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CR: unanimità su fusione Comuni Tapogliano-Campolongo (4)

29.07.2008
14:04
(ACON) Trieste, 29 lug - DT - Di fusioni economicamente vantaggiose tra piccoli Comuni ha parlato anche Roberto Asquini (Misto). Questo processo va però guidato, sentito, maturato. Tutto ciò non è stato fatto negli ultimi anni, si è preferito difendere i voti personali piuttosto che favorire l'accorpamento là dove era opportuno. Questa di oggi è solo l'eccezione che conferma la regola.

Per Gianfranco Moretton (PD) la riforma delle Autonomie locali è positiva perché ha raggiunto molti obiettivi compresa la fusione di Campolongo e Tapogliano. Ed è vero che ci sono solo 4 Comuni che palesemente lo stanno facendo, ma altri ne stanno discutendo. E alla maggioranza ha chiesto come si permette di non accogliere una volontà popolare democraticamente espressa che ha consentito anche ad altri due Comuni di pronunciarsi per l'unificazione. Le regole per questo tipo di referendum sono state definite nel 2003 dall'allora Giunta guidata da Renzo Tondo.

Plaude a una nuova normativa sulla fusione dei Comuni anche Giorgio Venier Romano (UDC). Gli accorpamenti devono avvenire con il massimo consenso popolare, altrimenti non può funzionare, non può valere la volontà unilaterale.

E anche per Daniele Galasso (PdL)l'unica strada percorribile da parte dei piccoli Comuni è quella dell'accorpamento se si vuole garantire la qualità nei servizi, ma la realtà di Attimis e di Faedis, ha ricordato, è diversa: non è sufficiente che due sindaci siano d'accordo perché si dica sì alla fusione solo con la maggioranza di uno dei due municipi. Questo è un principio che non condividiamo, e per questo abbiamo voluto fermare una procedura, quella appunto di Attimis e Faedis, assolutamente forzata.

La democrazia va inquadrata in contesti di equità generale, ha aggiunto Massimo Blasoni (PdL), e per Attimis e Faedis era una democrazia viziata dalle dimensioni dei due centri. Va modificata la norma generale affinché il referendum consultivo tenga conto anche delle eventuali dimensioni diverse dei municipi.

In conclusione, l'intervento dell'assessore alle Autonomie locali Federica Seganti. I Comuni sotto i 1000 abitanti sono 46, il 21% del totale, sotto i 2000 ben 44, tra 2000 e 3000 abitanti 38. Così i municipi sotto i 3000 abitanti costituiscono il 60% dei nostri Comuni. Con le prospettive di una finanza pubblica non certo in crescita, per quanto concerne l'organizzazione complessiva dei Comuni alcune soluzioni bisogna trovarle, altro va immaginato e provato anche se è vero che qualsiasi sforzo di procedere a delle fusioni non ha portato a risultati particolarmente significativi.

(segue)