CR: legge urbanistica, dibattito generale (6)
(ACON) Trieste, 01 ott - ET - Il primo ad intervenire nel
dibattito generale sulla legge urbanistica, il consigliere del PD
Sandro Della Mea, che ha lamentato il ritorno a una norma vecchia
di quasi vent'anni - la legge 52/1991 - molto vincolante. Le
previsioni di libera edilizia porteranno a un degrado del
territorio; l'abitalibilità andrebbe vincolata alla consegna del
DURC (documento unico regolarità contributiva) al termine dei
lavori.
Per Luigi Ferone (Part.Pens) c'è un reale blocco urbanistico dei
Comuni. Chi vuole investire e costruire ha diritto a risposte in
tempi brevi, cosa impossibile dopo che è stata varata la legge
5/2007. Prevedere flessibilità ai progetti urbanistici è
corretto, la portata delle modifiche urbanistiche dipende dagli
amministratori.
Secondo il consigliere dell'IdV-Citt Alessandro Corazza si tratta
di un indulto urbanistico che blocca un processo legislativo -
quello intrapreso dalla legge 5 - danneggiando la società. Una
proposta ponte dovrebbe avere portata limitata, invece si tratta
un atto di deregulation. Unico risvolto positivo: una risposta ai
bisogni dei portatori di handicap.
La direzione intrapresa è chiara ed è la semplicità. Secondo
Roberto Asquini (Misto) la norma dà la possibilità ai privati di
completare le proprie abitazioni, rilanciando l'economia. Si
risolve anche il problema delle cause tra vicini per piccole
costruzioni, ma resta ancora la necessità di produrre un
regolamento unico regionale per l'edilizia abitativa.
La vera sfida è rinviata e la vera riforma urbanistica, che deve
appena venire, sarà una riforma in senso liberale. Per Alessandro
Colautti (PdL) la legge 5 ha portato a una crisi di dirigismo
centralista. Ora c'è la necessità di una norma ponte per
sbloccare il sistema e semplificare. Sul governo del territorio e
sulla sussidiarietà ci si confronterà a tempo debito.
(segue)