III Comm: audizioni riordino Servizio sanitario (2)
(ACON) Trieste, 23 gen - DT - Tecnicamente non avrei nulla da
osservare, ha commentato dinanzi alla III Commissione Franco
Rotelli, direttore generale dell'ASS Triestina. Ogni
trasformazione è correlata all'energia, al capitale umano e alla
qualità degli investimenti. Quindi - ha annotato - qualsiasi
rivoluzione organizzativa, anche in sanità, dipende da altre
variabili.
Lionello Barbina, direttore generale dell'Agenzia regionale della
sanità, ha ricordato come ogni 13 anni (1982, 1995 e, appunto,
2008) la Regione si ponga il tema della pianificazione strategica
sanitaria a lungo termine, pianificazione che riguarda soltanto
gli assetti istituzionali e non quelli strutturali. Il Friuli
Venezia Giulia, ha dichiarato, si è mosso sempre con saggezza e
buon senso. Vediamo però di precisare meglio la fase della
sperimentazione, per comprendere meglio quanto accadrà in futuro
nella nostra sanità.
Per Clara Pinna, in rappresentanza dell'ASS 5-Bassa Friulana, il
disegno di legge si pone l'obiettivo di migliorare l'offerta e
non certo di ridurla per poi penalizzare il cittadino-utente.
Attenzione, però, a rendere omogenea quella stessa offerta su
tutto il Friuli Venezia Giulia. La riforma è coerente rispetto
alla volontà di riorganizzare il sistema sanità, ha affermato
Paolo Bordon, amministratore unico del Centro servizi condivisi.
E rispetto alle future aree vaste il Csc sarà un veicolo
facilitatore nell'assolvimento di funzioni tecniche e
amministrative.
Più critico nei confronti del provvedimento Rosario Magazzù,
segretario regionale della Federazione italiana medici di
medicina generale, un settore, ha annotato, che deve assumere un
ruolo ben definito e per poterlo fare c'è la necessità di
risorse destinate alla riorganizzazione sul territorio. Si è
parlato finora solo di ospedali, si è discusso pochissimo di
territorio: la perplessità è che si vada a legiferare su
argomenti che sono in una fase delicata a livello di trattativa
nazionale. Bisognerebbe aspettare, quindi, perché quanto sta
accadendo a Roma non può non ricadere a livello regionale.
Certamente la riduzione da 6 a 3 Aziende sanitarie è un grosso
vantaggio, però non viene ritenuta l'azione migliore in una
piccola regione come la nostra, quanto meno non funzionale alle
acuzie e alle cronicità.
L'Ordine dei medici veterinari, rappresentato da Renato Del Savio
della provincia di Udine, ha accolto favorevolmente l'istituzione
del Centro epidemiologico veterinario, che raccoglierà a livello
regionale dati utili al coordinamento dell'attività di
prevenzione e controllo sul territorio. Altro dato importante, il
coinvolgimento nella struttura dei veterinari liberi
professionisti. Dalla Federazione medici odontoiatri regionali
due le proposte: aggiungere altri due medici alla Camera di
conciliazione (un rappresentante delle associazioni di
volontariato e uno del Csc) e dare la possibilità alla Camera di
integrare la composizione con specialisti ed esperti a seconda
del procedimento in esame.
Una raccomandazione espressa da Roberto Calvani, vicepresidente
dell'Ordine degli psicologi: sì alla riforma, ma particolare
attenzione nel favorire una maggiore omogeneità negli assetti
organizzativi perché non venga penalizzato il piano dell'offerta
anche e soprattutto a livello distrettuale. E attenzione alla
stessa figura dello psicologo specialista nei futuri organismi e
rappresentanze, se è vero che almeno il 50% delle richieste
rivolte ai medici di base hanno componenti di natura psicologica
e le stesse competenze di uno psicologo possono essere utili
perfino al contenimento della spesa farmaceutica.
Giudizio positivo pur con qualche perplessità da parte di
Maurizio Coassin dell'Ipasvi di Pordenone (infermieri
professionali, assistenti sanitari e vigilatrici) che ha
sottolineato la necessità di garantire prestazioni omogenee,
mentre per Giorgio Sirotti del Coordinamento per le professioni
sanitarie non è chiaro, da un punto di vista organizzativo,
perché la rete ospedaliera debba far capo in alcuni casi
all'Azienda ospedaliera e in altri a quella sanitaria competente
per territorio. Infine, memoria scritta per il Collegio dei
tecnici sanitari di radiologia, rappresentati da Roberto Bernich.
(segue)