CR: legge urbanistica, dibattito generale (7)
(ACON) Trieste, 01 ott - MPB - Paolo Menis (PD), parlando di
smontaggio sistematico del patrimonio legislativo, ha
sottolineato che si poteva lavorare assieme a una nuova legge
urbanistica e decidere assieme come correggere la legge 5. Lo
stop di due anni costituirà ritardo per lo sviluppo economico e
arretramento per i comuni. Vengono rimandate molte risposte e
viene rinviata anche una riflessione sul futuro, senza che emerga
l'idea che ha la maggioranza di società.
Secondo Stefano Pustetto (SA) questa maggiorana ha solo
cancellato leggi. Il ritorno a una legge consolidata come la 52
deve essere per un breve periodo. Se era buona - si chiede il
consigliere - perché estendere la flessibilità dal 10 al 20 per
cento? E varare la legge sperando nel buon senso delle
amministrazioni è riduttivo, ha aggiunto critico riguardo al
fatto che la liberalizzazione sia chiesta dalla gente.
Per Edoardo Sasco (UDC) l'equivoco di fondo è che con questa
proposta di legge la maggioranza voglia volare mentre il dato è
che la legge 5 del 2007 ha fallito e occorre intervenire. Non la
vogliamo eliminare, ma modificarla per renderla gestibile e
attuabile; infatti interveniamo sulle norme transitorie, non
eliminiamo per esempio i piani attuattivi, cambiamo l'iter, non
la filosofia urbanistica.
Franco Baritussio (PdL) ha ricordato le difficoltà incontrate dai
comuni dalla nascita dalla 5, tanto che molte modifiche sono
suggerite proprio da comuni ed enti locali di ogni colore. Chi
difende l'impianto della 5 grida allo scandalo del ritorno alla
52, vincolistica sì, ma mai lesiva dell'autonomia dei comuni. Il
confronto politico non è oggi ma quando si discuterà della vera
riforma.
Maurizio Bucci (PdL) ha affermato che non si vuole bloccare un
processo legislativo, si vuole andare incontro a esigenze che non
hanno un colore politico. Stiamo facendo correttivi che ci
vengono segnalati dagli ordini professionali e dai comuni e che
la politica ha il dovere di ascoltare. Infine un invito alla
collaborazione e alla concertazione quando verrà predisposta la
vera riforma.
(segue)