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PdL: Blasoni, cambiare regolamento per assegni mantenimento

03.06.2008
15:53
(ACON) Trieste, 03 giu - COM/DT - Con adesione bipartisan delle forze politiche, nel 2006 abbiamo approvato una norma a tutela dei figli di genitori separati che prevedeva che la Regione anticipasse l'assegno di mantenimento al genitore affidatario del figlio minore nei casi di mancata corresponsione da parte dell'altro genitore di quanto dovuto. L'attuazione data alla legge, però, ne ha completamente stravolto il senso, inserendo la misura all'interno del reddito di cittadinanza e privando moltissime donne della possibilità di ottenere il beneficio.

Ad affermarlo - in una nota - è il consigliere regionale del PdL Massimo Blasoni.

La legge, spiega Blasoni, puntava alla tutela dei figli di genitori separati e voleva evitare che essi subissero i disagi derivanti dagli inadempimenti di uno dei due coniugi. Proprio perché si caratterizzava per un intervento rivolto alla generalità dei minori che si trovavano in questa condizione, l'articolo è stato inserito all'interno della legge sulla famiglia. La Giunta Illy - prosegue Blasoni - ha però dato attuazione alla misura inserendola all'interno del regolamento che istituisce il reddito di cittadinanza; un regolamento che non nomina mai la legge sulla famiglia e che quindi non era adatto a dare attuazione a quell'articolo.

Così facendo, le madri o i padri che volessero beneficiare di questo strumento di sostegno devono dimostrare di avere un reddito inferiore ai 5 mila euro annui; un'evidente assurdità. Non si trattava, infatti, di offrire un semplice sostegno a chi versa in condizioni di difficoltà; si voleva evitare che i figli soffrissero per le inadempienze di uno dei genitori e che, al danno psicologico della separazione, si aggiungesse uno stato di disagio economico e sociale.

Pertanto, conclude Blasoni, occorre modificare radicalmente l'impostazione data al regolamento: innanzitutto alzando la soglia di reddito per l'accesso al beneficio e, in secondo luogo, prevedendo un iter molto più snello rispetto a quello che occorre seguire per ottenere il reddito di cittadinanza.