III Comm: legge riordino servizio sanitario, audizioni
(ACON) Trieste, 22 gen - DT - La III Commissione consiliare,
presieduta da Nevio Alzetta (DS-PD), ha iniziato una serie di
audizioni - che proseguiranno domani, mattina e pomeriggio - sul
disegno di legge che ridisegna l'assetto organizzativo del
Servizio sanitario regionale riducendo da 6 a 3 le stesse Aziende
sanitarie.
In apertura dei lavori, Alzetta ha inteso rispondere al
presidente della Provincia di Gorizia e al sindaco del capoluogo
isontino, Enrico Gherghetta ed Ettore Romoli, polemicamente non
presenti all'incontro con la Commissione. "Gherghetta e Romoli
avevano chiesto un'audizione autonoma per l'Isontino, ma la sede
per ascoltare è questa. Ricordo che ci sono forme e istituti di
rappresentanza previsti dalla legge a cui noi non possiamo che
attenerci". E a questo punto tanto Silvana Romano, presidente
della Conferenza dei sindaci dell'Isontino e assessore ai Servizi
sociali di Gorizia, che Cristiana Morsolin, assessore ai Servizi
socio-assitenziali del Comune di Monfalcone, dopo essersi
dichiarate contrarie all'accorpamento Gorizia-Trieste, hanno
lasciato l'audizione.
Così il primo intervento è stato quello dell'UPI, rappresentata
da Maria Teresa Bassa Poropat. L'Unione delle Province ritiene
che la soppressione di tre Aziende sanitarie in Friuli Venezia
Giulia possa penalizzare l'area giuliano-isontina. Una
preoccupazione che accomuna la Provincia di Gorizia, che chiede
garanzie e certezze sulle ricadute di tale legge. Come presidente
della Provincia di Trieste, Bassa Poropat ha invece sostenuto una
generale condivisione sul provvedimento della Giunta.
Perplessità poi sono state espresse dal presidente regionale
dell'Anci nonché primo cittadino di Monfalcone Gianfranco
Pizzolitto. "Non si comprende quanto si risparmierà, se
miglioreranno efficacia ed efficienza dell'offerta sanitaria,
quali siano, in sintesi, i benefici di questa rivoluzione", ha
affermato. Per il sindaco di Udine Sergio Cecotti "si può
certamente immaginare un'organizzazione disposta su tre aziende
territoriali, però bisogna capire come ci si arriva: ad esempio,
è da chiarire bene la catena di comando e di responsabilità tra
direttori generali e di dipartimento che in questa fase
transitoria e sperimentale si troverebbero a condividere ruoli e
compiti. E poi rimane in piedi la questione degli equilibri
numerici negli organismi di rappresentanza: si corre il rischio,
infatti, che qualcuno abbia la maggioranza assoluta".
Fortemente contrari al disegno di legge, invece, l'assessore alla
Protezione sociale del Comune di Trieste Carlo Grilli (rimane la
preoccupazione che il previsto accorpamento vada a scapito della
provincia di Trieste), il sindaco di Gemona Gabriele Marini (un
provvedimento che non è opportuno approvare adesso e che non
porterà benefici ai cittadini: il risparmio di pochi direttori
non risolverà il problema delle risorse nella sanità che, anzi,
vanno implementate perché i bisogni crescono) e quello di
Latisana Micaela Sette (cosa succederà agli ospedali di rete? Il
servizio che diamo non può essere a discapito dell'utenza). No
alla riforma anche da Sergio Cuzzi, sindaco di Tolmezzo. "Siamo
sicuri di risparmiare davvero sulla spesa pubblica, o piuttosto -
ha annotato - si è voluto colpire chi conta politicamente meno,
chi ha minore densità abitativa, chi deve fare più chilometri per
un pronto soccorso? Questa Giunta sarebbe più credibile se avesse
iniziato a tagliare gli sprechi dalla testa e non dalla coda".
Convinti della bontà del piano di riduzione delle Ass Giovanni
Zanolin, assessore alle Politiche sociali del Comune di Pordenone
(il ddl tiene conto delle risorse a disposizione, ci troviamo ad
affrontare una domanda, anche di qualità, sempre più forte, il
tema della cronicità ha una valenza centrale nel nostro sistema
sanitario. Ma non si può investire sul territorio senza
ristrutturare e riorganizzare la spesa sanitaria in regione. E
occorre rafforzare il ruolo dei distretti); il sindaco di Sacile
Roberto Capuzzo (necessario un riallineamento delle risorse) e
quello di San Daniele Gino Marco Pascolini (i numeri del Friuli
Venezia Giulia possano giustificare l'accorpamento in nome
dell'efficacia e dell'efficienza). E se per Franco Canzian,
assessore al Comune di Casarsa, "la preoccupazione di tutti è
quella di offrire un servizio migliore al cittadino", Fulvio
Tomasin, primo cittadino di Terzo di Aquileia, chiede maggiore
chiarezza. "Ci serve comprendere dove si vada a parare con questo
provvedimento, ma i principi sono condivisi e condivisibili
perché vanno incontro alle nuove esigenze di socioassistenza". E
infine un timore: "non vogliamo che la dote dei piccoli ospedali
vada dispersa; resta da capire come si possano coordinare i
servizi dell'ospedale di rete con la centralità di Udine". In
sintesi, "pur condividendolo, questo percorso deve essere
riempito di contenuti".