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PD: su Reddito di base no a decisioni politicizzate

02.07.2008
16:56
(ACON) Trieste, 02 lug - COM/AB - Alle affermazioni sul Reddito di base del consigliere regionale della Lega Nord Federico Razzini ribattono, in una nota, i consiglieri del PD Annamaria Menosso, Nevio Alzetta, Sergio Lupieri, Paolo Menis e Franco Codega.

Quando Razzini afferma che il Reddito di base è destinato a chi cittadino non è, che va contro gli interessi della gente del Friuli Venezia Giulia e ribadisce che è sbagliato garantire un sussidio anche ad extracomunitari e furbacchioni e, assieme all'assessore Violino, ne chiede la cancellazione immediata, sembra voler prendere un tratto avanti rispetto a quanto dichiarato dagli assessori Kosic e Rosolen, che in una conferenza stampa congiunta la settimana scorsa avevano dettato tempi e modalità graduali per il progressivo smantellamento della misura.

Se a questa confusione di intenti si aggiunge il valzer delle deleghe - l'immigrazione alla Lega, le politiche per la famiglia prima al presidente poi all'UDC - sembra che si dica di tutto per non fare alcunché.

E poi, è piuttosto litigioso questo Partito delle Libertà. Al di là della polemica politica che interessa relativamente al cittadino, ci sono questioni serie che vengono affrontate in maniera superficiale. La cancellazione o la modifica del Reddito di base è stata un cavallo di battaglia della destra nelle elezioni che poi ha vinto; è lecito che voglia mettere in atto quanto promesso, ma trattandosi di un intervento importante nel settore del Welfare, la Giunta dovrebbe ipotizzare misure alternative che diano risposte a tipologie di problemi come nuove povertà ed esclusione sociale e lavorativa.

Per sgombrare una volta per tutte il campo da discorsi fuorvianti, se alcuni atteggiamenti dell'ex presidente Illy sono stati giudicati discutibili dal PdL, non gli si può certo rimproverare di essere stato ideologico nella sua azione politica. Anzi, se vogliamo, si è spesso mosso freddamente con logiche di efficienza e pragmatismo. Ciò per dire che il Reddito di base, unitamente all'intero impianto del Welfare regionale, rispondono a una precisa domanda che emerge dalla società.

In un settore in doverosa, ma faticosa crescita come quello sociale non si prendono decisioni malamente politicizzate o ideologiche per rispondere all'elettorato di riferimento, ma si adottano politiche per rispondere a una domanda che è rilevabile dallo studio di dati e indicatori sulla popolazione.

Come già detto più volte, questa Giunta non ha un'idea di stato sociale proprio nel momento in cui i cittadini manifestano il bisogno di servizi efficaci, rapidi, accessibili. Ci vuole cultura, preparazione, professionalità, coraggio e voglia di fare per poter dare slancio al settore sociale. Il rapporto sul Reddito di base smentisce le teorie sugli stranieri beneficiari della misura. Infatti, solo il 18,53% delle persone che vi accedono sono straniere. Basta, allora, usare toni grossolani e semplicistici per affrontare una realtà complessa.