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LN: Razzini, riforma commercio, così programma rispettato

25.09.2008
12:42
(ACON) Trieste, 25 set - COM/DT - "Il pressing in atto per ostacolare la riforma del commercio, fa sorgere dei sospetti". A intervenire "sull'ostinazione di alcuni esponenti del PdL che vogliono garantire ai centri commerciali di rimanere aperti, tutti e sempre", è Federico Razzini.

Per il vicecapogruppo della Lega Nord in Consiglio regionale "non c'è una sola valida ragione di interesse collettivo in queste posizioni. Una volta tanto Confcommercio, sindacati e dipendenti sono concordi nell'affermare che la deregulation voluta dal presidente Illy ha prodotto danni alle città, non è servita al commercio né all'occupazione, e pertanto bisogna cambiare rotta. Si lavora per dare al Friuli Venezia Giulia regole e strumenti più efficaci, ma ecco che si vorrebbe stravolgere l'impianto della riforma e, di fatto, continuare sulla strada del centrosinistra con motivazioni prive di reale fondamento. La storia della concorrenza slovena, per esempio, non regge perché sono più gli sloveni a venire da noi che viceversa. E comunque, sia con la nostra proposta di 20 domeniche aperte (che riteniamo la più equilibrata) sia con quella dell'assessore alle Attività produttive Luca Ciriani (in questo caso, sarebbero 29 le domeniche), i cittadini troveranno sempre grandi centri o piccoli negozi con le serrande alzate nei giorni festivi senza dover emigrare.

Si tratta semplicemente di rispettare il programma della coalizione che ha eletto il presidente Tondo. E' perciò quantomeno strano e poco gradevole che dal PdL arrivino queste mine lungo l'iter della legge, addirittura contro l'operato dell'assessore che, tra l'altro, è espressione dello stesso partito.

Occorre uscire dall'ambiguità: vogliamo stare con il nostro tessuto produttivo, i lavoratori, le famiglie, o con chi non crea ricchezza sul territorio? La risposta della Lega Nord è chiara: la nostra è la prima opzione. Nessuno ci ha sin qui spiegato in maniera convincente quali interessi collettivi vada a tutelare l'attuale deregulation. L'auspicio è perciò che prevalga la buona politica, dobbiamo affrontare una radicale riforma del commercio se vogliamo distinguerci da chi ci ha preceduto e ha fallito deludendo i cittadini".