Corecom: Tesini a convegno su media e politica (1)
(ACON) Trieste, 03 dic - MPB - Trattare la comunicazione
politica come una qualsiasi merce sul mercato? Certo no, ma
anch'essa - tra chi il consenso lo indirizza e chi del consenso
ha bisogno o beneficia - risponde alle regole della domanda e
dell'offerta. E a farne le spese spesso è il contenuto, a volte a
causa del modo in cui esso è trasmesso.
Così il presidente del Consiglio regionale Alessandro Tesini, al
convegno organizzato dal Corecom del Friuli Venezia Giulia sul
tema "Media e politica: tra controllo, complicità e conflitto", a
Trieste, nella sala Maggiore della Camera di commercio, e in
collaborazione con la facoltà di Scienze della formazione
dell'ateneo giuliano. Un argomento che l'attualità ha reso
rovente - aveva sottolineato il presidente del Comitato regionale
per le comunicazioni Franco Del Campo introducendo l'incontro
articolato in due sessioni, una dedicata a mass-media e
volgarizzazione della politica, l'altra su servizio pubblico,
regole e comunicazione politica. Ma il Corecom, ha ricordato il
suo presidente, da tempo svolge anche in questa direzione
un'azione di monitoraggio e inoltre, con questa collaborazione
con l'università, si rivolge ai giovani per cercare di capire
assieme a loro l'intreccio sempre più stretto tra il mondo della
politica e quello della comunicazione.
E Tesini, in merito, ha parlato dei possibili atteggiamenti dei
media nei confronti dell'agone politico: ci può essere neutralità
o indifferenza, oppure un'azione di garanzia e sostegno nei
confronti di chi è considerato svantaggiato; ma sta crescendo -
ha evidenziato il presidente - una componente che esplicitamente
ritiene di agire come un attore in campo, nella convinzione che
gli eventi vadano indotti o creati, e ciò provoca un
atteggiamento speculare nel politico, inteso come soggetto
individuale. C'è chi da questo atteggiamento dei media è
avvantaggiato e chi ne è penalizzato, ma anche chi lo asseconda -
ha concluso Tesini stigmatizzando quei politici che fanno di
tutto un'occasione di spettacolo e comunque - ha aggiunto - con
questo dato bisogna fare i conti, senza voler mettere le braghe
al mondo e soprattutto senza immaginare di poter regolare per
legge la comunicazione. Su questo punto il presidente
dell'Assemblea legislativa è stato esplicito: "Nessuno mi venga a
chiedere di portare in Aula una tale legge".
(immagini alle tv)
(segue)