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Corecom: Tesini a convegno su media e politica (1)

03.12.2007
15:22
(ACON) Trieste, 03 dic - MPB - Trattare la comunicazione politica come una qualsiasi merce sul mercato? Certo no, ma anch'essa - tra chi il consenso lo indirizza e chi del consenso ha bisogno o beneficia - risponde alle regole della domanda e dell'offerta. E a farne le spese spesso è il contenuto, a volte a causa del modo in cui esso è trasmesso.

Così il presidente del Consiglio regionale Alessandro Tesini, al convegno organizzato dal Corecom del Friuli Venezia Giulia sul tema "Media e politica: tra controllo, complicità e conflitto", a Trieste, nella sala Maggiore della Camera di commercio, e in collaborazione con la facoltà di Scienze della formazione dell'ateneo giuliano. Un argomento che l'attualità ha reso rovente - aveva sottolineato il presidente del Comitato regionale per le comunicazioni Franco Del Campo introducendo l'incontro articolato in due sessioni, una dedicata a mass-media e volgarizzazione della politica, l'altra su servizio pubblico, regole e comunicazione politica. Ma il Corecom, ha ricordato il suo presidente, da tempo svolge anche in questa direzione un'azione di monitoraggio e inoltre, con questa collaborazione con l'università, si rivolge ai giovani per cercare di capire assieme a loro l'intreccio sempre più stretto tra il mondo della politica e quello della comunicazione.

E Tesini, in merito, ha parlato dei possibili atteggiamenti dei media nei confronti dell'agone politico: ci può essere neutralità o indifferenza, oppure un'azione di garanzia e sostegno nei confronti di chi è considerato svantaggiato; ma sta crescendo - ha evidenziato il presidente - una componente che esplicitamente ritiene di agire come un attore in campo, nella convinzione che gli eventi vadano indotti o creati, e ciò provoca un atteggiamento speculare nel politico, inteso come soggetto individuale. C'è chi da questo atteggiamento dei media è avvantaggiato e chi ne è penalizzato, ma anche chi lo asseconda - ha concluso Tesini stigmatizzando quei politici che fanno di tutto un'occasione di spettacolo e comunque - ha aggiunto - con questo dato bisogna fare i conti, senza voler mettere le braghe al mondo e soprattutto senza immaginare di poter regolare per legge la comunicazione. Su questo punto il presidente dell'Assemblea legislativa è stato esplicito: "Nessuno mi venga a chiedere di portare in Aula una tale legge".

(immagini alle tv) (segue)