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UDC: no alla Finanziaria

20.12.2007
20:02
(ACON) Trieste, 20 dic - COM/AB - "Le sollecitazioni dell'intero centro-destra, UDC compreso, hanno portato a numerosi miglioramenti per un progetto di finanziaria regionale 2008-2010, ma non bastano per superare le criticità in esso contenute, soprattutto il carattere elettoralistico pregnante dello stesso. Da ciò il voto contrario da parte dell'UDC".

Lo affermano i consiglieri regionali dell'UDC Roberto Molinaro, Maurizio Salvador, Gina Fasan e Giorgio Venier-Romano al termine della seduta del Consiglio regionale che ha affrontato il bilancio di previsione.

"Sono rimaste tutte quelle norme nella legge strumentale di accelerazione della spesa per esigenze preelettorali - precisano - mentre su alcune questioni cruciali, come l'intervento regionale per l'abbattimento dell'onere dei mutui per la prima casa gravante sulle famiglie, nulla è stato fatto, con il rischio che si diffondano nuove povertà. Esprimiamo soddisfazione perché alcune delle sollecitazioni che avevamo proposto, come maggiori fondi per gli interventi in materia di sicurezza e legalità e a sostegno degli interventi in agricoltura, sono stati accolti - precisano Molinaro, Salvador, Fasan e Venier-Romano - così come è stato accettato anche l'emendamento che prevede l'incremento delle dotazioni del Fondo sanitario regionale e delle disponibilità in favore della famiglia, ma certamente ancora non adeguate, stante la preferenza manifestata nei confronti del reddito base di cittadinanza".

"Per le famiglie - proseguono i consiglieri regionali dell'UDC - riteniamo significativo l'avvenuto accoglimento della nuova linea di spesa da noi proposta per aiutare la formazione delle nuove famiglie, con il sostegno alle attività formative per le stesse, anche promossa da enti ed associazioni. Ma restano, al di là della impostazione generale inaccettabile, numerose criticità, addirittura con un peggioramento delle situazioni esistenti - concludono Molinaro, Salvador, Fasan e Venier-Romano. Fra queste l'insufficiente dotazione per il sostegno alle lingue e culture minoritarie, la errata manovra in favore della cultura, con la reintroduzione delle tabelle per gli organismi di interesse regionale, ma soprattutto l'inaccettabile passo indietro per la scuola paritaria, con l'introduzione di anacronistici e ideologici divieti di cumulo tra i diversi contributi in favore delle famiglie".