CR: legge montagna, relatore maggioranza (9)
(ACON) Trieste, 30 gen - MPB - Due, e distinti, gli aspetti
affrontati dal disegno di legge sulla montagna che ha quindi
impegnato il Consiglio regionale: il primo concernente la
politica di sviluppo del territorio montano; il secondo la
ridefinizione delle Comunità montane nella nostra regione, in
particolare la ricostituzione di quella del Carso.
Una complicazione operativa, per il relatore di maggioranza Renzo
Petris (DS-PD), poiché - afferma - un conto è l'approvazione del
Progetto montagna, che mette a disposizione di quelle aree un
suppletivo di risorse la cui utilizzazione di fatto è già stata
concertata con le forze economiche e sociali della montagna
friulana; altro è legare il tutto alla tematica della Comunità
montana del Carso che, secondo l'Esecutivo, potrà avvenire solo
dopo l'istituzione del Parco naturale regionale del Carso. E la
costituzione di un parco comporta sempre discussioni.
Inoltre, in base alla riforma degli Enti locali, i Comuni delle
pedemontane potrebbero avere intrapreso percorsi associativi
volontari, caldeggiati dalla Regione e, con il disegno di legge
approvato senza modificazioni, dovrebbero operare un'opzione di
appartenenza rispetto alla Comunità montana cui fanno parte
qualora l'associazionismo includa Comuni non ricompresi negli
enti montani.
Sostanzialmente la difficoltà del percorso è tutta qui,
superabile - avverte Petris - se non ci si ferma alla norma
precostituita e immodificabile. L'essere o no inclusi in una
Comunità montana non costituisce di per sé ostacolo per l'accesso
ai benefici economici derivanti dalla normativa in materia.
Inoltre, per il relatore di maggioranza, sono possibili ritocchi
legati alla razionalizzazione degli Enti, senza chiamare in campo
il tema dell'abbattimento dei costi della politica che -
sottolinea - sono altri.
A Petris non appare corretto insabbiare la ricostituzione della
Comunità montana del Carso, qualora i Comuni lo reclamino, solo
perché c'è un battage nazionale unidirezionale contro. E ricorda
che la Corte Costituzionale ha rilevato, per la nostra Regione
autonoma, che le determinazioni regionali relative alla creazione
o alla soppressione delle Comunità montane, per le conseguenze
concrete che ne derivano sul modo di organizzarsi e sul modo di
esercitarsi dell'autonomia comunale, debbano necessariamente
coinvolgere i Comuni interessati, con modalità che la legge
regionale deve prevedere per assicurare la necessaria efficacia
della partecipazione comunale. Va da sé - conclude - che il
coinvolgimento previsto dalla norma proposta corrisponde
esattamente al principio sancito dalla Suprema Corte.
(segue)