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CR: spettacolo dal vivo, i quattro relatori di minoranza (4)

01.02.2008
12:42
(ACON) Trieste, 01 feb - ET - Per il relatore di minoranza dell'UDC Roberto Molinaro, il provvedimento è condivisibile negli scopi, come anche nella volontà di valorizzare l'attività amatoriale e di programmare per diversi anni l'attività a livello regionale. Ci sono ancora aspetti problematici, come la creazione di un quadro legislativo non organico - ci vorrebbe un testo unico - e la possibile sovrapposizione di ruoli e attività dei Comuni e delle Province. Per questi motivi la programmazione triennale rischia di essere inefficace e suscita perplessità anche la delega alla direzione centrale di funzioni di gestione, a discapito della sussidiarietà. La creazione dell'Albo regionale degli enti dello spettacolo insieme all'individuazione degli organismi primari e dei soggetti di rilevante interesse regionale porterà solo a un aumento della burocrazia.

Per Claudio Violino (LN) la norma ha il pregio di voler disciplinare un settore carente di programmazione e di prevedere l'organizzazione di percorsi formativi, oltre a tenere conto delle produzioni amatoriali. La critica più forte, forse, riguarda la governance regionale, prevista nel testo e ritenuta troppo debole. Lamentato un eccesso di attenzione per le strutture stabili, che Violino teme richiedano troppi e continui aiuti, a discapito delle realtà minori. Sul Teatro stabile friulano, accolta con piacere l'apertura da parte della maggioranza. Violino spera che nel dibattito si riesca a costituire una qualche forma di ente che si curerà delle produzioni in lingua.

Piero Camber relatore di minoranza di Forza Italia, ha sottolineato la bontà della tutela per i teatri e le manifestazioni in dialetto, nata da una sua proposta. Un errore invece, ha sostenuto il consigliere azzurro, voler sostenere il reddito degli operatori del settore. Questa previsione fa parte delle leggi sul welfare e non sulla cultura. Sbagliato anche il fatto di trattare temi non direttamente attinenti la materia, cioè i distretti culturali, da abrogare, insieme alle residenze multidisciplinari, che potrebbero prosciugare gli stanziamenti. La norma, inoltre, crea troppi enti aggiuntivi.

Alleanza Nazionale ha votato contro la proposta di legge perché si chiede se lo spettacolo dal vivo abbia bisogno di una particolare tutela, quasi di stampo sovietico. Questa è la posizione espressa da Bruno Di Natale (AN).La proliferazione di norme sulla cultura, la moltiplicazione, ritenuta imbarazzante, di enti, una specie di lotta alla precarietà che anziché favorire scelte di maggiore responsabilità, livello e merito, sostiene chi è ideologicamente vicino alla maggioranza. Rimane peraltro incomprensibile, ha concluso Di Natale, il criterio con cui saranno scelti gli enti e le attività degne di essere inserite nell'albo regionale.

(segue)