 2000, che impone ai candidati a nomine e designazioni di competenza regionale di dichiarare la loro eventuale appartenenza a logge massoniche così come ad associazioni segrete violerebbe l'articolo 14 della Convenzione stessa, che obbliga invece gli Stati contraenti ad assicurare, senza discriminazioni ingiustificate, il godimento della libertà di associazione.

L'Avvocatura ha quindi ricordato come spetti allo Stato (e alla Regione per quanto di competenza) introdurre i mezzi adeguati per cancellare le conseguenze di un tale pregiudizio discriminatorio. Pertanto, la Commissione ha dato seguito alla sentenza abrogando quella parte - un comma - che prevede l'obbligo di dichiarare l'appartenenza a società massoniche. Rimane in vigore invece, come suggerito da Monai, l'obbligo da parte dei candidati di dichiarare la loro eventuale appartenenza a società a carattere segreto. La mancata dichiarazione, si specifica, costituisce condizione ostativa alla nomina.

Nel corso del dibattito, era stato Igor Kocijancic (PRC-SE) il primo a sollevare la questione società segrete, facendo presente che in Italia esiste la mafia ed esistono pure delle leggi anti-mafia. Da ciò l'intervento di Monai, per il quale l'appartenenza ad associazioni segrete doveva comportare l'obbligo della dichiarazione, un dovere giuridico e morale. Antonio Pedicini (FI) ha ricordato che probabilmente nel passato non si è stati troppo solerti nel difendere la libertà di pensiero quando è stata repressa con provvedimenti che hanno vietato la partecipazione pubblica agli associati di logge massoniche. Oggi, ha aggiunto, dobbiamo chiedere scusa a loro. Più categorico il giudizio di Mauro Travanut (DS-PD) su una certa massoneria: negli anni '70 e all'inizio degli anni Ottanta la visione politica che afferiva alla P2 poco aveva a che fare con la democrazia di questo Paese, ha ricordato.

Designati, infine, i relatori per Aula del provvedimento: saranno Martini per la maggioranza e Pedicini per l'opposizione.