III Comm: audizioni riordino Servizio sanitario (3)
(ACON) Trieste, 23 gen - DT - Sul disegno di legge di riordino
del Servizio sanitario non sono mancate le critiche da parte di
Giuliana Pigozzo, della segreteria regionale della CGIL. Processi
importanti come questo o hanno dietro momenti di partecipazione,
una progettazione condivisa, oppure non si reggono in piedi. Se
il sistema sanitario deve avere come fine ultimo la salute dei
cittadini, è questo lo strumento e la soluzione più adeguata per
risolvere le criticità emerse in Friuli Venezia Giulia?
Che fosse opportuno accorpare la metà delle Aziende sanitarie non
lo mettiamo in dubbio, ha affermato invece la segreteria
regionale della UIL: se proprio bisognava ridurre, si poteva
pensare non a 3, ma a un'unica ASS. D'altra parte ci rendiamo
conto che rispetto alla popolazione c'è una tale vastità di
territorio che potevano sorgere ulteriori problemi. Qualche
difficoltà verrà dalla fusione Trieste-Gorizia: l'invito è di
pensare a 4 ASS, un'operazione anche di identità territoriale, e
di disciplinare più puntualmente il rapporto tra i piccoli
ospedali e le ASS.
Giudizio sospeso dall'UGL, per bocca di Claudia Gandin. La
Regione non ci ha inviata alcuna documentazione: senza strumenti
è impossibile offrire una valutazione obiettiva. La legge non
spiega come verranno ridistribuite le risorse per fornire quella
omogeneità di offerta sul territorio oggi inesistente. In merito
alla valorizzazione delle risorse di eccellenza, concordiamo che
possano essere situate in strutture centrali. Attenzione, però:
ciò significa che i cittadini dovranno spostarsi di più, e penso
soprattutto a quelli che risiedono nelle zone montane.
Della mancanza di un piano con obiettivi, scopi e scadenze ben
precise ha parlato Paolo Perini dell'API (Associazione piccole e
medie imprese). La riorganizzazione della ASS ci va bene, ha
dichiarato, perché per essere più competitivi bisogna aggregarsi
economicamente e organizzativamente. Ogni economia di scala
libera risorse dal bilancio regionale, e noi auspichiamo che
dalla sanità queste vengano stornate a favore degli investimenti
o quanto meno alla riduzione del debito della Regione.
La mancanza di un piano è stata lamentata anche da Gianluigi
Bettoli, presidente di Legacoop sociali. Siamo sicuri, si è
chiesto, che con la riduzione delle ASS sia garantita la
centralità del territorio? Forse, invece, si sta razionalizzando
proprio il territorio a favore della rete ospedaliera. Nel ddl,
ha aggiunto, non si pone la dovuta enfasi sul ruolo del distretto
sanitario a cui serve un'autonomia tanto tecnica quanto
economica.
Della necessità di avere un piano che disegni tutti gli
interventi, presenti e futuri, ha parlato pure Augusto Railz,
presidente della Federazione nazionale artigiani pensionati-CNA
di Udine.
Infine, due le richieste da parte dell'Ordine del collegio delle
ostetriche: ridurre i tempi di attesa (le stesse ostetriche
potrebbero prescrivere gli esami di controllo in caso di
gravidanza; un modo per ridurre il peso burocratico che grava sui
medici) e, soprattutto, potenziare l'organico, fortemente
sottodimensionato a Trieste.
(segue)