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CR: legge montagna, relatore maggioranza (9)

30.01.2008
16:45
(ACON) Trieste, 30 gen - MPB - Due, e distinti, gli aspetti affrontati dal disegno di legge sulla montagna che ha quindi impegnato il Consiglio regionale: il primo concernente la politica di sviluppo del territorio montano; il secondo la ridefinizione delle Comunità montane nella nostra regione, in particolare la ricostituzione di quella del Carso.

Una complicazione operativa, per il relatore di maggioranza Renzo Petris (DS-PD), poiché - afferma - un conto è l'approvazione del Progetto montagna, che mette a disposizione di quelle aree un suppletivo di risorse la cui utilizzazione di fatto è già stata concertata con le forze economiche e sociali della montagna friulana; altro è legare il tutto alla tematica della Comunità montana del Carso che, secondo l'Esecutivo, potrà avvenire solo dopo l'istituzione del Parco naturale regionale del Carso. E la costituzione di un parco comporta sempre discussioni.

Inoltre, in base alla riforma degli Enti locali, i Comuni delle pedemontane potrebbero avere intrapreso percorsi associativi volontari, caldeggiati dalla Regione e, con il disegno di legge approvato senza modificazioni, dovrebbero operare un'opzione di appartenenza rispetto alla Comunità montana cui fanno parte qualora l'associazionismo includa Comuni non ricompresi negli enti montani.

Sostanzialmente la difficoltà del percorso è tutta qui, superabile - avverte Petris - se non ci si ferma alla norma precostituita e immodificabile. L'essere o no inclusi in una Comunità montana non costituisce di per sé ostacolo per l'accesso ai benefici economici derivanti dalla normativa in materia. Inoltre, per il relatore di maggioranza, sono possibili ritocchi legati alla razionalizzazione degli Enti, senza chiamare in campo il tema dell'abbattimento dei costi della politica che - sottolinea - sono altri.

A Petris non appare corretto insabbiare la ricostituzione della Comunità montana del Carso, qualora i Comuni lo reclamino, solo perché c'è un battage nazionale unidirezionale contro. E ricorda che la Corte Costituzionale ha rilevato, per la nostra Regione autonoma, che le determinazioni regionali relative alla creazione o alla soppressione delle Comunità montane, per le conseguenze concrete che ne derivano sul modo di organizzarsi e sul modo di esercitarsi dell'autonomia comunale, debbano necessariamente coinvolgere i Comuni interessati, con modalità che la legge regionale deve prevedere per assicurare la necessaria efficacia della partecipazione comunale. Va da sé - conclude - che il coinvolgimento previsto dalla norma proposta corrisponde esattamente al principio sancito dalla Suprema Corte.

(segue)