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PdL: Camber, tracciato TAV collegato al porto di Trieste

04.07.2008
10:05
(ACON) Trieste, 04 lug - COM/AB - Le preoccupazioni manifestate dalla Lega Nord sulla necessità di definire per la TAV il tragitto più opportuno rispetto alla tutela del territorio, delle comunità interessate e le finanze regionali sono in parte condivise da Piero Camber.

Il consigliere regionale del PdL ritiene però che non vada dimenticato che l'opera è strategica per lo sviluppo dell'economia regionale e non può dunque prescindere da una forma di collegamento diretto con il porto di Trieste. Maggiore sarà la distanza fra il tracciato e lo scalo giuliano, maggiore sarà il rischio che la TAV si comporti come una sorta di cerbottana, all'interno della quale merci e persone provenienti da occidente o oriente transiteranno sul nostro territorio senza neppure accorgersene. La seconda considerazione di Camber riguarda le finanze: sappiamo tutti che la TAV non è al momento provvista di un'adeguata copertura finanziaria, di cui la Regione non può naturalmente farsi carico. Prima di avviare un intervento di questa portata, è ovvio che occorre pianificare nel dettaglio risorse e ricadute, per evitare l'apertura di cantieri che non potranno mai essere conclusi. Camber ricordo che il Veneto ha problemi analoghi ai nostri e come noi è in ritardo di programmazione; mentre la Slovenia ha più volte lasciato intendere di non condividere il tracciato di massima prefigurato dall'Unione europea, preferendo invece investire su un collegamento Nord-Sud.

In definitiva, si tratta di una questione tutt'altro che chiusa o scontata, di un'opera territorialmente trasversale e che richiederà scelte delicatissime; pertanto forse non è opportuno ridurla a un mero dibattito sui media locali, col rischio di innescare frizioni nella maggioranza. Occorre invece aprire un tavolo tecnico-politico in cui coinvolgere, in fasi diverse, anche il Governo e le altre Regioni interessate, per capire se la TAV sia realmente un obiettivo perseguibile e soprattutto come perseguirlo, definendo da subito un percorso e un crono-programma condivisi con tutti gli attori coinvolti, territorio compreso. E dovrà trattarsi di una tavolo sul quale non gravino questioni ideologiche, ma da cui esca una proposta veramente attuattiva.

È sconcertante, conclude Camber, il tempo perso sull'alta velocità in Italia, quando altri Stati, partiti molti anni dopo di noi, sono stati in grado di progettare e completare opere analoghe in tempi ridotti, ricavandone solo importanti vantaggi. Ricordo il monito del presidente Tondo a inizio legislatura: ricominciamo a fare politica. La politica fatta attraverso i giornali, quella degli annunci e dell'immagine tanto cara alla precedente Giunta, non è una politica che ci appartiene. E sono certo che non appartenga neppure agli amici della Lega Nord. Sulla TAV, come su altre questioni non meno importanti, abbiamo modo, tutti insieme, di darne prova.