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PD: Lupieri, risparmio e consumo ecosostenibile

29.07.2008
11:39
(ACON) Trieste, 29 lug - COM/AB - Il consigliere regionale del PD Sergio Lupieri e i consiglieri comunale e circoscrizionale Luciano Kakovic e Domiziana Avanzini hanno presentato le loro proposte per promuovere politiche innovative volte al risparmio, al consumo consapevole ed ecosostenibile: un ordine dei giorno per il Consiglio regionale e mozioni per il Consiglio comunale e circoscrizionale di Trieste, con lo scopo di stimolare le istituzioni competenti ai vari livelli affinché si attivino per promuovere iniziative e progetti di eco risparmio, attraverso la creazione di un tavolo di lavoro e di confronto tra le aziende produttrici e le grandi catene di distribuzione per condividere protocolli di intesa.

Nel corso di una conferenza stampa hanno evidenziato come la progressiva riduzione del potere di acquisto delle famiglie, conseguente all'aumento dei prezzi dei vari generi di consumo e da una non corrispondente perequazione salario/inflazione, sia una realtà con la quale ci confrontiamo ogni giorno. Nello stesso tempo si sente forte la problematica dello smaltimento dei rifiuti, della raccolta differenziata, dei rifiuti visti anche come risorsa.

Alcune Regioni d'Italia hanno voluto affrontare questi temi per cercare di dare una risposta a queste situazioni e hanno attivato politiche innovative volte al risparmio, al consumo consapevole, ed ecosostenibile.

Una volta - hanno ricordato - quando le condizioni economiche erano diverse, si comprava sfuso, un po' per volta, senza esagerare e senza sprecare. Solo che oggi lo si fa anche per l'ambiente, non solo per la crisi economica che si fa sentire sempre più. La rivoluzione "sfusa" è partita dal Piemonte che, nel 2006, ha sovvenzionato un progetto per la vendita alla spina di detersivi e da allora si è diffuso sempre più. Si moltiplicano i prodotti in listino e nei supermercati si creano zone riservate, tecnologiche, futuribili, come gli ecopoint, dove da una sorta di organo a canne trasparenti, premendo una leva, scendono a scelta caffè, pasta, riso, cereali, legumi, e spezie o caramelle, nella quantità desiderata. Merce spesso di marca, rigorosamente raccolta in sacchetti biodegradabili, trasportata su carrelli riciclati. Conviene, si risparmia, e si inquina di meno.

Senza la tradizionale confezione, la merce può subire una riduzione di prezzo che va dal 20 al 70%, senza contare i benefici per la guerra all'immondizia, per non finire travolti dai 31 milioni di tonnellate di spazzatura che ogni anno l'Italia produce, di cui ben 12 sono di imballaggi. Perché scatole, flaconi, bottiglie di plastica, pacchi che nel sacco della spesa rappresentano il 5% del peso, nella nostra pattumiera occupano il 50% dello spazio.

I sociologi sostengono che se nella vendita dei prodotti sfusi la spinta economica è certamente il motivo più forte, c'è anche il fascino della nostalgia, di quando si comprava con i vuoti a rendere, quel tanto che si voleva. Oggi la pubblicità punta spesso al buon tempo andato e anche il consumatore ha modificato nel corso degli anni le sue abitudini di acquisto, non si lascia più sedurre solo dalle grandi marche, come avveniva una volta. Per questo prendono sempre più piede i prodotti sfusi, anche perché le grandi catene distributive divengono garanti della merce anche se non è del brand famoso o pubblicizzato.

Accanto alla vendita di prodotti sfusi - hanno concluso -sarebbe opportuno accompagnare anche la vendita di prodotti ecocompatibili, quali ad esempio i pannolini lavabili per una scelta ambientale, salutistica ed economica. Rispetto agli usa e getta che dalla nascita costano dai 1.000 ai 1.500 euro, il costo dei lavabili va dai 500 ai 700 euro, con un risparmio di circa il 40% cui si aggiunge la diminuita produzione dei rifiuti. A Trieste si stanno costruendo grandi centri commerciali che potrebbero così organizzare al loro interno degli ecopoint con queste caratteristiche.