News


CR: mozione solidarietà a Benedetto XVI, il dibattito (9)

31.01.2008
17:49
(ACON) Trieste, 31 gen - DT - E' stato Massimo Blasoni (FI) ad aprire il dibattito sulla mozione di solidarietà a papa Benedetto XVI. La vicenda mette in luce un connotato della sinistra, e cioè un forte laicismo anticlericale. Si accusa di integralismo la Chiesa da posizioni assolutamente integraliste. Questa chiusura è inaccettabile, quasi che rivestire una carica religiosa costituisca una diminutio nell'esprimere le proprie opinioni. E poi la laicità vera è quella che consente di parlare perché una cosa è la separazione tra Chiesa e Stato, altro è tappare la bocca a chi, a pieno titolo, interviene su argomenti fondamentali come il pontefice.

Abbiamo bisogno di libertà, e prima di tutto libertà di espressione, ha annotato Roberto Asquini (FI). Quando una persona, come Ratzinger, rappresenta miliardi di persone, non dargli spazio è una follia. Quanto capitato a Roma è poco dignitoso, triste per il comportamento degli studenti, risibile per il pasticcio di un governo incapace di garantire la sicurezza al papa, per di più a Roma. Se non bastasse, il papa non è solo una delle massime autorità religiose nel mondo, è pure un capo di Stato. E a un capo di Stato si è impedito di parlare. L'università è libertà di conoscere, non libertà di vietare. Chi teme le parole, ha paura di sé stesso.

Gina Fasan (UDC) ha parlato di penoso autogol in cui la cosa peggiore è stato l'uso scorretto e capovolto del termine laico, che non è opposto di credente, o cattolico. Riprendendo un articolo di Claudio Magris, la consigliera ha fatto presente come l'obbligata rinuncia del pontefice sia un fatto grave che deve scuotere le coscienze di tutti, sia di chi crede, sia di chi non crede. E non solo perché non possiamo non definirci cristiani, ma perché la contrarietà a ogni forma di tolleranza dovrebbe essere la base di ogni pensiero. Un laico, chiosa, quel giorno poteva preferire di andarsene a passeggiare, non respingere un discorso prima di ascoltarlo.

Ciò che abbiamo vissuto è un episodio di stupido laicismo, ha affermato Luca Ciriani per AN. Un'università che rinuncia al dialogo con un grande intellettuale, filosofo e teologo quale è Ratzinger, fa danno a sé stessa. E' sorprendente che a poche settimana dalla visita in Italia del Dalai Lama sia mancato lo stesso rispetto al papa. E' altrettanto grave che il governo, di fronte alla minaccia di qualche decina di scapestrati, non gli abbia garantito di potersi esprimere. Una brutta figura, tra le tante.

Di parere opposto Bruna Zorzini (PDCI). I media hanno distorto le motivazioni della contrarietà dell'intervento di Benedetto XVI alla "Sapienza", non di mancata libertà di parola si trattava (che non va negata a nessuno), piuttosto di difesa della laicità dello Stato. Dopotutto, l'inaugurazione dell'anno accademico è un atto pubblico, un rito laico. Pertanto, invitare un'autorità come il papa è una contraddizione in termini che non poteva non generare conflitti. La Chiesa, infatti, si fonda su principi diversi, autoritari, gerarchici, detentrice com'è di volontà assolute. Amareggia, infine, il silenzio di tanti laici del centrosinistra, un silenzio che denota sudditanza, debolezza ideologica, di cui Italia non ha proprio bisogno.

(segue)