II Comm: ddl commercio, illustrazione assessore Ciriani (1)
(ACON) Trieste, 09 ott - RC - E' la continuazione di un
percorso di semplificazione e sburocratizzazione iniziato nel
2005 e portato avanti nel 2007, il disegno di legge su commercio
e turismo che l'assessore regionale Luca Ciriani ha presentato
alla II Commissione consiliare presieduta dal leghista Maurizio
Franz.
In tale ottica - ha spiegato l'assessore - va letta la proposta
di cancellare l'obbligo, per il commerciante, di comunicare al
Comune le vendite di fine stagione e quelle promozionali,
prevedendo che il periodo dei saldi stagionali sia stabilito
dall'esercente stesso nei periodi dell'anno per lui più
convenienti. E dunque non sarà più la Regione a stabilire
l'inizio dei saldi con un'unica data uguale per tutti. Restano
però gli obblighi per il negoziante, a tutela del consumatore,
quanto a pubblicità e trasparenza della vendita straordinaria.
Seconda rivoluzione, la disciplina degli orari soprattutto dei
giorni festivi. La legge regionale 29/2005 prevede che
un'apposita Conferenza dei Comuni programmi ogni anno le
eventuali chiusure obbligatorie degli esercizi di vendita al
dettaglio nelle domeniche e negli altri giorni festivi, secondo
criteri che comunque consentano la concomitante apertura in tutti
i Comuni interessati per almeno otto domeniche all'anno, oltre a
quelle del mese di dicembre. E' però accaduto spesso - ha fatto
sapere Ciriani - che tale Conferenza non sia riuscita a
deliberare alcunché, permettendo così l'apertura ogni domenica.
Ecco perché la proposta è di abolire la Conferenza dei Comuni e
gli Ambiti territoriali (ATO) in cui era stata ripartita la
regione, a favore di una regolamentazione unitaria per tutto il
territorio, ovvero nei giorni di festa i negozi al dettaglio
rimangono chiusi, salve le specifiche deroghe.
Un'altra causa di confusione è l'aver previsto che le limitazioni
alle aperture non valgano per la vendita al dettaglio dei generi
alimentari e, con la LR 7/2007, aver equiparato a questi ultimi i
prodotti per la cura e l'igiene della persona e della casa quando
la loro vendita sia prevalente, ovvero sia pari ad almeno il 60%
della superficie di vendita, accertata dal Comune. Ciò che la
Giunta chiede è che siano gli operatori, a prescindere dal tipo
di prodotto venduto, a decidere quando aprire, pur nel rispetto
dei limiti di legge ma senza disparità merceologiche. Per lo
stesso motivo, non ritiene corretto avere escluso dalle
limitazioni della Conferenza dei Comuni gli esercizi di vendita
isolati con superficie inferiore a 400 metri quadrati, a
differenza di quelli di medesima dimensione inseriti in un centro
commerciale, per cui propone l'abolizione anche di tali norme.
Rimane, invece, la deroga per le località a prevalente economia
turistica, pur rivedendo l'elenco delle località interessate alla
luce di nuovi criteri fissati direttamente in legge.
Accanto a queste riforme maggiori, il disegno di legge prevede la
semplificazione degli istituti giuridici previsti dalla LR
29/2005. Già all'articolo 1 è soppresso il riferimento
all'Istituto della riabilitazione, in quanto tale istituto
risulta eliminato, con la conseguenza che un soggetto dichiarato
fallito ha nuovamente i requisiti morali con il provvedimento
definitivo (decreto) di chiusura del fallimento. All'articolo 2,
invece, si prevede che la costituzione e l'attività dei mercati
agro-alimentari all'ingrosso siano disciplinate tramite
regolamento comunale (non regionale).
E' l'articolo 3 a eliminare la Conferenza dei Comuni, la
distinzione tra settore alimentare e non alimentare ai fini del
regime degli orari e la differenza di trattamento tra esercizi
con non più di 400 mq. La regola, per gli esercizi di commercio
al dettaglio in sede fissa, è la chiusura obbligatoria domenicale
e festiva, escluso dicembre più altre 15 giornate generiche di
festa e ulteriori 10 in presenza di particolari circostanze (ad
esempio per ragioni di pubblica utilità, per straordinari
afflussi di popolazione, per abbattere la concorrenza d'oltre
confine), per un totale di 29 domeniche. A eccezione delle
aperture di dicembre, il Comune prima deve acquisire il parere
delle organizzazioni sindacali e di categoria. Sono, però,
stabilite anche delle chiusure imprescindibili.
L'articolo 4 e poi l'8 trattano la questione dei Comuni
turistici; il 5 e il 6 liberalizzano i saldi pur entro date
precise (invernali dal 2 gennaio al 31 marzo, estivi dall'1
luglio al 30 settembre) e tolgono il divieto di promozioni nei
quaranta giorni che li precedono; il 7 elimina l'obbligo delle
comunicazioni preventive attinenti le vendite promozionali e di
liquidazione; gli articoli 9 e 10 eliminano le distanze minime
obbligatorie tra le rivendite di giornali esclusive e non
esclusive; l'11 ribadisce il permesso di somministrare alimenti e
bevande da parte di enti e associazioni non lucrativi solo dopo
denuncia d'inizio attività.
Con gli articoli dal 12 al 15 e con il 19 si fanno modifiche
prettamente tecniche inerenti le somministrazioni di alimenti e
bevande e il rilascio del titolo amministrativo; il 16 adegua le
sanzioni; il 17 potenzia il ruolo dell'Osservatorio regionale del
commercio, in particolare relativamente al monitoraggio delle
superfici coperte superiori a 15mila mq assegnate ai Comuni dal
Piano per la grande distribuzione; il 18 proroga la validità
della pianificazione urbanistico-commerciale; il 20 abroga le
disposizioni della LR 29/2005 e della 7/2007 incompatibili con il
presente disegno di legge.
A commento del ddl, Ciriani ha ribadito che il numero 29 delle
aperture festive non è obbligatorio in quanto, dicembre a parte,
saranno i Comuni a decidere, coralmente con le categorie, quanto
saranno le giornate effettive. In pratica non vale più il
principio del tutto aperto salvo giornate in deroga, bensì il
tutto chiuso salvo dicembre e specifiche eccezioni. Ciò che si è
cercato di fare è stato soddisfare le esigenze dei cittadini che
devono fare la spesa in giorni non lavorativi, quelle dei
dipendenti del commercio che chiedono di poter stare con la
famiglia alla domenica e quelle di vendita dei gestori.
(immagini tv)
(segue)