PD: su Reddito di base no a decisioni politicizzate
(ACON) Trieste, 02 lug - COM/AB - Alle affermazioni sul Reddito
di base del consigliere regionale della Lega Nord Federico
Razzini ribattono, in una nota, i consiglieri del PD Annamaria
Menosso, Nevio Alzetta, Sergio Lupieri, Paolo Menis e Franco
Codega.
Quando Razzini afferma che il Reddito di base è destinato a chi
cittadino non è, che va contro gli interessi della gente del
Friuli Venezia Giulia e ribadisce che è sbagliato garantire un
sussidio anche ad extracomunitari e furbacchioni e, assieme
all'assessore Violino, ne chiede la cancellazione immediata,
sembra voler prendere un tratto avanti rispetto a quanto
dichiarato dagli assessori Kosic e Rosolen, che in una conferenza
stampa congiunta la settimana scorsa avevano dettato tempi e
modalità graduali per il progressivo smantellamento della misura.
Se a questa confusione di intenti si aggiunge il valzer delle
deleghe - l'immigrazione alla Lega, le politiche per la famiglia
prima al presidente poi all'UDC - sembra che si dica di tutto per
non fare alcunché.
E poi, è piuttosto litigioso questo Partito delle Libertà. Al di
là della polemica politica che interessa relativamente al
cittadino, ci sono questioni serie che vengono affrontate in
maniera superficiale. La cancellazione o la modifica del Reddito
di base è stata un cavallo di battaglia della destra nelle
elezioni che poi ha vinto; è lecito che voglia mettere in atto
quanto promesso, ma trattandosi di un intervento importante nel
settore del Welfare, la Giunta dovrebbe ipotizzare misure
alternative che diano risposte a tipologie di problemi come nuove
povertà ed esclusione sociale e lavorativa.
Per sgombrare una volta per tutte il campo da discorsi
fuorvianti, se alcuni atteggiamenti dell'ex presidente Illy sono
stati giudicati discutibili dal PdL, non gli si può certo
rimproverare di essere stato ideologico nella sua azione
politica. Anzi, se vogliamo, si è spesso mosso freddamente con
logiche di efficienza e pragmatismo. Ciò per dire che il Reddito
di base, unitamente all'intero impianto del Welfare regionale,
rispondono a una precisa domanda che emerge dalla società.
In un settore in doverosa, ma faticosa crescita come quello
sociale non si prendono decisioni malamente politicizzate o
ideologiche per rispondere all'elettorato di riferimento, ma si
adottano politiche per rispondere a una domanda che è rilevabile
dallo studio di dati e indicatori sulla popolazione.
Come già detto più volte, questa Giunta non ha un'idea di stato
sociale proprio nel momento in cui i cittadini manifestano il
bisogno di servizi efficaci, rapidi, accessibili. Ci vuole
cultura, preparazione, professionalità, coraggio e voglia di fare
per poter dare slancio al settore sociale. Il rapporto sul
Reddito di base smentisce le teorie sugli stranieri beneficiari
della misura. Infatti, solo il 18,53% delle persone che vi
accedono sono straniere. Basta, allora, usare toni grossolani e
semplicistici per affrontare una realtà complessa.