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CR: legge caccia, iniziato dibattito generale (8)

15.01.2008
14:41
(ACON) Trieste, 15 gen - DT - Ad aprire il dibattito generale è stato Claudio Violino, per la Lega Nord. All'interno di Intesa Democratica c'è una visione assai diversa sul tema della caccia, ha ricordato. Ciò ha impedito che arrivasse in Aula un testo coeso e oggi abbiamo una legge che non accontenta né la maggioranza né molti cacciatori. A chi giova, dunque, questo provvedimento? Perché farlo se non rinnova ma, anzi, fa un deciso passo indietro dato che riporta il mondo della caccia in mano esclusivamente ai cacciatori? Attenzione, però: oggi la caccia si esercita come attività ricreativa, e allora deve tenere presenti altre esigenze. Come quelle del mondo agricolo, degli ambientalisti e anche di chi risiede su quelle terre.

Portare la riforma della caccia a un passo dalla campagna elettorale senza un oggettivo consenso cercato in Commissione ha ottenuto il solo risultato di alzare un polverone, è il commento di Roberto Asquini di FI. Non si può certo dire che dopo questa legge la caccia andrà meglio in Friuli Venezia Giulia, eppure c'è qualcuno che ne trarrà benefici. Dobbiamo forse fare un favore elettorale a qualcuno? Si arriva in Consiglio con un testo non maturo, sottolinea ancora, è una norma di piccoli interessi e piccoli benefici, non voluta dalla base. Non è un problema di natura politica, semplicemente questo provvedimento, nonostante sia stato migliorato in Commissione grazie al lavoro dell'opposizione, non è opportuno o utile.

Daniele Gerolin (Margh-PD) ricorda come il disegno di legge di riordino sulla caccia rientri nei punti programmatici di Intesa Democratica e come l'esigenza di innovare un così delicato settore nasca dagli effetti generati dalla legge 30, effetti che fanno esprimere un giudizio negativo sul provvedimento precedente a causa dell'eccessiva burocratizzazione, della mancanza di una netta suddivisione di competenze e dell'eccessivo ricorso alla giustizia per dirimere le controversie. Questo testo invece, ha aggiunto, propone una chiara suddivisione dei compiti definendo quelle che sono le funzioni specifiche per ogni attore del sistema sgravando la Regione di numerosi accertamenti amministrativi. In tutto, 7000 atti in meno, ecco il risultato. E non esiste alcun problema di legittimità costituzionale sulla neonata associazione dei cacciatori.

Luca Ciriani (AN) ha evidenziato come la legge 30 non avesse funzionato in alcune parti, basti citare l'appensantimento burocratico e la forte conflittualità tra istituzioni e cacciatori. Tuttavia, le risposte che arrivano dalla Giunta non vanno nella direzione di sciogliere i problemi, tutt'altro, li peggiorano. Il rischio è quello di una sovrapposizione di ruoli con l'associazione dei cacciatori, cosa che va a complicare la vita alle Province. L'impressione è che alla fine si voglia riproporre sotto mentite spoglie quello che fu il vecchio ente gestore. E poi ancora due aspetti che attendono una soluzione: come superare la questione della proliferazione dei cinghiali, nodo che interessa pure il mondo dell'agricoltura, e il forte aumento delle tasse. Non vorrei che alla fine, ha affermato Ciriani, si inserissero interventi normativi per rendere più difficile l'attività venatoria.

La legge 30 non ha funzionato, ecco perché la maggioranza voleva che la si revisionasse, ha ripetuto anche Antonio Martini (Margh-PD). Che poi ha suggerito di ragionare ancora sul provvedimento per trovare una sintesi quanto più partecipata possibile. Trovare una sintesi, ha spiegato, vuol dire non avere né vinti né vincitori, significa privilegiare le realtà diverse dalla Regione come le Province e non umiliare nessuno. Ma giova ogni volta a fine legislatura arrivare a queste danze?, si è chiesto.

I lavori dell'Aula sono stati quindi sospesi per riprendere alle 14.30.

(segue)