Tesini a tavola rotonda ACREL su ruolo del revisore degli enti locali
(ACON)Udine, 28 gen - MPB - Il disegno di legge inerente
l'ordinamento degli enti locali nel Friuli Venezia Giulia, un
testo ponderoso di circa 180 articoli, richiederà un impegno di
tempo tutt'altro che risicato per poter essere affrontato con
possibilità di successo e sia la Commissione consiliare che
l'Aula lo valuteranno opportunamente.
Se ne è detto convinto il presidente del Consiglio regionale
Alessandro Tesini intervenendo alla tavola rotonda che, a Udine,
l'ACREL, che riunisce i revisori degli enti locali, ha
organizzato appunto sul ruolo del revisore nel sistema dei
controlli interni-esterni degli enti locali nella nostra regione,
e alla quale ha preso parte anche il presidente della sezione
controllo della Regione della Corte dei Conti, Camillo Longoni.
Esponenti della categoria hanno analizzato i contenuti del
disegno di legge, in particolare per quanto riguarda il
prolungamento a 6 anni della durata in carica dell'organo
revisore, considerata positivamente perché ne rafforza
l'indipendenza; in merito alla riduzione del numero degli
incarichi possibili, ritenuta limitazione controproducente perché
non consentirebbe ai professionisti di dedicarsi esclusivamente
alla funzione di revisori garantendo maggiore specializzazione;
inoltre riguardo la forma collegiale o monocratica dell'organo
revisore, quest'ultima prevista per i comuni al di sotto dei 10
mila abitanti. Secondo la categoria, nei comuni tra i 5 e 10 mila
abitanti il Collegio potrebbe garantire meglio del singolo
revisore i cambiamenti che gli enti locali dovranno affrontare
nei prossimi anni, specie per quanto riguarda la riorganizzazione
delle funzioni e dei servizi, la programmazione degli obiettivi
di gestione, la verifica che siano stati raggiunti e una chiara
e completa rendicontazione. Con una sottolineatura, infine,
sull'importanza per questi professionisti di una formazione
specifica e specialistica riguardante le amministrazioni.
La normativa nazionale potrà essere un punto di riferimento,
almeno per alcune parti, ma questo - ha sottolineato Tesini -
impone di ragionare in merito alla nostra competenza primaria in
tema di ordinamento degli enti locali. Una riflessione tanto più
pregnante a due giorni dal 45esimo anniversario dell'adozione
dello Statuto di autonomia speciale che - ha insistito il
presidente del Consiglio - per quanto riguarda l'ordinamento
delle autonomie locali si regge su due principi basilari, due
ragioni giuridiche, che sono le deroghe alla Costituzione e
l'autonomia finanziaria. Diversamente l'autonomia speciale invece
di essere condizione di specialità sarebbe una camicia di forza
ed avremmo le mani legate. Quindi non è una rivendicazione
sovversiva quella che ci porta a dialogare con il legislatore
nazionale e con il Governo sulle competenze primarie in questa
materia.
Ciò non significa che qui non si applichi il patto di stabilità,
ma il punto è con quali parametri - ha aggiunto Tesini parlando
anche della fruttuosa collaborazione con la Corte dei Conti, che
consente di prevenire anziché correggere situazioni distorte. E
ha evidenziato che questi risultati sono stati possibili anche
grazie al fatto che verso le autonomie locali, in questi anni,
sono state indirizzate ragguardevoli risorse. Il problema vero
non è però quello di realizzare solo il controllo ma anche la
verifica, che consenta una crescita più veloce della cultura
stessa del controllo.
Non sono mancati, da parte del presidente, i riferimenti sia alle
opportunità derivanti da un federalismo responsabile, sia alla
necessità per gli enti locali di trovare forme di aggregazione
che consentano di affrontare in maniera adeguata, con efficacia
ed efficienza, le sfide a cui sono chiamati nelle politiche di
devoluzione di funzioni.