Difensore civico: pista ciclabile Tolmezzo-Arta
(ACON) Trieste, 28 nov - COM/AB - Caterina Dolcher, Difensore
civico regionale sta trattando da tempo la questione, postale dal
comitato "Uniti per una giusta pista ciclabile", relativa al
tracciato che collegherà Tomezzo ad Arta.
La denominazione del comitato già dice tutto dell'importanza e
dell'interesse della popolazione residente in montagna, nonché la
preoccupazione di non essere danneggiati ed espropriati per la
realizzazione dei tracciati della rete ciclabile. A questo primo
esposto, firmato da tredici cittadini, nel corso del 2007 si sono
aggiunti quelli di altri due proprietari di terreni interessati
dalle opere.
Il Difensore civico ritiene che le opere infrastrutturali siano
necessarie e fondamentali per la crescita turistica della Carnia,
condivide i grandi progetti per lo sviluppo della mobilità
ciclistica e l'impegno degli organi regionali alla realizzazione
del collegamento con gli analoghi impianti delle Regioni
confinanti che formerà una Rete di interesse regionale di cui
potranno beneficiare tutti i cittadini comunitari.
Ritiene però che gli Enti locali, beneficiari dei finanziamenti
per la realizzazione delle opere, nel caso la Comunità montana
della Carnia, nel progettare i tracciati avrebbero dovuto
ascoltare con maggiore attenzione i cittadini residenti e
adottare, per quanto possibile, soluzioni che, intelligentemente,
arrechino il minore danno possibile alle proprietà, specie se
coltivate.
In un caso specifico, per evitare l'esproprio di un terreno
adiacente all'abitazione, si è svolto, per tempo rispetto alla
progettazione definitiva e agli atti di esproprio, una riunione
con i diretti responsabili e sono state suggerite soluzioni
alternative per salvaguardare il fondo sia dal taglio degli
alberi che dai danni alle coltivazioni realizzate nel tempo dai
proprietari; pare però, dalla lettura dei recenti atti di
esproprio, che la Comunità montana non stia tenendo conto di
quanto a suo tempo auspicato dalla Dolcher, che cioè alcuni
tratti della pista possano snodarsi lungo l'argine, una volta
eseguite le opere di consolidamento, oppure a fianco di strade
secondarie inutilizzate o su rotaie in disuso.
Pertanto il Difensore civico ha recentemente scritto sollecitando
la Comunità montana a effettuare quanto prima le opere di
consolidamento idraulico, per le quali sono stati già chiesti i
finanziamenti alla Regione, in modo da poter poi costruire la
pista lungo l'argine. In questo modo non sarebbero tagliati a
metà i fondi privati e non sarebbero così irrimediabilmente
danneggiate le colture e gli alberi.
La Dolcher sostiene infatti che ora più che mai vi sia la
necessità di considerare, negli accordi di programma e nella
realizzazione delle opere, la salvaguardia delle proprietà di chi
ancora vive e lavora nei territori montani. Nella vicina Austria,
dove possiamo trovare tanti esempi da imitare, si percepisce il
rispetto e la salvaguardia del territorio, la partecipazione e
condivisione della gente del luogo perché, dalla realizzazione
delle opere infrastrutturali, essa stessa ne ricava benefici
diretti.