CR: spettacolo dal vivo, i quattro relatori di minoranza (4)
(ACON) Trieste, 01 feb - ET - Per il relatore di minoranza
dell'UDC Roberto Molinaro, il provvedimento è condivisibile negli
scopi, come anche nella volontà di valorizzare l'attività
amatoriale e di programmare per diversi anni l'attività a livello
regionale. Ci sono ancora aspetti problematici, come la creazione
di un quadro legislativo non organico - ci vorrebbe un testo
unico - e la possibile sovrapposizione di ruoli e attività dei
Comuni e delle Province. Per questi motivi la programmazione
triennale rischia di essere inefficace e suscita perplessità
anche la delega alla direzione centrale di funzioni di gestione,
a discapito della sussidiarietà. La creazione dell'Albo regionale
degli enti dello spettacolo insieme all'individuazione degli
organismi primari e dei soggetti di rilevante interesse regionale
porterà solo a un aumento della burocrazia.
Per Claudio Violino (LN) la norma ha il pregio di voler
disciplinare un settore carente di programmazione e di prevedere
l'organizzazione di percorsi formativi, oltre a tenere conto
delle produzioni amatoriali. La critica più forte, forse,
riguarda la governance regionale, prevista nel testo e ritenuta
troppo debole. Lamentato un eccesso di attenzione per le
strutture stabili, che Violino teme richiedano troppi e continui
aiuti, a discapito delle realtà minori. Sul Teatro stabile
friulano, accolta con piacere l'apertura da parte della
maggioranza. Violino spera che nel dibattito si riesca a
costituire una qualche forma di ente che si curerà delle
produzioni in lingua.
Piero Camber relatore di minoranza di Forza Italia, ha
sottolineato la bontà della tutela per i teatri e le
manifestazioni in dialetto, nata da una sua proposta. Un errore
invece, ha sostenuto il consigliere azzurro, voler sostenere il
reddito degli operatori del settore. Questa previsione fa parte
delle leggi sul welfare e non sulla cultura. Sbagliato anche il
fatto di trattare temi non direttamente attinenti la materia,
cioè i distretti culturali, da abrogare, insieme alle residenze
multidisciplinari, che potrebbero prosciugare gli stanziamenti.
La norma, inoltre, crea troppi enti aggiuntivi.
Alleanza Nazionale ha votato contro la proposta di legge perché
si chiede se lo spettacolo dal vivo abbia bisogno di una
particolare tutela, quasi di stampo sovietico. Questa è la
posizione espressa da Bruno Di Natale (AN).La proliferazione di
norme sulla cultura, la moltiplicazione, ritenuta imbarazzante,
di enti, una specie di lotta alla precarietà che anziché favorire
scelte di maggiore responsabilità, livello e merito, sostiene chi
è ideologicamente vicino alla maggioranza. Rimane peraltro
incomprensibile, ha concluso Di Natale, il criterio con cui
saranno scelti gli enti e le attività degne di essere inserite
nell'albo regionale.
(segue)