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III Comm: audizioni riordino Servizio sanitario (3)

23.01.2008
17:08
(ACON) Trieste, 23 gen - DT - Sul disegno di legge di riordino del Servizio sanitario non sono mancate le critiche da parte di Giuliana Pigozzo, della segreteria regionale della CGIL. Processi importanti come questo o hanno dietro momenti di partecipazione, una progettazione condivisa, oppure non si reggono in piedi. Se il sistema sanitario deve avere come fine ultimo la salute dei cittadini, è questo lo strumento e la soluzione più adeguata per risolvere le criticità emerse in Friuli Venezia Giulia?

Che fosse opportuno accorpare la metà delle Aziende sanitarie non lo mettiamo in dubbio, ha affermato invece la segreteria regionale della UIL: se proprio bisognava ridurre, si poteva pensare non a 3, ma a un'unica ASS. D'altra parte ci rendiamo conto che rispetto alla popolazione c'è una tale vastità di territorio che potevano sorgere ulteriori problemi. Qualche difficoltà verrà dalla fusione Trieste-Gorizia: l'invito è di pensare a 4 ASS, un'operazione anche di identità territoriale, e di disciplinare più puntualmente il rapporto tra i piccoli ospedali e le ASS.

Giudizio sospeso dall'UGL, per bocca di Claudia Gandin. La Regione non ci ha inviata alcuna documentazione: senza strumenti è impossibile offrire una valutazione obiettiva. La legge non spiega come verranno ridistribuite le risorse per fornire quella omogeneità di offerta sul territorio oggi inesistente. In merito alla valorizzazione delle risorse di eccellenza, concordiamo che possano essere situate in strutture centrali. Attenzione, però: ciò significa che i cittadini dovranno spostarsi di più, e penso soprattutto a quelli che risiedono nelle zone montane.

Della mancanza di un piano con obiettivi, scopi e scadenze ben precise ha parlato Paolo Perini dell'API (Associazione piccole e medie imprese). La riorganizzazione della ASS ci va bene, ha dichiarato, perché per essere più competitivi bisogna aggregarsi economicamente e organizzativamente. Ogni economia di scala libera risorse dal bilancio regionale, e noi auspichiamo che dalla sanità queste vengano stornate a favore degli investimenti o quanto meno alla riduzione del debito della Regione.

La mancanza di un piano è stata lamentata anche da Gianluigi Bettoli, presidente di Legacoop sociali. Siamo sicuri, si è chiesto, che con la riduzione delle ASS sia garantita la centralità del territorio? Forse, invece, si sta razionalizzando proprio il territorio a favore della rete ospedaliera. Nel ddl, ha aggiunto, non si pone la dovuta enfasi sul ruolo del distretto sanitario a cui serve un'autonomia tanto tecnica quanto economica.

Della necessità di avere un piano che disegni tutti gli interventi, presenti e futuri, ha parlato pure Augusto Railz, presidente della Federazione nazionale artigiani pensionati-CNA di Udine.

Infine, due le richieste da parte dell'Ordine del collegio delle ostetriche: ridurre i tempi di attesa (le stesse ostetriche potrebbero prescrivere gli esami di controllo in caso di gravidanza; un modo per ridurre il peso burocratico che grava sui medici) e, soprattutto, potenziare l'organico, fortemente sottodimensionato a Trieste.

(segue)