CR: ddl caccia, i relatori di minoranza (6)
(ACON) Trieste, 15 gen - RC - Alleanza Nazionale continua ad
opporsi alle interpretazioni criminalizzanti della caccia e ai
tentativi striscianti di abrogarla attraverso norme sempre più
restrittive. Parola di Bruno Di Natale, relatore di minoranza
della proposta di legge sulla gestione dell'attività venatoria
che l'Aula si appresta ad approvare.
Da molte parti - confessa il consigliere di AN - si chiedeva il
miglioramento della legge regionale 30/1999. Ma la proposta della
IV Commissione si impernia sull'Associazione dei cacciatori,
associazione privata ma con compiti di natura pubblica, le cui
funzioni rischieranno di riesumare l'Organo gestore soppresso
dalla LR 30. AN ha ottenuto ci sia il voto di tutti i cacciatori
per l'elezione degli organi, la partecipazione delle realtà
territoriali nel Consiglio direttivo e la presenza di tutti i
tipi di caccia. Restano, però, questioni non risolte.
Pronto caccia: AN è favorevole a questa pratica che da una parte
soddisfa le prime necessità venatorie dei cacciatori che di tasca
loro immettono sul territorio il selvatico, dall'altra ripopola
il territorio con gli esemplari che superano la stagione
venatoria e si rinselvatichiscono.
Abbattimento nocivi: irrisolto - anche se qui intervengono norme
quadro nazionali - il problema del controllo numerico dei
predatori opportunisti che alterano l'equilibrio della fauna
selvatica e, nel caso dei cinghiali, crea grossi problemi anche
alle coltivazioni e agli allevamenti.
Distretti venatori: respinta la richiesta di AN di inserire
nell'assemblea del distretto un socio eletto dalle associazioni
delle riserve affinché sia garantita la voce di tutti gli
iscritti.
Funzioni delle Province e scuole di caccia: sì al fatto che ogni
Provincia si organizzi autonomamente per le scuole di caccia, ma
non si capisce perchè ciò debba avvenire in accordo con
l'Associazione dei cacciatori, ponendo di fatto le Province in un
ruolo subordinato.
Aziende faunistico-venatorie: nelle zone di montagna, i terreni
che possono essere inclusi coattivamente per raggiungere le
dimensioni di legge siano nella misura massima del 20% (anziché
l'attuale 10%) per superare le difficoltà di realizzo dovute alla
polverizzazione delle proprietà fondiarie.
Tasse e concessioni: penalizzante, per i cacciatori, questo
ennesimo aumento delle tasse di concessione (lievitate al 70%).
Sanzioni amministrative: certe sono ingiustificate e
sproporzionate alla reale gravità delle infrazioni commesse; va
riconsiderato il ritiro del tesserino. Sarebbe meglio prevedere
l'istituzione di una Commissione di appello regionale garantendo,
così, il procedimento di garanzia a difesa.
Esercizio venatorio: la definizione che si dà rischia di
sanzionare pesantemente atteggiamenti del tutto naturali e
attività non venatorie.
Occhi puntati sul provvedimento da parte del mondo venatorio, ma
anche agricolo (ricordiamoci - ha detto - che andiamo a cacciare
sui loro terrreni) e ambientalista, per il relatore di minoranza
dell'UDC, Giorgio Venier Romano.
La Giunta regionale propone una riforma legislativa che il
consigliere giudica radicale. Molti, per lui, ancora i dubbi e i
nodi da sciogliere. Quello principale è la legittimità
costituzionale della prevista Associazione dei cacciatori,
assegnataria della gestione dell'esercizio venatorio. Ma restano
aperte anche altre questioni di ordine pratico, prima fra tutte
il controllo dei predatori opportunisti.
Il testo, insomma, non soddisferà nessuno e si presenta come
farraginoso. Per non parlare del fatto che questa norma porterà
solo un aumento dei costi per i cacciatori in primis, ma
soprattutto costi che serviranno ben poco alla tutela
dell'ambiente. Non mancheranno, quindi, numerosi emendamenti del
suo gruppo sui quali chiede all'Aula di esprimersi dopo
un'attenta valutazione.
(segue)