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CR: Istituto patrimonio culturale, relatori minoranza (3)

30.09.2008
11:02
(ACON) Trieste, 30 set - DT - Una trasformazione del Centro di catalogazione di Villa Manin più di facciata che di sostanza. Il giudizio, in sintesi, sul ddl della Giunta è di Piero Colussi (IdV-Cittadini).

"Di fronte al decreto legislativo statale che ha dato vita all'Istituto regionale per il patrimonio culturale del Friuli Venezia Giulia, alla Giunta si prospettavano due strade: la prima, prevedeva un semplice intervento di adozione di quest'ultimo provvedimento. La seconda, più ambiziosa e sostanziosa, era quella di cogliere l'occasione per trasformare il Centro di catalogazione e restauro di Villa Manin in un organo tecnico scientifico, strumento della programmazione della Regione nei beni artistici e culturali. Un organismo, insomma, capace di governare l'intero sistema dei beni culturali e non solo finalizzato - come recita testualmente il disegno di legge - ad assicurare il supporto tecnico-scientifico alle attività di catalogazione e conservazione del patrimonio culturale in Friuli Venezia Giulia.

L'imboccare una strada invece che l'altra è una decisione politica di questa Giunta, ma nulla vietava che la Regione scegliesse di dotarsi di uno strumento - il nuovo Istituto regionale per il patrimonio culturale - capace di essere punto di riferimento, di coordinamento, di consulenza e, perché no, di gestione dell'intero comparto dei beni culturali: questo significava occuparsi anche della rete museale, del sistema bibliotecario pubblico, delle mediateche, dei centri - pubblici e privati - di fotografia, di cinema, di audiovisivi, di arte contemporanea. Un punto critico, poi, del ddl sono le previsioni finanziarie per l'Istituto: andrebbero perlomeno raddoppiate.

Anche per Roberto Antonaz (SA) "la necessità di adeguare la nostra legislazione alle nuove disposizioni dello Stato in materia di beni culturali e paesaggistici è un'occasione da non perdere. Acquisire nuove competenze, creare nuove strutture e soprattutto una nuova consapevolezza dell'importanza strategica del settore è oggi un passaggio urgente e non rinviabile.

Non è tuttavia scontato e condiviso il presupposto che sulla valorizzazione dei beni culturali, e più in generale sulla cultura, sia inevitabile costruire un pezzo importante del nostro futuro. Preoccupano, infatti, i primi passi della nuova maggioranza di centrodestra che paiono segnare un regresso rispetto al recente passato, proponendo non una visione strategica ma il solito ritornello della razionalizzazione, lasciando presupporre una stagnazione dei finanziamenti che invece richiederebbero un incremento.

Il disegno di legge presentato dalla Giunta rappresenta un passaggio fondamentale per progettare il nostro futuro: si può cambiare tutto per non modificare alcunché, oppure gettare le basi per una reale trasformazione del Centro di catalogazione e restauro di Villa Manin nella struttura che prenda in mano le sorti del nostro patrimonio culturale, lo coordini, lo organizzi, lo renda un bene comune della nostra regione", è il commento finale di Antonaz.

(segue)