CR: unanimità su fusione Comuni Tapogliano-Campolongo (4)
(ACON) Trieste, 29 lug - DT - Di fusioni economicamente
vantaggiose tra piccoli Comuni ha parlato anche Roberto Asquini
(Misto). Questo processo va però guidato, sentito, maturato.
Tutto ciò non è stato fatto negli ultimi anni, si è preferito
difendere i voti personali piuttosto che favorire l'accorpamento
là dove era opportuno. Questa di oggi è solo l'eccezione che
conferma la regola.
Per Gianfranco Moretton (PD) la riforma delle Autonomie locali è
positiva perché ha raggiunto molti obiettivi compresa la fusione
di Campolongo e Tapogliano. Ed è vero che ci sono solo 4 Comuni
che palesemente lo stanno facendo, ma altri ne stanno discutendo.
E alla maggioranza ha chiesto come si permette di non accogliere
una volontà popolare democraticamente espressa che ha consentito
anche ad altri due Comuni di pronunciarsi per l'unificazione. Le
regole per questo tipo di referendum sono state definite nel 2003
dall'allora Giunta guidata da Renzo Tondo.
Plaude a una nuova normativa sulla fusione dei Comuni anche
Giorgio Venier Romano (UDC). Gli accorpamenti devono avvenire con
il massimo consenso popolare, altrimenti non può funzionare, non
può valere la volontà unilaterale.
E anche per Daniele Galasso (PdL)l'unica strada percorribile da
parte dei piccoli Comuni è quella dell'accorpamento se si vuole
garantire la qualità nei servizi, ma la realtà di Attimis e di
Faedis, ha ricordato, è diversa: non è sufficiente che due
sindaci siano d'accordo perché si dica sì alla fusione solo con
la maggioranza di uno dei due municipi. Questo è un principio che
non condividiamo, e per questo abbiamo voluto fermare una
procedura, quella appunto di Attimis e Faedis, assolutamente
forzata.
La democrazia va inquadrata in contesti di equità generale, ha
aggiunto Massimo Blasoni (PdL), e per Attimis e Faedis era una
democrazia viziata dalle dimensioni dei due centri. Va modificata
la norma generale affinché il referendum consultivo tenga conto
anche delle eventuali dimensioni diverse dei municipi.
In conclusione, l'intervento dell'assessore alle Autonomie locali
Federica Seganti. I Comuni sotto i 1000 abitanti sono 46, il 21%
del totale, sotto i 2000 ben 44, tra 2000 e 3000 abitanti 38.
Così i municipi sotto i 3000 abitanti costituiscono il 60% dei
nostri Comuni. Con le prospettive di una finanza pubblica non
certo in crescita, per quanto concerne l'organizzazione
complessiva dei Comuni alcune soluzioni bisogna trovarle, altro
va immaginato e provato anche se è vero che qualsiasi sforzo di
procedere a delle fusioni non ha portato a risultati
particolarmente significativi.
(segue)