CR: Istituto patrimonio culturale, relatori minoranza (3)
(ACON) Trieste, 30 set - DT - Una trasformazione del Centro di
catalogazione di Villa Manin più di facciata che di sostanza. Il
giudizio, in sintesi, sul ddl della Giunta è di Piero Colussi
(IdV-Cittadini).
"Di fronte al decreto legislativo statale che ha dato vita
all'Istituto regionale per il patrimonio culturale del Friuli
Venezia Giulia, alla Giunta si prospettavano due strade: la
prima, prevedeva un semplice intervento di adozione di
quest'ultimo provvedimento. La seconda, più ambiziosa e
sostanziosa, era quella di cogliere l'occasione per trasformare
il Centro di catalogazione e restauro di Villa Manin in un organo
tecnico scientifico, strumento della programmazione della Regione
nei beni artistici e culturali. Un organismo, insomma, capace di
governare l'intero sistema dei beni culturali e non solo
finalizzato - come recita testualmente il disegno di legge - ad
assicurare il supporto tecnico-scientifico alle attività di
catalogazione e conservazione del patrimonio culturale in Friuli
Venezia Giulia.
L'imboccare una strada invece che l'altra è una decisione
politica di questa Giunta, ma nulla vietava che la Regione
scegliesse di dotarsi di uno strumento - il nuovo Istituto
regionale per il patrimonio culturale - capace di essere punto di
riferimento, di coordinamento, di consulenza e, perché no, di
gestione dell'intero comparto dei beni culturali: questo
significava occuparsi anche della rete museale, del sistema
bibliotecario pubblico, delle mediateche, dei centri - pubblici e
privati - di fotografia, di cinema, di audiovisivi, di arte
contemporanea. Un punto critico, poi, del ddl sono le previsioni
finanziarie per l'Istituto: andrebbero perlomeno raddoppiate.
Anche per Roberto Antonaz (SA) "la necessità di adeguare la
nostra legislazione alle nuove disposizioni dello Stato in
materia di beni culturali e paesaggistici è un'occasione da non
perdere. Acquisire nuove competenze, creare nuove strutture e
soprattutto una nuova consapevolezza dell'importanza strategica
del settore è oggi un passaggio urgente e non rinviabile.
Non è tuttavia scontato e condiviso il presupposto che sulla
valorizzazione dei beni culturali, e più in generale sulla
cultura, sia inevitabile costruire un pezzo importante del nostro
futuro. Preoccupano, infatti, i primi passi della nuova
maggioranza di centrodestra che paiono segnare un regresso
rispetto al recente passato, proponendo non una visione
strategica ma il solito ritornello della razionalizzazione,
lasciando presupporre una stagnazione dei finanziamenti che
invece richiederebbero un incremento.
Il disegno di legge presentato dalla Giunta rappresenta un
passaggio fondamentale per progettare il nostro futuro: si può
cambiare tutto per non modificare alcunché, oppure gettare le
basi per una reale trasformazione del Centro di catalogazione e
restauro di Villa Manin nella struttura che prenda in mano le
sorti del nostro patrimonio culturale, lo coordini, lo organizzi,
lo renda un bene comune della nostra regione", è il commento
finale di Antonaz.
(segue)