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II Comm: ddl commercio, illustrazione assessore Ciriani (1)

09.10.2008
11:35
(ACON) Trieste, 09 ott - RC - E' la continuazione di un percorso di semplificazione e sburocratizzazione iniziato nel 2005 e portato avanti nel 2007, il disegno di legge su commercio e turismo che l'assessore regionale Luca Ciriani ha presentato alla II Commissione consiliare presieduta dal leghista Maurizio Franz.

In tale ottica - ha spiegato l'assessore - va letta la proposta di cancellare l'obbligo, per il commerciante, di comunicare al Comune le vendite di fine stagione e quelle promozionali, prevedendo che il periodo dei saldi stagionali sia stabilito dall'esercente stesso nei periodi dell'anno per lui più convenienti. E dunque non sarà più la Regione a stabilire l'inizio dei saldi con un'unica data uguale per tutti. Restano però gli obblighi per il negoziante, a tutela del consumatore, quanto a pubblicità e trasparenza della vendita straordinaria. Seconda rivoluzione, la disciplina degli orari soprattutto dei giorni festivi. La legge regionale 29/2005 prevede che un'apposita Conferenza dei Comuni programmi ogni anno le eventuali chiusure obbligatorie degli esercizi di vendita al dettaglio nelle domeniche e negli altri giorni festivi, secondo criteri che comunque consentano la concomitante apertura in tutti i Comuni interessati per almeno otto domeniche all'anno, oltre a quelle del mese di dicembre. E' però accaduto spesso - ha fatto sapere Ciriani - che tale Conferenza non sia riuscita a deliberare alcunché, permettendo così l'apertura ogni domenica. Ecco perché la proposta è di abolire la Conferenza dei Comuni e gli Ambiti territoriali (ATO) in cui era stata ripartita la regione, a favore di una regolamentazione unitaria per tutto il territorio, ovvero nei giorni di festa i negozi al dettaglio rimangono chiusi, salve le specifiche deroghe. Un'altra causa di confusione è l'aver previsto che le limitazioni alle aperture non valgano per la vendita al dettaglio dei generi alimentari e, con la LR 7/2007, aver equiparato a questi ultimi i prodotti per la cura e l'igiene della persona e della casa quando la loro vendita sia prevalente, ovvero sia pari ad almeno il 60% della superficie di vendita, accertata dal Comune. Ciò che la Giunta chiede è che siano gli operatori, a prescindere dal tipo di prodotto venduto, a decidere quando aprire, pur nel rispetto dei limiti di legge ma senza disparità merceologiche. Per lo stesso motivo, non ritiene corretto avere escluso dalle limitazioni della Conferenza dei Comuni gli esercizi di vendita isolati con superficie inferiore a 400 metri quadrati, a differenza di quelli di medesima dimensione inseriti in un centro commerciale, per cui propone l'abolizione anche di tali norme.

Rimane, invece, la deroga per le località a prevalente economia turistica, pur rivedendo l'elenco delle località interessate alla luce di nuovi criteri fissati direttamente in legge.

Accanto a queste riforme maggiori, il disegno di legge prevede la semplificazione degli istituti giuridici previsti dalla LR 29/2005. Già all'articolo 1 è soppresso il riferimento all'Istituto della riabilitazione, in quanto tale istituto risulta eliminato, con la conseguenza che un soggetto dichiarato fallito ha nuovamente i requisiti morali con il provvedimento definitivo (decreto) di chiusura del fallimento. All'articolo 2, invece, si prevede che la costituzione e l'attività dei mercati agro-alimentari all'ingrosso siano disciplinate tramite regolamento comunale (non regionale).

E' l'articolo 3 a eliminare la Conferenza dei Comuni, la distinzione tra settore alimentare e non alimentare ai fini del regime degli orari e la differenza di trattamento tra esercizi con non più di 400 mq. La regola, per gli esercizi di commercio al dettaglio in sede fissa, è la chiusura obbligatoria domenicale e festiva, escluso dicembre più altre 15 giornate generiche di festa e ulteriori 10 in presenza di particolari circostanze (ad esempio per ragioni di pubblica utilità, per straordinari afflussi di popolazione, per abbattere la concorrenza d'oltre confine), per un totale di 29 domeniche. A eccezione delle aperture di dicembre, il Comune prima deve acquisire il parere delle organizzazioni sindacali e di categoria. Sono, però, stabilite anche delle chiusure imprescindibili.

L'articolo 4 e poi l'8 trattano la questione dei Comuni turistici; il 5 e il 6 liberalizzano i saldi pur entro date precise (invernali dal 2 gennaio al 31 marzo, estivi dall'1 luglio al 30 settembre) e tolgono il divieto di promozioni nei quaranta giorni che li precedono; il 7 elimina l'obbligo delle comunicazioni preventive attinenti le vendite promozionali e di liquidazione; gli articoli 9 e 10 eliminano le distanze minime obbligatorie tra le rivendite di giornali esclusive e non esclusive; l'11 ribadisce il permesso di somministrare alimenti e bevande da parte di enti e associazioni non lucrativi solo dopo denuncia d'inizio attività.

Con gli articoli dal 12 al 15 e con il 19 si fanno modifiche prettamente tecniche inerenti le somministrazioni di alimenti e bevande e il rilascio del titolo amministrativo; il 16 adegua le sanzioni; il 17 potenzia il ruolo dell'Osservatorio regionale del commercio, in particolare relativamente al monitoraggio delle superfici coperte superiori a 15mila mq assegnate ai Comuni dal Piano per la grande distribuzione; il 18 proroga la validità della pianificazione urbanistico-commerciale; il 20 abroga le disposizioni della LR 29/2005 e della 7/2007 incompatibili con il presente disegno di legge.

A commento del ddl, Ciriani ha ribadito che il numero 29 delle aperture festive non è obbligatorio in quanto, dicembre a parte, saranno i Comuni a decidere, coralmente con le categorie, quanto saranno le giornate effettive. In pratica non vale più il principio del tutto aperto salvo giornate in deroga, bensì il tutto chiuso salvo dicembre e specifiche eccezioni. Ciò che si è cercato di fare è stato soddisfare le esigenze dei cittadini che devono fare la spesa in giorni non lavorativi, quelle dei dipendenti del commercio che chiedono di poter stare con la famiglia alla domenica e quelle di vendita dei gestori.

(immagini tv)

(segue)