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CR: legge urbanistica, dibattito generale (7)

01.10.2008
16:35
(ACON) Trieste, 01 ott - MPB - Paolo Menis (PD), parlando di smontaggio sistematico del patrimonio legislativo, ha sottolineato che si poteva lavorare assieme a una nuova legge urbanistica e decidere assieme come correggere la legge 5. Lo stop di due anni costituirà ritardo per lo sviluppo economico e arretramento per i comuni. Vengono rimandate molte risposte e viene rinviata anche una riflessione sul futuro, senza che emerga l'idea che ha la maggioranza di società.

Secondo Stefano Pustetto (SA) questa maggiorana ha solo cancellato leggi. Il ritorno a una legge consolidata come la 52 deve essere per un breve periodo. Se era buona - si chiede il consigliere - perché estendere la flessibilità dal 10 al 20 per cento? E varare la legge sperando nel buon senso delle amministrazioni è riduttivo, ha aggiunto critico riguardo al fatto che la liberalizzazione sia chiesta dalla gente.

Per Edoardo Sasco (UDC) l'equivoco di fondo è che con questa proposta di legge la maggioranza voglia volare mentre il dato è che la legge 5 del 2007 ha fallito e occorre intervenire. Non la vogliamo eliminare, ma modificarla per renderla gestibile e attuabile; infatti interveniamo sulle norme transitorie, non eliminiamo per esempio i piani attuattivi, cambiamo l'iter, non la filosofia urbanistica.

Franco Baritussio (PdL) ha ricordato le difficoltà incontrate dai comuni dalla nascita dalla 5, tanto che molte modifiche sono suggerite proprio da comuni ed enti locali di ogni colore. Chi difende l'impianto della 5 grida allo scandalo del ritorno alla 52, vincolistica sì, ma mai lesiva dell'autonomia dei comuni. Il confronto politico non è oggi ma quando si discuterà della vera riforma.

Maurizio Bucci (PdL) ha affermato che non si vuole bloccare un processo legislativo, si vuole andare incontro a esigenze che non hanno un colore politico. Stiamo facendo correttivi che ci vengono segnalati dagli ordini professionali e dai comuni e che la politica ha il dovere di ascoltare. Infine un invito alla collaborazione e alla concertazione quando verrà predisposta la vera riforma.

(segue)