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LN: Razzini, 29 domeniche di apertura sono ancora troppe

05.09.2008
13:33
(ACON) Trieste, 05 set - COM/AB - "29 domeniche aperte sono decisamente troppe. La nuova Giunta regionale non può limitarsi a correttivi inadeguati perché il settore del commercio è in crisi, è esasperato e gli abbiamo promesso una netta inversione di rotta rispetto a quanto fatto da Illy e dal centro sinistra, che operavano a esclusivo vantaggio della grande distribuzione."

Federico Razzini, consigliere regionale della Lega Nord e componente della II Commissione sulle attività produttive, invita ancora una volta (come già avvenne nel caso della sicurezza) il PdL a una maggior attenzione rispetto ai programmi elettorali. Secondo il consigliere, che recepisce le istanze e le critiche dei commercianti e dei rappresentanti di categoria alla bozza elaborata dalla Giunta, tenere aperti i negozi 29 domeniche all'anno è comunque ancora troppo e ben lontano da quanto, fisiologicamente, il tessuto del piccolo commercio può sopportare.

"Noi abbiamo presentato una proposta di legge che invece porta a 12 le domeniche di apertura, così come già avviene in regioni come la Toscana e la Lombardia, dove ci sono leggi sul commercio molto efficaci. Certamente - spiega Razzini - 29 sono meglio delle 54 di Illy, ma sono ancora troppe a detta di tutti gli esperti del settore.

"Ma quello che più sta mettendo in agitazione il comparto, perché visto come ulteriore favore alla grande distribuzione, è l'ipotesi della liberalizzazione dei saldi, e l'eccessiva deregulation per i pubblici esercizi è vista negativamente. Perciò va tolta dal testo.

"Mi piacerebbe - prosegue il vicecapogruppo della LN - che fosse ben chiaro, come detto nel programma, che anche gli alleati ricordassero che stiamo dalla parte dei piccoli e non da quella delle grandi cooperative rosse e degli speculatori dei centri commerciali stranieri. I saldi tutto l'anno, infatti, danneggerebbero i piccoli commercianti costretti a vendere a ribasso. Sarebbero invece affrontati a costo zero dalla grande distribuzione e con vantaggi economici, potendo commissionare ai grandi marchi quantità di prodotti di media qualità ma griffati e mantenere, con grandi numeri di vendita, l'utilità di guadagno. Tutto ciò sarebbe una vera e propria mazzata per il piccolo commercio.

"Ci spiace - conclude Razzini - dover sempre intervenire. Non è nostra intenzione fare i cani da guardia, ma constatiamo ancora una volta questa tendenza a dimenticare e sviare le linee del programma".