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CR: mozione Friulia Holding, il dibattito (11)

30.09.2008
16:18
(ACON) Trieste, 30 set - RC - Le finalità sono chiare - ha ribadito Alessandro Tesini (PD) - in merito alla mozione con cui l'opposizione chiede alla Giunta di spiegare quale futuro intende riservare alla holding regionale Friulia. Ciò che ci interessa - ha detto - non è sapere il rapporto fiduciario che intercorre tra la Regione e questo o quel dirigente della partecipata, ma la politica economica che le si vuole riservare. Per fortuna non è quotata in borsa, perché le notizie discordanti emerse in questi giorni le avrebbero fatto passare momenti difficili.

Per Alessandro Corazza (IdV-Citt) è inammissibile che Friulia Holding sia ancora priva di un atto di indirizzo e ha ricordato gli obiettivi per cui la passata maggioranza aveva creato la partecipata, tutti ampiamente raggiunti. Sembra vogliate aiutare di più le aziende in crisi - ha aggiunto - invece che sostenere quelle innovative e che guardano ai mercato fuori regione. Non è che volete concederle qualche funzione solo per poter distrarre l'attenzione dalla rimozione dell'attuale management?

Ero titubante quando si è voluto crearla - ha svelato Igor Kocijancic (SA) - ma mi sono ricreduto perché ha dimostrato di essere un valore aggiunto. Una holding ha bisogno di strategie per proseguire ed è ciò che chiediamo.

Anche per Mauro Travanut (DS) chi ha saputo lavorare deve continuare a farlo, e ha ribadito quanto già evidenziato dai sui colleghi di Gruppo sottolineando in particolare l'aspetto dei soci privati (banche e assicurazioni) e dei 120 milioni che hanno messo a disposizione. Nessuno può dire che quello strumento non ha aiutato la nostra economia - ha concluso.

Mozione respinta dal PdL, ha spiegato il capogruppo Daniele Galasso. A fine ottobre daremo il nostro responso e gli indirizzi alla holding basandoci sulle verifiche che stiamo facendo. Per Galasso, i risultati di cui il documento parla si riferiscono solo ad alcune imprese e non certo a quelle medio-piccole che, anzi, in tre anni sono scappate; gli unici vantaggi reali sono stati di natura fiscale e di tesoreria. Non risulta, poi, che i soci privati intendano andarsene, anche perché sono stati ben ripagati con dividendi, vantaggi, azioni di Autovie Venete.

(segue)