PdL: Camber, tracciato TAV collegato al porto di Trieste
(ACON) Trieste, 04 lug - COM/AB - Le preoccupazioni manifestate
dalla Lega Nord sulla necessità di definire per la TAV il
tragitto più opportuno rispetto alla tutela del territorio, delle
comunità interessate e le finanze regionali sono in parte
condivise da Piero Camber.
Il consigliere regionale del PdL ritiene però che non vada
dimenticato che l'opera è strategica per lo sviluppo
dell'economia regionale e non può dunque prescindere da una forma
di collegamento diretto con il porto di Trieste. Maggiore sarà la
distanza fra il tracciato e lo scalo giuliano, maggiore sarà il
rischio che la TAV si comporti come una sorta di cerbottana,
all'interno della quale merci e persone provenienti da occidente
o oriente transiteranno sul nostro territorio senza neppure
accorgersene.
La seconda considerazione di Camber riguarda le finanze: sappiamo
tutti che la TAV non è al momento provvista di un'adeguata
copertura finanziaria, di cui la Regione non può naturalmente
farsi carico. Prima di avviare un intervento di questa portata, è
ovvio che occorre pianificare nel dettaglio risorse e ricadute,
per evitare l'apertura di cantieri che non potranno mai essere
conclusi. Camber ricordo che il Veneto ha problemi analoghi ai
nostri e come noi è in ritardo di programmazione; mentre la
Slovenia ha più volte lasciato intendere di non condividere il
tracciato di massima prefigurato dall'Unione europea, preferendo
invece investire su un collegamento Nord-Sud.
In definitiva, si tratta di una questione tutt'altro che chiusa o
scontata, di un'opera territorialmente trasversale e che
richiederà scelte delicatissime; pertanto forse non è opportuno
ridurla a un mero dibattito sui media locali, col rischio di
innescare frizioni nella maggioranza. Occorre invece aprire un
tavolo tecnico-politico in cui coinvolgere, in fasi diverse,
anche il Governo e le altre Regioni interessate, per capire se la
TAV sia realmente un obiettivo perseguibile e soprattutto come
perseguirlo, definendo da subito un percorso e un crono-programma
condivisi con tutti gli attori coinvolti, territorio compreso. E
dovrà trattarsi di una tavolo sul quale non gravino questioni
ideologiche, ma da cui esca una proposta veramente attuattiva.
È sconcertante, conclude Camber, il tempo perso sull'alta
velocità in Italia, quando altri Stati, partiti molti anni dopo
di noi, sono stati in grado di progettare e completare opere
analoghe in tempi ridotti, ricavandone solo importanti vantaggi.
Ricordo il monito del presidente Tondo a inizio legislatura:
ricominciamo a fare politica. La politica fatta attraverso i
giornali, quella degli annunci e dell'immagine tanto cara alla
precedente Giunta, non è una politica che ci appartiene. E sono
certo che non appartenga neppure agli amici della Lega Nord.
Sulla TAV, come su altre questioni non meno importanti, abbiamo
modo, tutti insieme, di darne prova.