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CR: Tesini ricorda i 45 anni dello Statuto di autonomia (1)

31.01.2008
10:40
(ACON) Trieste, 31 gen - MPB - Ragioni storiche e di attualità politica al centro della riflessione del presidente del Consiglio regionale Alessandro Tesini che, all'apertura dei lavori dell'Aula, ha ricordato i 45 anni dalla promulgazione dello Statuto di autonomia della Regione adottato dal Parlamento il 30 gennaio 1963.

Dalla rilettura della situazione nei 15 anni intercorsi tra la previsione della Regione da parte dell'Assemblea Costituente e la sua effettiva istituzione, e attraverso l'analisi delle condizioni in cui il Parlamento discusse e adottò il nostro Statuto, la riflessione è approdata all'iniziativa consiliare del nuovo Statuto.

Il raffronto tra gli Statuti di quelle Regioni, in pratica solo ratificati dalla Assemblea costituente, e quello del Friuli Venezia Giulia, in buona misura concesso dal Parlamento anche per l'impegno dei parlamentari eletti nel territorio, ha fatto definire la nostra come l'ultima delle Regioni speciali e la prima delle Regioni ordinarie, quanto alla sostanza dell'autonomia, ovvero delle competenze attribuite - ha ricordato Tesini sottolineando che la specialità era finalizzata a favorire l'avvicinamento tra le componenti territoriali della regione, a promuovere la ripresa morale e materiale delle popolazioni, ad arginare l'emigrazione, ad affrontare la peculiarità del confine orientale nella convinzione che la Regione autonoma avrebbe favorito, meglio dello Stato, lontano, la distensione con i Paesi posti al di là della cortina di ferro.

Dopo 45 anni va riconosciuto che la missione è stata ampiamente compiuta, ma senza autonomia speciale non sarebbe stato possibile - ha affermato - e ripeterlo non è inutile, soprattutto di fronte a due tesi sbagliate secondo le quali la specialità non sarebbe più conveniente o avrebbe perso di attualità costituzionale.

Convenienza e attualità sono parametri di valutazione fuorvianti - ha avvertito Tesini sottolineando che le deroghe costituzionali, l'attribuzione delle competenze e l'autonomia finanziaria della Regione speciale sono sempre il portato di peculiarità riconosciute e il prodotto di scelte ragionate.

In Italia, le Regioni non sono uniformi nell'assetto istituzionale, perché riflettono una diversità in ogni altro parametro. Se il nuovo titolo V della Costituzione non assumerà definitivamente questa impostazione, continuerà a restare in buona misura inattuato, e ciò a partire dall'articolo 119 relativo al federalismo fiscale. Abbiamo considerato l'adeguamento dello Statuto al Titolo V un impegno, ha affermato Tesini sottolineando che nella Repubblica e nell'Unione europea che si danno nuove regole, anche la Regione deve darsene, a maggior ragione quando previsto dalla Costituzione riformata, e gli aggiornamenti introdotti dal Parlamento hanno rafforzato l'autonomia regionale.

Unica tra le Regioni speciali, la nostra ha deciso di avvalersi di questa prerogativa, e lo ha fatto nel quadro di un programma di riforme di legislatura che conteneva anche la legge statutaria sulla forma di governo e il sistema elettorale e la revisione del Regolamento interno. Anche se l'iniziativa consiliare di nuovo Statuto non ha ottenuto il voto di tutta l'Assemblea e in Parlamento non ha avuto seguito fino in fondo, l'esperienza, per Tesini, è stata utile, per il coinvolgimento e il confronto sviluppati, pur evidenziando la necessità di relazioni più sistematiche con i parlamentari, e perché ha mostrato la capacità del Friuli Venezia Giulia di elaborare soluzioni peculiari. Il Consiglio regionale non si è avventurato in inutili e inconcludenti ridefinizioni dell'autonomia e della specialità, che confermata nel 2001 non aveva necessità di essere ribadita, ma ha declinato gli strumenti della specialità al mutato contesto geo-politico.

La proposta del Consiglio regionale colma le lacune dello Statuto in vigore, adegua le competenze al nuovo Titolo V e prevede ulteriori competenze coerenti con il particolare status che alla Regione deriva dalla specifica collocazione geo-politica; inserisce i temi delle fonti, dell'Europa, dei rapporti internazionali, delle autonomie locali. Rafforza la Commissione paritetica e il modello di leale collaborazione, prevede che implementazione e attuazione delle norme statutarie avvengano nella sede pattizia della Commissione paritetica, attraverso decreti legislativi di attuazione; rafforza l'autonomia finanziaria, investe sul demanio e sul patrimonio.

Quindi una proposta ragionevole, percorribile, innovativa e avanzata, tanto che il testo base del relatore - il presidente della Commissione affari costituzionali della Camera Luciano Violante - la mantiene e la ripropone nella sostanza e gli emendamenti, presentati dai parlamentari e dal Governo, non ne mettono in discussione l'impianto. Se l'iniziativa avesse successo, la Regione accrescerebbe di molto la propria autonomia, ma l'instabilità politica e la crisi di Governo non lo hanno reso ancora possibile.

Il Consiglio regionale ha esercitato, nel 2005, una funzione attribuita per assolvere ad un adempimento previsto dal Parlamento con riforma costituzionale e nel 2008 deve prendere atto che quello stesso Parlamento non è in grado di dar seguito alle sue previsioni - osserva amaro il presidente. Che comunque non rinuncia a guardare al futuro: Chi ci seguirà in quest'Aula e in Parlamento avrà la possibilità di servire ancora la causa della autonomia speciale del Friuli Venezia Giulia, muovendo dalla buona base di partenza che lasciamo in eredità.

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(segue)