CR: mozione solidarietà a Benedetto XVI, il dibattito (9)
(ACON) Trieste, 31 gen - DT - E' stato Massimo Blasoni (FI) ad
aprire il dibattito sulla mozione di solidarietà a papa Benedetto
XVI. La vicenda mette in luce un connotato della sinistra, e cioè
un forte laicismo anticlericale. Si accusa di integralismo la
Chiesa da posizioni assolutamente integraliste. Questa chiusura è
inaccettabile, quasi che rivestire una carica religiosa
costituisca una diminutio nell'esprimere le proprie opinioni. E
poi la laicità vera è quella che consente di parlare perché una
cosa è la separazione tra Chiesa e Stato, altro è tappare la
bocca a chi, a pieno titolo, interviene su argomenti fondamentali
come il pontefice.
Abbiamo bisogno di libertà, e prima di tutto libertà di
espressione, ha annotato Roberto Asquini (FI). Quando una
persona, come Ratzinger, rappresenta miliardi di persone, non
dargli spazio è una follia. Quanto capitato a Roma è poco
dignitoso, triste per il comportamento degli studenti, risibile
per il pasticcio di un governo incapace di garantire la sicurezza
al papa, per di più a Roma. Se non bastasse, il papa non è solo
una delle massime autorità religiose nel mondo, è pure un capo di
Stato. E a un capo di Stato si è impedito di parlare.
L'università è libertà di conoscere, non libertà di vietare. Chi
teme le parole, ha paura di sé stesso.
Gina Fasan (UDC) ha parlato di penoso autogol in cui la cosa
peggiore è stato l'uso scorretto e capovolto del termine laico,
che non è opposto di credente, o cattolico. Riprendendo un
articolo di Claudio Magris, la consigliera ha fatto presente come
l'obbligata rinuncia del pontefice sia un fatto grave che deve
scuotere le coscienze di tutti, sia di chi crede, sia di chi non
crede. E non solo perché non possiamo non definirci cristiani, ma
perché la contrarietà a ogni forma di tolleranza dovrebbe essere
la base di ogni pensiero. Un laico, chiosa, quel giorno poteva
preferire di andarsene a passeggiare, non respingere un discorso
prima di ascoltarlo.
Ciò che abbiamo vissuto è un episodio di stupido laicismo, ha
affermato Luca Ciriani per AN. Un'università che rinuncia al
dialogo con un grande intellettuale, filosofo e teologo quale è
Ratzinger, fa danno a sé stessa. E' sorprendente che a poche
settimana dalla visita in Italia del Dalai Lama sia mancato lo
stesso rispetto al papa. E' altrettanto grave che il governo, di
fronte alla minaccia di qualche decina di scapestrati, non gli
abbia garantito di potersi esprimere. Una brutta figura, tra le
tante.
Di parere opposto Bruna Zorzini (PDCI). I media hanno distorto le
motivazioni della contrarietà dell'intervento di Benedetto XVI
alla "Sapienza", non di mancata libertà di parola si trattava
(che non va negata a nessuno), piuttosto di difesa della laicità
dello Stato. Dopotutto, l'inaugurazione dell'anno accademico è un
atto pubblico, un rito laico. Pertanto, invitare un'autorità come
il papa è una contraddizione in termini che non poteva non
generare conflitti. La Chiesa, infatti, si fonda su principi
diversi, autoritari, gerarchici, detentrice com'è di volontà
assolute. Amareggia, infine, il silenzio di tanti laici del
centrosinistra, un silenzio che denota sudditanza, debolezza
ideologica, di cui Italia non ha proprio bisogno.
(segue)