Presentazione road map pari opportunità
(ACON) Udine, 11 dic - MPB - Un Friuli Venezia Giulia che esce
demitizzato da tutti i punti di vista quello che emerge da "La
road map delle pari opportunità", ovvero dalla ricerca realizzata
da PublicaRes (del Gruppo SWG) per conto della Conferenza dei
presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle
Province autonome, nell'anno europeo delle pari opportunità.
Impostata per offrire (con oltre 3700 interviste) uno spaccato
nazionale e al contempo la declinazione delle diverse situazioni
regionali, la ricerca riguardante il Friuli Venezia Giulia è
stata presentata all'università di Udine in un incontro durante
il quale, assieme al presidente del Consiglio regionale
Alessandro Tesini, coordinatore della Conferenza che l'ha
commissionata, alla consigliera regionale Bruna Zorzini
dell'Ufficio di presidenza del Consiglio, al coordinatore
dell'indagine Enzo Risso e all'assessore regionale Michela del
Piero che ha la delega per le pari opportunità, si sono alternate
molte voci di donne del mondo accademico, imprenditoriale,
professionale e dell'associazionismo, a commentare i dati di un
lavoro che, valutando aspettative e necessità, ha fatto emergere
un quadro completo dei diritti realizzati e di quelli da
realizzare.
Il voto dato dalle donne intervistate non è sufficiente per
nessuno degli aspetti - lavoro, rappresentanza politica,
sicurezza, servizi, tempo, maternità, immagine, rapporti con la
società e il quotidiano - testati secondo tre indici di
valutazione delle pari opportunità: priorità, grado di
soddisfazione e distanza tra quanto atteso e quanto realizzato. E
ciò per restituire una scala di urgenze mirata e concreta, che
oltre a una valutazione oggettiva considera anche l'evoluzione
della coscienza femminile mettendo in luce che la crescita delle
opportunità non è un fenomeno definito una volta per tutte, ma un
processo di rivoluzione permanente che muta con il trasformarsi
delle dinamiche della società, dei costumi e della mentalità, nel
quale un risultato raggiunto apre le porte a nuove frontiere, a
nuove possibilità e nuove aspettative.
"Dati da rendere proficui. La ricerca è uno strumento di lavoro
molto valido per aiutare gli organismi regionali a capire meglio
dove intervenire - ha detto Tesini - e l'averlo realizzato ci
consente di celebrare l'anno europeo delle pari opportunità in
modo concreto. Non mancavano certo strumenti, prevalentemente
quantitativi, di conoscenza della sperequazione che vede
l'universo femminile ancora penalizzato in tanti aspetti, ma
questo è importante perché valuta la condizione femminile dal
punto di vista della percezione che le donne hanno della
situazione in cui vivono e operano".
"Non ci aspettavamo dati positivi, eravamo preparati a un
riscontro problematico e critico, ma il profilo è più duro di
quello atteso: le ricerche servono per aprire gli occhi, per
indicare la strada, e siamo lieti di aver fatto quest'indagine" -
ha commentato ancora Tesini soffermandosi soprattutto sugli
aspetti cruciali, ove si registra il minor grado di
soddisfazione, ovvero la disponibilità di servizi d'aiuto nella
gestione di famiglia e lavoro, la qualità della conciliazione tra
vita privata e lavorativa, il tempo libero a disposizione, il
livello di sicurezza garantito: "Questo francamente mortifica",
ha concluso Tesini, ricordando anche la ricorrenza del 59esimo
anniversario della dichiarazione dei diritti dell'uomo.
Proprio sulla necessità di riuscire a creare servizi per la
conciliazione, vero nodo, si è soffermata l'assessore Michela Del
Piero: "Per conciliare vita privata e lavorativa le donne
scelgono il part-time ma questo non fa fare carriera" - ha
aggiunto ricordando leggi come quella sul buon lavoro, dove
l'attenzione è rivolta a lavoro, famiglia e welfare insieme e
quella sugli asili nido. In questo campo, poi, bisogna che ci sia
un investimento anche nel privato con gli asili aziendali e così
pure ad esempio negli ospedali dove gran parte del personale è
femminile. E occorre creare una cultura di pari opportunità per
tutti, donne, uomini, famiglie, ha detto ancora parlando delle
iniziative, dal servizio di pari opportunità istituito dalla
Giunta al corso promosso all'università su donne e politica, fino
all'importanza di sviluppare fra le ragazze la scelta delle
facoltà scientifiche.
E di necessità di una rivoluzione culturale ha parlato anche
Bruna Zorzini e con lei le altre relatrici. Perché se è vero che
in questi anni le donne sono riuscite a conseguire significativi
successi sul piano personale, sociale e professionale, e molto
meno nella politica e nelle istituzioni, sono comprensibilmente
aumentate le aspettative e la divaricazione tra attese, risultati
e possibilità di progressi si è allargata e ai successisi può
seguire anche la frustrazione.
Dobbiamo dare dei segnali - è stato il messaggio lanciato da più
parti, in primis dal prorettore dell'ateneo friulano, Maria
Amalia D'Aronco, condiviso anche da Marina Brollo e Manuela
Croatto, sempre dell'università di Udine, insieme a Silvana
Serafini, direttore del corso Donne e politica. E con
sottolineature proprie della personale esperienza lavorativa,
rilanciato anche dalla rappresentante della Commissione pari
opportunità Laura Fasiolo, da Lauretta Serafini presidente
regionale Federcasalinghe, da Fabia Bassan del collegio
infermieri professionali della provincia di Udine, dalla
giornalista Antonella Lanfrit e da Elsa Bigai direttore della
Federazione regionale Coldiretti.
(immagini alle tv)