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Tesini a tavola rotonda ACREL su ruolo del revisore degli enti locali

28.01.2008
19:24
(ACON)Udine, 28 gen - MPB - Il disegno di legge inerente l'ordinamento degli enti locali nel Friuli Venezia Giulia, un testo ponderoso di circa 180 articoli, richiederà un impegno di tempo tutt'altro che risicato per poter essere affrontato con possibilità di successo e sia la Commissione consiliare che l'Aula lo valuteranno opportunamente.

Se ne è detto convinto il presidente del Consiglio regionale Alessandro Tesini intervenendo alla tavola rotonda che, a Udine, l'ACREL, che riunisce i revisori degli enti locali, ha organizzato appunto sul ruolo del revisore nel sistema dei controlli interni-esterni degli enti locali nella nostra regione, e alla quale ha preso parte anche il presidente della sezione controllo della Regione della Corte dei Conti, Camillo Longoni.

Esponenti della categoria hanno analizzato i contenuti del disegno di legge, in particolare per quanto riguarda il prolungamento a 6 anni della durata in carica dell'organo revisore, considerata positivamente perché ne rafforza l'indipendenza; in merito alla riduzione del numero degli incarichi possibili, ritenuta limitazione controproducente perché non consentirebbe ai professionisti di dedicarsi esclusivamente alla funzione di revisori garantendo maggiore specializzazione; inoltre riguardo la forma collegiale o monocratica dell'organo revisore, quest'ultima prevista per i comuni al di sotto dei 10 mila abitanti. Secondo la categoria, nei comuni tra i 5 e 10 mila abitanti il Collegio potrebbe garantire meglio del singolo revisore i cambiamenti che gli enti locali dovranno affrontare nei prossimi anni, specie per quanto riguarda la riorganizzazione delle funzioni e dei servizi, la programmazione degli obiettivi di gestione, la verifica che siano stati raggiunti e una chiara e completa rendicontazione. Con una sottolineatura, infine, sull'importanza per questi professionisti di una formazione specifica e specialistica riguardante le amministrazioni.

La normativa nazionale potrà essere un punto di riferimento, almeno per alcune parti, ma questo - ha sottolineato Tesini - impone di ragionare in merito alla nostra competenza primaria in tema di ordinamento degli enti locali. Una riflessione tanto più pregnante a due giorni dal 45esimo anniversario dell'adozione dello Statuto di autonomia speciale che - ha insistito il presidente del Consiglio - per quanto riguarda l'ordinamento delle autonomie locali si regge su due principi basilari, due ragioni giuridiche, che sono le deroghe alla Costituzione e l'autonomia finanziaria. Diversamente l'autonomia speciale invece di essere condizione di specialità sarebbe una camicia di forza ed avremmo le mani legate. Quindi non è una rivendicazione sovversiva quella che ci porta a dialogare con il legislatore nazionale e con il Governo sulle competenze primarie in questa materia.

Ciò non significa che qui non si applichi il patto di stabilità, ma il punto è con quali parametri - ha aggiunto Tesini parlando anche della fruttuosa collaborazione con la Corte dei Conti, che consente di prevenire anziché correggere situazioni distorte. E ha evidenziato che questi risultati sono stati possibili anche grazie al fatto che verso le autonomie locali, in questi anni, sono state indirizzate ragguardevoli risorse. Il problema vero non è però quello di realizzare solo il controllo ma anche la verifica, che consenta una crescita più veloce della cultura stessa del controllo.

Non sono mancati, da parte del presidente, i riferimenti sia alle opportunità derivanti da un federalismo responsabile, sia alla necessità per gli enti locali di trovare forme di aggregazione che consentano di affrontare in maniera adeguata, con efficacia ed efficienza, le sfide a cui sono chiamati nelle politiche di devoluzione di funzioni.