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CR: legge montagna, relatori minoranza (11)

30.01.2008
17:00
(ACON) Trieste, 30 gen - DT - Una delusione totale. Per il forzista Daniele Galasso, relatore di minoranza, il provvedimento, atteso da tempo, negli intenti aveva l'obiettivo di far superare le fragilità e le debolezze economico-sociali della montagna. Invece, alla prova dei fatti, il nulla. Anzi: la Giunta aveva spiegato, annota Galasso, come il disegno di legge fosse frutto di oltre un anno e mezzo di concertazione con tutte le categorie interessate, salvo poi, in Commissione, presentare un tale numero di emendamenti da stravolgerlo per quasi i due terzi. E così il testo contiene proposte che guardano a categorie del passato, superate, costose e inefficaci, che provocano una sorta di anestesia per i problemi della montagna, senza curarli.

Le ingenti risorse impiegate sono destinate a distribuire un po' di soldi senza alcun ritorno per lo sviluppo, aggiunge. In pratica si burocratizza ancora di più il sistema e si creano sovrapposizioni (ad esempio, tra Turismo FVG, Promotur, Regione, Provincia e Comunità montane). Analogamente, viene marginalizzato il ruolo dell'Agenzia per lo sviluppo della montagna e si inventano cabine di regia.

Si pasticcia, inoltre, la legge sulle Autonomie locali del 2006 dando la facoltà di riperimetrare le Comunità montane con una formulazione della norma che prevede che l'opzione di appartenenza alla Comunità montana sia esercitata da almeno otto Comuni che formano un insieme territorialmente continuo. Forse nasceranno nuove Comunità montane? Nel frattempo si istituisce la nuova Comunità del Carso composta da soli quattro Comuni. Tradotto, significherà disperdere almeno il 50% dei finanziamenti in costi di funzionamento sottraendoli all'erogazione diretta di servizi o all'attuazione di progetti.

Riteniamo quindi, conclude Galasso, che la montagna meriti ben altro che questo disegno di legge, che di buono ha solo il titolo. E riaffermiamo la nostra contrarietà al provvedimento.

E di una legge di cui la nostra montagna non sente assolutamente il bisogno parla anche Maurizio Salvador (UDC). I problemi che affliggono quell'area (che peraltro rappresenta il 56.9% del territorio regionale) li conosciamo: ritardo e difficoltà nello sviluppo economico, impoverimento del tessuto culturale e sociale di un territorio particolarmente complesso, i limiti delle politiche nazionali e regionali. E invece il disegno di legge è una risposta fin troppo modesta a tali problemi. Un esempio su tutti, le Comunità montane, oggi paralizzate dai veti incrociati delle maggioranze di centrosinistra che le governano e che le hanno trasformate in carrozzoni politici. Senza parlare della paradossale riesumazione della Comunità montana del Carso, soppressa nel 2002. E quali piani di sviluppo del territorio possono fare le Comunità montane quando la competenza di tutti gli interventi di rilievo resta in capo alla Regione con la Protezione civile, Promotur, Ater, Turismo Fvg, ispettorati delle foreste e dell'agricoltura?

Rimangono, quindi, irrisolti tutti i nodi sulla reale volontà di questa Giunta regionale di affrontare seriamente il tema della valorizzazione del territorio montano. Che vuol dire creare le condizioni perché si possa scegliere di vivere in montagna o di venire a vivere in montagna, una qualità della vita da realizzare non solo nei fondovalle ma soprattutto nei Comuni ricompresi nelle zone di svantaggio socio-economico. Quindi, sviluppo montano significa innovare il sistema dei trasporti, investire in quello scolastico, nell'assistenza della medicina a distanza, immaginare nuovi servizi di prossimità, pensare allo sviluppo di microeconomie di paese che, integrando i redditi, giustifichino la pendolarità. Questi avrebbero dovuto essere i contenuti di questa legge. Infine, anticipiamo la volontà di chiedere all'Aula lo stralcio delle norme sulla ridefinizione delle Comunità montane con il rinvio alla Commissione competente.

(segue)