LN: Razzini, 29 domeniche di apertura sono ancora troppe
(ACON) Trieste, 05 set - COM/AB - "29 domeniche aperte sono
decisamente troppe. La nuova Giunta regionale non può limitarsi a
correttivi inadeguati perché il settore del commercio è in crisi,
è esasperato e gli abbiamo promesso una netta inversione di rotta
rispetto a quanto fatto da Illy e dal centro sinistra, che
operavano a esclusivo vantaggio della grande distribuzione."
Federico Razzini, consigliere regionale della Lega Nord e
componente della II Commissione sulle attività produttive, invita
ancora una volta (come già avvenne nel caso della sicurezza) il
PdL a una maggior attenzione rispetto ai programmi elettorali.
Secondo il consigliere, che recepisce le istanze e le critiche
dei commercianti e dei rappresentanti di categoria alla bozza
elaborata dalla Giunta, tenere aperti i negozi 29 domeniche
all'anno è comunque ancora troppo e ben lontano da quanto,
fisiologicamente, il tessuto del piccolo commercio può
sopportare.
"Noi abbiamo presentato una proposta di legge che invece porta a
12 le domeniche di apertura, così come già avviene in regioni
come la Toscana e la Lombardia, dove ci sono leggi sul commercio
molto efficaci. Certamente - spiega Razzini - 29 sono meglio
delle 54 di Illy, ma sono ancora troppe a detta di tutti gli
esperti del settore.
"Ma quello che più sta mettendo in agitazione il comparto, perché
visto come ulteriore favore alla grande distribuzione, è
l'ipotesi della liberalizzazione dei saldi, e l'eccessiva
deregulation per i pubblici esercizi è vista negativamente.
Perciò va tolta dal testo.
"Mi piacerebbe - prosegue il vicecapogruppo della LN - che fosse
ben chiaro, come detto nel programma, che anche gli alleati
ricordassero che stiamo dalla parte dei piccoli e non da quella
delle grandi cooperative rosse e degli speculatori dei centri
commerciali stranieri. I saldi tutto l'anno, infatti,
danneggerebbero i piccoli commercianti costretti a vendere a
ribasso. Sarebbero invece affrontati a costo zero dalla grande
distribuzione e con vantaggi economici, potendo commissionare ai
grandi marchi quantità di prodotti di media qualità ma griffati e
mantenere, con grandi numeri di vendita, l'utilità di guadagno.
Tutto ciò sarebbe una vera e propria mazzata per il piccolo
commercio.
"Ci spiace - conclude Razzini - dover sempre intervenire. Non è
nostra intenzione fare i cani da guardia, ma constatiamo ancora
una volta questa tendenza a dimenticare e sviare le linee del
programma".