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V Comm: sì e unanimità a ddl fusione Tapogliano Campolongo

09.07.2008
17:32
(ACON) Trieste, 09 lug - DT - Il nuovo Comune di Campolongo Tapogliano (Udine) potrebbe nascere il primo gennaio 2009. Lo prevede il disegno di legge della Giunta approvato all'unanimità dalla V Commissione consiliare presieduta da Roberto Marin (PdL). Favorevoli PdL, LN, UDC, Roberto Asquini per il Gruppo Misto, PD e IdV-Cittadini. Un relatore unico in Aula, e sarà lo stesso Marin.

Il ddl - cinque articoli in tutto - non fa altro che riprendere quanto disposto dalla precedente Giunta regionale che, l'11 gennaio, aveva approvato proprio il progetto di legge concernente la fusione dei due Comuni. Un progetto poi decaduto con la fine della legislatura e le elezioni anticipate e che prendeva spunto dal sì, ottenuto ad ampia maggioranza (85,47% dei voti), al referendum svoltosi tanto a Campolongo al Torre che a Tapogliano il 25 novembre scorso. Una vittoria, quella del sì, motivata fondamentalmente da due ragioni: garantire una gestione più efficace ed efficiente dei servizi e ottenere sensibili riduzioni dei costi di gestione della struttura burocratico-amministrativa. La scelta, poi, del primo gennaio 2009 consente di far coincidere la nuova gestione finanziaria, contabile e giuridico-amministrativa con l'inizio dell'anno solare, ma anche l'elezione degli organi del nuovo Comune con la scadenza naturale di quelli attualmente in carica. Anche l'individuazione del Comune capoluogo tiene conto delle indicazioni fornite dai rispettivi consigli municipali, che hanno ritenuto più idonea e adeguata - per ragioni organizzative e di rappresentanza - la sede di Campolongo al Torre.

Il nuovo Comune di Campolongo Tapogliano erediterà i procedimenti amministrativi in corso e i rapporti giuridici e patrimoniali oltre che i beni demaniali e patrimoniali. E per evitare vuoti di disciplina, si è stabilito che statuto e regolamenti del nuovo municipio saranno quelli in vigore nel Comune di Campolongo al Torre, con l'eccezione delle prescrizioni derivanti dagli strumenti urbanistici. Previsto pure uno stanziamento straordinario per gli oneri di avvio. Un'assegnazione che precede l'attribuzione di risorse che il nuovo Comune riceverà a titolo di incentivo straordinario e di incentivo ordinario per sei anni (finanziamenti che diminuiranno dal terzo anno).

In precedenza, la Commissione aveva incontrato i due primi cittadini, Luigi Morsut per Tapogliano e Giovanni Cumin per Campolongo al Torre.

"Il risultato del referendum, ha affermato Cumin, dimostra il grande consenso attorno a questa fusione. Anzi, i nostri concittadini ci volevano spingere a un'unione più ampia, con altri municipi, perché ormai la gente ritiene che sia tempo di sburocratizzare, di risparmiare, di essere più efficienti. E il risparmio, ha aggiunto Cumin, sarà di 100 mila euro all'anno, che per due Comuni piccoli come i nostri (450 abitanti Tapogliano, 700 circa Campolongo) è una cifra significativa".

Sulla stessa lunghezza d'onda il sindaco Morsut. "Il referendum ha avuto quel risultato perché c'era l'humus giusto, c'erano già delle convezioni tra Comuni, nessun campanilismo da tirare in ballo. Ora però ci attendiamo dalla Regione un contributo per avviare questa fusione, non facile da organizzare".

A seguire, il dibattito. Se Franco Iacop e Mauro Travanut, entrambi del PD, hanno ricordato e difeso la bontà del provvedimento della precedente Giunta che ha permesso a Tapogliano e Campolongo di giungere alla fusione, Alessandro Tesini (PD) ha ricordato come "al di là dei colori politici, tutti, maggioranza e opposizione, lamentiamo che un'eccessiva duplicazione dei centri decisori non aiuti né l'efficienza né la qualità dei servizi. Quindi, che la Regione abbia una legge equilibrata, rispettosa dei territori e che incentivi l'unione di più Comuni, questo prescinde dall'essere di destra o di sinistra". E anche Edoardo Sasco, UDC, ha fatto notare che "se il centrosinistra ha prodotto qualcosa di buono, come in questo caso, allora questo qualcosa va salvato".

Sì a questa fusione ma con una normativa da rivedere è quanto ha chiesto il PdL. Antonio Pedicini (PdL) ha sottolineato "un'ampia convergenza sui principi dell'attuale legge, ma noi vogliamo che si affermi il diritto che ciascuna comunità ha di autodeterminarsi. Pertanto, ha ribadito, stesso rispetto anche per quelle comunità contrarie alle fusioni". Sistema Aster scandaloso per Roberto Asquini (GM): "Spero proprio che venga rimosso. E poi, in Friuli Venezia Giulia abbiamo 30 Comuni sotto i mille abitanti, altrettanti sotto i 2000, e di questi 60 solo 2 si sono unificati: questa fusione, quindi, è frutto del fallimento della strategia politica della Giunta Illy". Per Federico Razzini (LN) "compito del Consiglio sarà quello di migliorare questa normativa e creare ulteriori incentivi". E poi lancia un'idea: "Perché non ridefinire l'assetto attuale delle Province di Trieste e Gorizia? Oggi come oggi rappresentano un costo inutile". Sull'inutilità della Provincia di Trieste si è soffermato pure Paolo Ciani (PdL), sottolineando che i provvedimenti adottati su questo tema dall'Esecutivo Illy non hanno portato alle razionalizzazioni previste.

Voto favorevole all'unanimità, ma con una coda polemica dovuta alla mancata presentazione da parte della Giunta del disegno di legge sulla fusione dei Comuni di Attimis e Faedis (Udine), lacuna che Travanut (PD) ha detto di voler colmare presentando una proposta di legge.

(immagini alle tv)