Ballaman: esondazioni Tagliamento, ci vuole una soluzione
(ACON) Trieste, 09 set - DT - Risvegliare l'attenzione,
insieme, Giunta e Consiglio regionale, e risolvere presto i
problemi delle esondazioni del Tagliamento prendendo in
considerazione tutte le proposte serie, i progetti finora e da
ora messi in campo. Per mettere in sicurezza Latisana e tutto il
corso finale del fiume perché non debbano più ripetersi le
tragedie del recente passato.
Un'iniziativa, dunque, quella presentata dal presidente del
Consiglio regionale Edouard Ballaman "per sollecitare tutti
coloro che hanno un progetto nel cassetto a tirarlo fuori: poi,
di concerto con l'assessore all'Ambiente Vanni Lenna, verrà
istituito nei prossimi mesi un tavolo tecnico dove valutare,
studiare, capire quale sia la soluzione migliore alle
tracimazioni del Tagliamento". E la proposta che l'associazione
Acqua (Associazione controllo qualità urbanistico ambientale) di
Lestans di Sequals (Pordenone) ha illustrato allo stesso
presidente oggi "è una soluzione - ha annotato Ballaman - non la
soluzione. La Giunta non ha idee preconcette, tutte le proposte
serie verranno esaminate. Certo è che le casse di espansione sono
uno scempio, non salverebbero Latisana. Ma è un pensiero
personale", ha chiosato Ballaman.
Il progetto adottato da Acqua ma messo a punto, oltre 25 anni fa,
dalla Serteco di Udine con la collaborazione della facoltà di
Ingegneria dell'ateneo friulano (a commissionarlo fu la Regione)
è semplice: a Cesarolo (sotto Latisana), il Tagliamento fa una
curva a gomito che ne rallenta il flusso. L'idea sarebbe di
collegare i due punti più vicini dell'ansa per far defluire parte
delle acque, in caso di piena, alleggerendo il carico di questa
strozzatura. Un intervento morbido sul corso del fiume che
consentirebbe di aumentare in quel punto critico la portata
massima da 1500 metri cubi al secondo a 6000. Latisana, così, non
avrebbe più tragiche ripercussioni.
Le opere da realizzare sarebbero limitate a 350 metri, sei mesi
di lavori e costi cento volte inferiori a quelli delle casse di
espansione, ha spiegato il presidente di Acqua, Renzo Bortolussi,
che ha ricordato come anche altre opzioni potrebbero fondersi:
dal collegamento del Tagliamento con un canale della portata di
500 metri cubi al secondo che sbucherebbe nella laguna di Grado a
delle aperture da controllare anche manualmente prima che un
qualsiasi forte deflusso metta in crisi Latisana.
Perché qualcosa, lo ha ripetuto con decisione il presidente del
Consiglio Ballaman, bisogna fare. Tenendo conto anche di altri
dati, ricordati ancora da Bortolussi: "che il Piano di assetto
idrogeologico per l'area di Latisana è entrato in vigore nel 2004
ma riporta una fascia di pericolosità così ristretta da risultare
ridicola agli effetti della protezione; che soltanto la zona di
Latisana, cioè a sinistra del fiume, è stata provvista di
diaframmature di argini mentre la fascia destra no; che il Piano
stralcio per il Tagliamento prevedeva la ricalibratura del
Cavrato e la manutenzione del fiume e a oggi non risulta alcun
piano di manutenzione; che, infine, l'inutilità delle casse di
espansione viene rafforzata e avvalorata anche da studi di
società straniere, come l'olandese Delft Hydraulics".
(foto; immagini tv)