CR: Tesini ricorda i 45 anni dello Statuto di autonomia (1)
(ACON) Trieste, 31 gen - MPB - Ragioni storiche e di attualità
politica al centro della riflessione del presidente del Consiglio
regionale Alessandro Tesini che, all'apertura dei lavori
dell'Aula, ha ricordato i 45 anni dalla promulgazione dello
Statuto di autonomia della Regione adottato dal Parlamento il 30
gennaio 1963.
Dalla rilettura della situazione nei 15 anni intercorsi tra la
previsione della Regione da parte dell'Assemblea Costituente e la
sua effettiva istituzione, e attraverso l'analisi delle
condizioni in cui il Parlamento discusse e adottò il nostro
Statuto, la riflessione è approdata all'iniziativa consiliare del
nuovo Statuto.
Il raffronto tra gli Statuti di quelle Regioni, in pratica solo
ratificati dalla Assemblea costituente, e quello del Friuli
Venezia Giulia, in buona misura concesso dal Parlamento anche per
l'impegno dei parlamentari eletti nel territorio, ha fatto
definire la nostra come l'ultima delle Regioni speciali e la
prima delle Regioni ordinarie, quanto alla sostanza
dell'autonomia, ovvero delle competenze attribuite - ha ricordato
Tesini sottolineando che la specialità era finalizzata a favorire
l'avvicinamento tra le componenti territoriali della regione, a
promuovere la ripresa morale e materiale delle popolazioni, ad
arginare l'emigrazione, ad affrontare la peculiarità del confine
orientale nella convinzione che la Regione autonoma avrebbe
favorito, meglio dello Stato, lontano, la distensione con i Paesi
posti al di là della cortina di ferro.
Dopo 45 anni va riconosciuto che la missione è stata ampiamente
compiuta, ma senza autonomia speciale non sarebbe stato possibile
- ha affermato - e ripeterlo non è inutile, soprattutto di fronte
a due tesi sbagliate secondo le quali la specialità non sarebbe
più conveniente o avrebbe perso di attualità costituzionale.
Convenienza e attualità sono parametri di valutazione fuorvianti
- ha avvertito Tesini sottolineando che le deroghe
costituzionali, l'attribuzione delle competenze e l'autonomia
finanziaria della Regione speciale sono sempre il portato di
peculiarità riconosciute e il prodotto di scelte ragionate.
In Italia, le Regioni non sono uniformi nell'assetto
istituzionale, perché riflettono una diversità in ogni altro
parametro. Se il nuovo titolo V della Costituzione non assumerà
definitivamente questa impostazione, continuerà a restare in
buona misura inattuato, e ciò a partire dall'articolo 119
relativo al federalismo fiscale. Abbiamo considerato
l'adeguamento dello Statuto al Titolo V un impegno, ha affermato
Tesini sottolineando che nella Repubblica e nell'Unione europea
che si danno nuove regole, anche la Regione deve darsene, a
maggior ragione quando previsto dalla Costituzione riformata, e
gli aggiornamenti introdotti dal Parlamento hanno rafforzato
l'autonomia regionale.
Unica tra le Regioni speciali, la nostra ha deciso di avvalersi
di questa prerogativa, e lo ha fatto nel quadro di un programma
di riforme di legislatura che conteneva anche la legge statutaria
sulla forma di governo e il sistema elettorale e la revisione del
Regolamento interno. Anche se l'iniziativa consiliare di nuovo
Statuto non ha ottenuto il voto di tutta l'Assemblea e in
Parlamento non ha avuto seguito fino in fondo, l'esperienza, per
Tesini, è stata utile, per il coinvolgimento e il confronto
sviluppati, pur evidenziando la necessità di relazioni più
sistematiche con i parlamentari, e perché ha mostrato la capacità
del Friuli Venezia Giulia di elaborare soluzioni peculiari. Il
Consiglio regionale non si è avventurato in inutili e
inconcludenti ridefinizioni dell'autonomia e della specialità,
che confermata nel 2001 non aveva necessità di essere ribadita,
ma ha declinato gli strumenti della specialità al mutato contesto
geo-politico.
La proposta del Consiglio regionale colma le lacune dello Statuto
in vigore, adegua le competenze al nuovo Titolo V e prevede
ulteriori competenze coerenti con il particolare status che alla
Regione deriva dalla specifica collocazione geo-politica;
inserisce i temi delle fonti, dell'Europa, dei rapporti
internazionali, delle autonomie locali. Rafforza la Commissione
paritetica e il modello di leale collaborazione, prevede che
implementazione e attuazione delle norme statutarie avvengano
nella sede pattizia della Commissione paritetica, attraverso
decreti legislativi di attuazione; rafforza l'autonomia
finanziaria, investe sul demanio e sul patrimonio.
Quindi una proposta ragionevole, percorribile, innovativa e
avanzata, tanto che il testo base del relatore - il presidente
della Commissione affari costituzionali della Camera Luciano
Violante - la mantiene e la ripropone nella sostanza e gli
emendamenti, presentati dai parlamentari e dal Governo, non ne
mettono in discussione l'impianto. Se l'iniziativa avesse
successo, la Regione accrescerebbe di molto la propria autonomia,
ma l'instabilità politica e la crisi di Governo non lo hanno reso
ancora possibile.
Il Consiglio regionale ha esercitato, nel 2005, una funzione
attribuita per assolvere ad un adempimento previsto dal
Parlamento con riforma costituzionale e nel 2008 deve prendere
atto che quello stesso Parlamento non è in grado di dar seguito
alle sue previsioni - osserva amaro il presidente. Che comunque
non rinuncia a guardare al futuro: Chi ci seguirà in quest'Aula e
in Parlamento avrà la possibilità di servire ancora la causa
della autonomia speciale del Friuli Venezia Giulia, muovendo
dalla buona base di partenza che lasciamo in eredità.
(immagini alle tv)
(segue)