News


III Comm: legge riordino servizio sanitario, audizioni

22.01.2008
17:52
(ACON) Trieste, 22 gen - DT - La III Commissione consiliare, presieduta da Nevio Alzetta (DS-PD), ha iniziato una serie di audizioni - che proseguiranno domani, mattina e pomeriggio - sul disegno di legge che ridisegna l'assetto organizzativo del Servizio sanitario regionale riducendo da 6 a 3 le stesse Aziende sanitarie.

In apertura dei lavori, Alzetta ha inteso rispondere al presidente della Provincia di Gorizia e al sindaco del capoluogo isontino, Enrico Gherghetta ed Ettore Romoli, polemicamente non presenti all'incontro con la Commissione. "Gherghetta e Romoli avevano chiesto un'audizione autonoma per l'Isontino, ma la sede per ascoltare è questa. Ricordo che ci sono forme e istituti di rappresentanza previsti dalla legge a cui noi non possiamo che attenerci". E a questo punto tanto Silvana Romano, presidente della Conferenza dei sindaci dell'Isontino e assessore ai Servizi sociali di Gorizia, che Cristiana Morsolin, assessore ai Servizi socio-assitenziali del Comune di Monfalcone, dopo essersi dichiarate contrarie all'accorpamento Gorizia-Trieste, hanno lasciato l'audizione.

Così il primo intervento è stato quello dell'UPI, rappresentata da Maria Teresa Bassa Poropat. L'Unione delle Province ritiene che la soppressione di tre Aziende sanitarie in Friuli Venezia Giulia possa penalizzare l'area giuliano-isontina. Una preoccupazione che accomuna la Provincia di Gorizia, che chiede garanzie e certezze sulle ricadute di tale legge. Come presidente della Provincia di Trieste, Bassa Poropat ha invece sostenuto una generale condivisione sul provvedimento della Giunta.

Perplessità poi sono state espresse dal presidente regionale dell'Anci nonché primo cittadino di Monfalcone Gianfranco Pizzolitto. "Non si comprende quanto si risparmierà, se miglioreranno efficacia ed efficienza dell'offerta sanitaria, quali siano, in sintesi, i benefici di questa rivoluzione", ha affermato. Per il sindaco di Udine Sergio Cecotti "si può certamente immaginare un'organizzazione disposta su tre aziende territoriali, però bisogna capire come ci si arriva: ad esempio, è da chiarire bene la catena di comando e di responsabilità tra direttori generali e di dipartimento che in questa fase transitoria e sperimentale si troverebbero a condividere ruoli e compiti. E poi rimane in piedi la questione degli equilibri numerici negli organismi di rappresentanza: si corre il rischio, infatti, che qualcuno abbia la maggioranza assoluta".

Fortemente contrari al disegno di legge, invece, l'assessore alla Protezione sociale del Comune di Trieste Carlo Grilli (rimane la preoccupazione che il previsto accorpamento vada a scapito della provincia di Trieste), il sindaco di Gemona Gabriele Marini (un provvedimento che non è opportuno approvare adesso e che non porterà benefici ai cittadini: il risparmio di pochi direttori non risolverà il problema delle risorse nella sanità che, anzi, vanno implementate perché i bisogni crescono) e quello di Latisana Micaela Sette (cosa succederà agli ospedali di rete? Il servizio che diamo non può essere a discapito dell'utenza). No alla riforma anche da Sergio Cuzzi, sindaco di Tolmezzo. "Siamo sicuri di risparmiare davvero sulla spesa pubblica, o piuttosto - ha annotato - si è voluto colpire chi conta politicamente meno, chi ha minore densità abitativa, chi deve fare più chilometri per un pronto soccorso? Questa Giunta sarebbe più credibile se avesse iniziato a tagliare gli sprechi dalla testa e non dalla coda".

Convinti della bontà del piano di riduzione delle Ass Giovanni Zanolin, assessore alle Politiche sociali del Comune di Pordenone (il ddl tiene conto delle risorse a disposizione, ci troviamo ad affrontare una domanda, anche di qualità, sempre più forte, il tema della cronicità ha una valenza centrale nel nostro sistema sanitario. Ma non si può investire sul territorio senza ristrutturare e riorganizzare la spesa sanitaria in regione. E occorre rafforzare il ruolo dei distretti); il sindaco di Sacile Roberto Capuzzo (necessario un riallineamento delle risorse) e quello di San Daniele Gino Marco Pascolini (i numeri del Friuli Venezia Giulia possano giustificare l'accorpamento in nome dell'efficacia e dell'efficienza). E se per Franco Canzian, assessore al Comune di Casarsa, "la preoccupazione di tutti è quella di offrire un servizio migliore al cittadino", Fulvio Tomasin, primo cittadino di Terzo di Aquileia, chiede maggiore chiarezza. "Ci serve comprendere dove si vada a parare con questo provvedimento, ma i principi sono condivisi e condivisibili perché vanno incontro alle nuove esigenze di socioassistenza". E infine un timore: "non vogliamo che la dote dei piccoli ospedali vada dispersa; resta da capire come si possano coordinare i servizi dell'ospedale di rete con la centralità di Udine". In sintesi, "pur condividendolo, questo percorso deve essere riempito di contenuti".