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CR: ddl caccia, i relatori di minoranza (7)

15.01.2008
13:09
(ACON) Trieste, 15 gen - RC - Problemi sorti con i vincoli che impone la legge nazionale 157/1992 (protezione della fauna selvatica e prelievo venatorio) e limiti nell'applicazione della legge regionale 30/1999, anche per il relatore di minoranza di Forza Italia, Daniele Galasso.

Gli obiettivi del nuovo disegno - fa presente il consigliere - dovrebbero far superare il centralismo regionale in materia di caccia, eliminare le sovrapposizioni di competenze, ridurre i contenziosi, responsabilizzare di più i cacciatori, semplificare le procedure rendendole più efficaci.

Il testo uscito dalla Commissione è frutto di molto lavoro e diverse modifiche sono state suggerite da Forza Italia, tra cui: la soppressione della Scuola regionale di caccia con l'assegnazione di dette funzioni alle Province e all'Associazione dei cacciatori; l'incremento dell'indennizzo dei danni arrecati dalla fauna selvatica all'agricoltura; il coinvolgimento delle associazioni ambientaliste, agricole, venatorie e degli enti locali in occasione della predisposizione del Piano venatorio distrettuale; la partecipazione diretta di tutti i cacciatori all'elezione degli organi dell'Associazione dei cacciatori; la riduzione della tassa annuale di concessione regionale per le aziende agricolo-faunistiche; la limitazione del numero di inviti a caccia nelle riserve; il mantenimento della possibilità di cacciare in laguna da natanti fermi, ancorati in "collegia".

Bisogna ancora intervenire, però, per ridurre le penalizzazioni della caccia in laguna e nelle ZPS; rivedere il sistema sanzionatorio oggi troppo complesso; ridurre i costi che i cacciatori devono sostenere in tassazioni; chiarire alcuni aspetti che si prestano a dubbi interpretativi. Tutti punti sui quali Galasso presenterà degli emendamenti.

Analisi in difesa della LR 30/1999 da parte del relatore di minoranza della Lega Nord, Fulvio Follegot, che ha ricordato come quella norma, per riorganizzare il settore ed eliminare l'Ente gestore, avesse dovuto portare in capo alla Regione la quasi totalità delle competenze di indirizzo, controllo e gestione, riservando alle nuove Riserve e ai Distretti funzioni purtroppo non sempre chiare di autogestione della fauna e dell'esercizio dell'attività venatoria. Ma esistono altre leggi che disciplinano gestione e prelievo venatorio della fauna selvatica, e condizionano la legge 30.

Al contempo, Follegot riconosce che la Regione non può rinunciare al suo ruolo chiave di indirizzo, controllo e gestione della fauna. Si doveva, quindi, rivedere la 30 attraverso il decentramento di funzioni, utilizzando però gli organismi che già esistono, cosa che la Lega fece con una proposta nel 2005.

Queste le nostre maggiori contrarietà - ha spiegato il relatore: si è persa l'occasione per fare un testo unico sulla caccia e per semplificare l'aspetto amministrativo; l'Associazione dei cacciatori sembra la riedizione soft dell'Organo gestore ed è il punto debole di tutto il disegno di legge (a relazionarsi con la Regione non saranno più i direttori delle riserve e i presidenti di distretto, bensì solo il presidente dell'Associazione dei cacciatori, sulla quale chiediamo un parere di costituzionalità all'Ufficio legale della Regione); sono eliminati la clausola compromissoria e il Collegio arbitrale di garanzia per dirimere le controversie; la tassa di concessione regionale passerà da 84 a 117 euro, in più ci sarà il 40% delle spese non coperte per costituire l'Associazione dei cacciatori e le parcelle dei liberi professionisti incaricati di redigere i piani faunistici distrettuali spacciati come autogestione; il sistema sanzionatorio ha carattere intimidatorio.

(segue)