News


CR: ddl caccia, i relatori di minoranza (6)

15.01.2008
13:06
(ACON) Trieste, 15 gen - RC - Alleanza Nazionale continua ad opporsi alle interpretazioni criminalizzanti della caccia e ai tentativi striscianti di abrogarla attraverso norme sempre più restrittive. Parola di Bruno Di Natale, relatore di minoranza della proposta di legge sulla gestione dell'attività venatoria che l'Aula si appresta ad approvare. Da molte parti - confessa il consigliere di AN - si chiedeva il miglioramento della legge regionale 30/1999. Ma la proposta della IV Commissione si impernia sull'Associazione dei cacciatori, associazione privata ma con compiti di natura pubblica, le cui funzioni rischieranno di riesumare l'Organo gestore soppresso dalla LR 30. AN ha ottenuto ci sia il voto di tutti i cacciatori per l'elezione degli organi, la partecipazione delle realtà territoriali nel Consiglio direttivo e la presenza di tutti i tipi di caccia. Restano, però, questioni non risolte.

Pronto caccia: AN è favorevole a questa pratica che da una parte soddisfa le prime necessità venatorie dei cacciatori che di tasca loro immettono sul territorio il selvatico, dall'altra ripopola il territorio con gli esemplari che superano la stagione venatoria e si rinselvatichiscono.

Abbattimento nocivi: irrisolto - anche se qui intervengono norme quadro nazionali - il problema del controllo numerico dei predatori opportunisti che alterano l'equilibrio della fauna selvatica e, nel caso dei cinghiali, crea grossi problemi anche alle coltivazioni e agli allevamenti.

Distretti venatori: respinta la richiesta di AN di inserire nell'assemblea del distretto un socio eletto dalle associazioni delle riserve affinché sia garantita la voce di tutti gli iscritti.

Funzioni delle Province e scuole di caccia: sì al fatto che ogni Provincia si organizzi autonomamente per le scuole di caccia, ma non si capisce perchè ciò debba avvenire in accordo con l'Associazione dei cacciatori, ponendo di fatto le Province in un ruolo subordinato.

Aziende faunistico-venatorie: nelle zone di montagna, i terreni che possono essere inclusi coattivamente per raggiungere le dimensioni di legge siano nella misura massima del 20% (anziché l'attuale 10%) per superare le difficoltà di realizzo dovute alla polverizzazione delle proprietà fondiarie.

Tasse e concessioni: penalizzante, per i cacciatori, questo ennesimo aumento delle tasse di concessione (lievitate al 70%).

Sanzioni amministrative: certe sono ingiustificate e sproporzionate alla reale gravità delle infrazioni commesse; va riconsiderato il ritiro del tesserino. Sarebbe meglio prevedere l'istituzione di una Commissione di appello regionale garantendo, così, il procedimento di garanzia a difesa.

Esercizio venatorio: la definizione che si dà rischia di sanzionare pesantemente atteggiamenti del tutto naturali e attività non venatorie.

Occhi puntati sul provvedimento da parte del mondo venatorio, ma anche agricolo (ricordiamoci - ha detto - che andiamo a cacciare sui loro terrreni) e ambientalista, per il relatore di minoranza dell'UDC, Giorgio Venier Romano.

La Giunta regionale propone una riforma legislativa che il consigliere giudica radicale. Molti, per lui, ancora i dubbi e i nodi da sciogliere. Quello principale è la legittimità costituzionale della prevista Associazione dei cacciatori, assegnataria della gestione dell'esercizio venatorio. Ma restano aperte anche altre questioni di ordine pratico, prima fra tutte il controllo dei predatori opportunisti.

Il testo, insomma, non soddisferà nessuno e si presenta come farraginoso. Per non parlare del fatto che questa norma porterà solo un aumento dei costi per i cacciatori in primis, ma soprattutto costi che serviranno ben poco alla tutela dell'ambiente. Non mancheranno, quindi, numerosi emendamenti del suo gruppo sui quali chiede all'Aula di esprimersi dopo un'attenta valutazione.

(segue)