PD: Codega, immigrati, deleterio rinunciare ai regolari
(ACON) Trieste, 01 set - COM/ET - Rinunciare alla quota di
immigrati regolari, stabilita tramite decreto ministeriale,
paralizzerebbe lo sviluppo della regione. E' quanto afferma in
una nota il consigliere del PD Franco Codega, affrontando la
questione della richiesta avanzata dalla Lega Nord al presidente
Tondo.
Secondo Codega, la Lega risponde agli umori che lei stessa
alimenta, disconoscendo i termini veri del problema. In merito
cita un'intervista nella quale il presidente degli imprenditori
del Friuli Venezia Giulia, in base a uno studio della Fondazione
Nordest, rilevava come in regione servirebbero 6-7 mila immigrati
all'anno da impiegare nel sistema produttivo.
"I tassi demografici degli ultimi anni nella nostra regione
registrano un tasso di crescita naturale costantemente negativo
(nel 2006 un dato di meno 2,7 %) che è compensato da un tasso
di immigrazione interna ed esterna più elevato (nel 2006, un
dato di più 7,8 %) e che riporta la crescita della regione su
cifre positive (nel 2006 più 3,6 %). Vogliamo rinunciare a questo
immissione di forze nuove e condannare il Friuli Venezia Giulia
alla lenta morte per consunzione?" si domanda Codega.
Affrontando la questione dal punto di vista delle spese per
l'assistenza agli immigrati, il consigliere del PD rileva che si
parla di cifre ingenti senza riportarne alcuna. "A noi risulta -
continua Codega - che nello scorso anno almeno 30 milioni di euro
siano arrivati alle casse della Regione, come compartecipazione
alle tasse degli immigrati, cifra che rappresenta ben dieci volte
quanto la Regione stessa ha messo a disposizione per le politiche
migratorie".
"Certo - conclude il consigliere del PD - resta il problema di
una sana politica di integrazione tra residenti e nuovi arrivati.
La Regione vi aveva provveduto nel recente passato con la legge 5
sull'immigrazione, che però è stata abrogata di fretta e furia.
Il problema resta quindi tutto aperto".
Per Codega, è importante non esasperare le tensioni e costruire
una convivenza serena.