CR: spettacolo dal vivo, dibattito e replica Antonaz (5)
(ACON) Trieste, 01 feb - DT - Il dibattito sulla legge che
riordina l'attività dello spettacolo dal vivo è stato aperto da
Luca Ciriani (AN). E' davvero necessario, ha chiesto, fare norme
ultrasettoriali nel campo della cultura? Non era meglio
organizzare un testo unico piuttosto che provvedimenti con
l'unico obiettivo di garantire qualcuno o qualcosa? Gli
spettacoli di qualità sono già protetti, guarda caso però questa
legge mette in sicurezza, a fine legislatura, un po' di gente e
moltiplica enti e comitati. Non si comprende poi quale sia la
disponibilità finanziaria né perché si investa la Regione del
compito di stabilizzare realtà che non sono stabili.
Tamara Blazina (DS-PD) ha sostenuto che norme, pur settoriali,
riguardano però un mondo variegato, ricco, con emanazioni in
tutti i Comuni della regione. Con questa legge non si incentiva
la nascita di nuove associazioni. Anzi, vorremmo che
collaborassero tra loro, facessero rete, promuovessero insieme
singoli territori, per produrre di più e meglio. L'unico nuovo
strumento previsto è la conferenza, strumento di partecipazione
utile alla programmazione regionale, mentre i comitati già
esistono così come l'osservatorio. Sui finanziamenti è stata
fatta una ricognizione delle associazioni, un'operazione di
trasparenza.
E' una legge che guarda alla crescita del sistema e delle
strutture, ha annotato Maurizio Paselli (Citt), dando oggettività
e parametri seri. Una legge per cui la cultura è investimento e
diritto, che aiuta sin dalla più tenera età a crescere cittadini
con una coscienza e che dà qualità al vivere sociale di questa
regione.
Credo che il provvedimento abbia aggredito un nodo importante,
così Giancarlo Tonutti (Margh-PD), che è quello del privilegiare
l'eccellenza premiando chi punta ai massimi livelli su un
territorio talmente frammentato per cui non è affatto facile
farlo. Un testo in cui si contemperano i bisogni pure delle
piccole comunità, basti pensare al ruolo, sociale oltre che
culturale, di bande e cori. Si punta, in pratica, all'elevazione
culturale di tutti, premiando chi sa produrre percorsi di
emancipazione e chi lo fa in modo istituzionale, quindi Comuni e
Province.
Nevio Alzetta (DS-PD) si è soffermato sull'importanza delle
residenze multidisciplinari e dei distretti culturali, che
responsabilizzano chi fa spettacolo e creano le condizioni per le
quali le amministrazioni locali diverranno sostenitrici e non
solo mere finanziatrici di processi e progetti culturali. Secondo
elemento di valore è che si va a costituire un modo di operare
che darà certezze al sistema, agli operatori, a chi dà il suo
contributo a livello amatoriale.
Kristian Franzil (PRC-SE) ha sottolineato come il punto
qualificante sia quello di aver trovato strumenti che rendano
meno soggettiva possibile la valutazione sulla qualità delle
manifestazioni proposte. Ha poi ricordato altre due innovazioni:
la tutela per i lavoratori (che siano volontari o professionisti
comunque risulteranno a tempo determinato), e il teatro in lingua
friulana. Cosa manca per valorizzare la drammaturgia friulana? La
possibilità per autori, attori, registi, di sperimentare e
circuitare le produzioni e tutto questo è contenuto in uno
specifico emendamento.
Infine, la replica dell'assessore alla Cultura Roberto Antonaz.
Dopo cinque anni e dopo le norme sul cinema, le biblioteche, gli
ecomusei, completiamo il lavoro di rinnovamento del nostro
apparato legislativo in campo culturale. Manca soltanto quella
sui musei, e per porre termine alle polemiche di questi giorni
ricordo che il protagonismo, anche legittimo, dei direttori di
queste strutture è stato sempre valorizzato. Il malinteso che c'è
stato con alcuni di loro va chiarito rapidamente e tanto meno
c'era la volontà di selezionare gli inviti rivolti ai consiglieri
nell'incontro a Villa Manin. Nella prossima legislatura,
conclude, chi ci sarà dovrà fare qualcosa per la cultura
scientifica, comunque oggi dobbiamo essere soddisfatti del lavoro
svolto perché dà stabilità a questa regione. Altro elemento
positivo, tutte queste sono state leggi presentate dal Consiglio
che sottintendono quindi un rapporto equilibrato tra Esecutivo e
Aula.
(segue)